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“The Vampire Diaries” ci porta a New York, la città che non dorme mai, peccato che della City vediamo soltanto un locale e una strada. Ed io che mi aspettavo di vedere Damon ed Elena camminare lungo la 5th avenue, salire sull’Empire State Building e farsi un giro a Central Park…
Questo diciassettesimo episodio, comunque, è stato
interessante sotto certi punti di vista e deludente sotto altri.
Questo diciassettesimo episodio, comunque, è stato
interessante sotto certi punti di vista e deludente sotto altri.
Sicuramente alcune dinamiche mostrate in questo episodio sono degne di nota, vedi il rapporto di Caroline con Klaus e l’attrazione che prova per lui, o i flashback di Damon negli anni ’70 e il suo rapporto con Lexi. Altre, invece, sono state deludenti. E sto parlando proprio di Elena Gilbert. Sono stata la prima ad appoggiare la scelta degli autori di farle spegnere le emozioni perché era arrivato proprio il momento di vedere la Gilbert in una veste completamente diversa da quella che aveva “indossato” fino ad ora, e a chi la accusava di essere la brutta copia dell’egoista e manipolatrice Katherine rispondevo che la differenza, tra le due, era palese: Elena era schietta e sincera, diceva quello che pensava senza peli sulla lingua (cosa che provando sentimenti non faceva perché preoccupata di ferire i sentimenti altrui) mentre la Petrova era una bugiarda nata, che manipolava le persone, giocando con loro. Ecco, l’Elena che abbiamo visto in questa puntata era fin troppo simile a Katherine. Insomma si è comportata esattamente come lei: ha mentito, facendo credere a Damon ciò che lui voleva credere, ha cercato di usare il sesso per distrarlo. A me il personaggio di Katherine piace, come mi piacciono tutti quei personaggi che non sono etichettabili facilmente, che hanno luce e ombra dentro di loro, insomma quelli che non sono nè bianchi nè neri, ma che hanno varie sfumature. Quello che non mi piace è Elena che diventa Katherine. Questa somiglianza tra le due denota mancanza di inventiva degli autori e sceneggiatori che hanno scritto il personaggio della Gilbert. Sembrano averlo fatto in fretta, tra l’altro contraddicendosi in modo palese. In alcune interviste avevano chiaramente detto che Elena senza emozioni sarebbe stata diversa da Katherine proprio perché non avrebbe manipolato le persone, usando il sesso o altri escamotage per ottenere quello che vuole, sostenendo che la sincerità sarebbe stata la caratteristica che l’avrebbe nettamente contraddistinta dall’altra doppelganger. Non si possono fare affermazioni del genere, per rispondere alle varie critiche che hanno mosso i fan che non hanno apprezzato lo switch off di Elena, e poi mandare in onda un episodio che nega quanto appena annunciato. Se questo è l’andazzo che prenderà lo show con Elena, non mi resta che sperare che la neovampira torni a provare emozioni, perché di Katherine ci basta l’originale (che è decisamente più abile a fare ciò che fa!).
Un’altra cosa che non ho particolarmente apprezzato è l'”uso” che hanno fatto di Bonnie. Non sono una grande fan del personaggio, meno vedo Bonnie, meglio sto, nonostante ciò ho l’impressione che la tengano in vita solo perché a Mystic Falls serva una strega, sembra che sia utile allo show solo per i suoi poteri magici. Infatti non ci hanno fatto vedere quasi per niente Bonnie priva dei suoi poteri. Gli autori le danno spazio solo quando serve qualcuno che lanci incantesimi. Per quanto possa non piacermi Bonnie, ne riconosco il potenziale, e ne ha tanto, e mi innervosisce vederlo sprecato in questo modo. Vorrei vedere qualcosa di più di Bonnie, che non sia la sua capacità di accendere candele! Certo, stavolta l’abbiamo vista portare a termine il terzo e ultimo massacro, peccato che poi si svegli e non si ricordi più nulla. Cioè, davvero per tutto questo tempo, dalla gita in quell’isoletta sperduta, non era in lei? Ora però vorrei passare alle cose positive di questa puntata perché, nonostante tutto, ci sono state. Mi sono sempre piaciuti i flashback, e se i flashback riguardano il passato di Damon, li amo. E’ sempre bello scoprire cose nuove di lui, stavolta ci hanno fatto vedere il suo rapporto con Lexi e il motivo del suo “odio” per lei. L’altro aspetto interessante di quest’episodio riguarda Klaus (che novità!) e Caroline. Che l’ibrido provi qualcosa per la Forbes ormai è evidente, ma è anche chiaro che la Vampire Barbie è attratta da lui, in tutta la sua malvagità. E’ uno spunto interessante su cui riflettere: un personaggio così attaccato, a volte in modo ipocrita, alla moralità e a fare ciò che è giusto come Caroline non sopporta l’idea di essere attratta da uno come Klaus, eppure si sente attratta da lui. E Klaus gioca con questa attrazione, fino a farle pagare la sua ipocrisia nel condannare gli atti di egoismo dicendole di farsi consolare da qualcuno da lei ritenuto migliore di lui. Ho sempre trovato abbastanza fastidioso il continuo parlare di morale di Caroline, in modo il più delle volte ipocrita. Eppure non ci ha pensato due volte a uccidere 12 persone pur di salvare Bonnie. Il fatto che fosse la sua migliore amica, in fondo, non cambia il fatto che dodici persone sono morte. Comunque la situazione di Klaus e Caroline è interessante, peccato che Klaus lascerà Mystic Falls (e The Vampire Diaries) per andare a New Orleans. L’idea dello spin off mi piace, ma temo che la perdita di un personaggio come Klaus faccia perdere di qualità lo show.
PRO:
- I flashback Damon-centrici
- Dinamiche interessanti di Klaus e Caroline
- Terzo sacrificio portato a termine: cosa succederà ora?
CONTRO:
- Elena troppo simile a Katherine: è la sua brutta copia
- Personaggio di Bonnie “usato” solo per i poteri
Episodio che si merita più della sufficienza, ma che non arriva ai livelli di quasi perfezione che ha raggiunto precedentemente e che sappiamo bene può ancora raggiungere. Speriamo che facciano un lavoro migliore con il personaggio di Elena, che in questo episodio ha decisamente deluso le mie aspettative e quelle, credo, di tutti gli spettatori di TVD.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.