The Veil 1×01 – The CampTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Veil 1x01 recensioneIn attesa di tornare protagonista con l’ultima stagione di The Handmaid’s Tale, Elisabeth Moss toglie il copricapo di Gilead e cambia genere.
Arriva infatti su FX on Hulu (e prossimamente su Disney+ anche in Italia), il nuovo thriller creato da Steven Knight che si presenta come una miniserie di sei episodi. Un progetto che, nell’ultimo periodo, sembra aver impegnato notevolmente Elisabeth Moss. L’attrice, infatti, ha partecipato alla produzione anche nel ruolo di produttore esecutivo, oltre ad essersi allenata parecchio anche per ricoprire i panni della protagonista. Dopo aver sviluppato per l’occasione un accento british, infatti, la Moss ha dovuto affrontare diverse scene fisicamente impegnative, che l’hanno anche vista protagonista di un incidente sul set.
Con queste premesse, sulla carta The Veil si propone sin da subito come una serie dinamica e impegnativa, ma che nel pilot preferisce partire con il freno a mano tirato.

VIAGGIO DELLA SPERANZA


The Veil è un thriller che vede protagonista due donne opposte tra loro per obiettivi, valori e missioni. Da un lato c’è Imogen Salter (interpretata da Elisabeth Moss), agente dell’MI6 esperta di missioni sotto copertura; dall’altro c’è Adilah (portata in scena da Yumna Marwan), una donna imprigionata in un campo profughi accusata di essere una dei massimi rappresentati dell’ISIS. Vista così, sembra una trama abbastanza logica, con l’agente impegnata nel fermare la terrorista di turno. In realtà, le caratteristiche di The Veil risultano presto differenti, sostituendo ad uno scontro lineare una trama più elegantemente nascosta.
Alla base del plot c’è il viaggio di Imogen e Adilah mentre attraversano la Siria e la Turchia per raggiungere la Francia. Due donne che, per diversi motivi e obiettivi, hanno sin dai primi momenti dato vita ad un gioco psicologico. Entrambe mentono l’un l’altra sapendo di mentire, in attesa di un passo falso della propria avversaria. Per ora, grazie anche alla presenza di altri personaggi che compongono i servizi segreti, il piano teorico di Imogen è quello che sembra più chiaro agli occhi degli spettatori; Adilah, invece, è un personaggio solitario, sprovvisto di una spalla in scena che ne permetta una conoscenza maggiore. Con ombre di un attentato in arrivo messo in atto proprio da Adilah, e Imogen che sembra seguire un piano tutto suo, le due donne si fanno carico di segreti e bugie che trainano l’intero episodio.

TROPPA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA?


Con queste grandi incognite che caratterizzano le protagoniste, l’episodio pilota si presenta deliberatamente confuso. Lo spettatore viene subito catapultato al centro della trama senza un contorno chiarificatore che rende tutto più offuscato. Un motivo ulteriore per apprezzare la messa in onda da parte di FX on Hulu dei primi due episodi in contemporanea, sicuramente utili per stabilire un contesto migliore di eventi e personaggi.
Una serie che parte dunque con dei buoni presupposti, seppur conditi da fin troppo mistero. E questo potrebbe rivelarsi deleterio per un prodotto con appena sei episodi. La storia recente, infatti, insegna che non c’è troppo da fidarsi da quei calderoni narrativi pieni di materiale che spesso non riescono a gestire. Per ora, The Veil può sicuramente contare sulle due protagoniste che da sole reggono bene la scena e, nonostante la pacatezza dell’esordio, rendono lo scorrere dei 45 minuti di facile visione. Starà al resto della trama e al modo in cui sarà proposta elargire la sentenza definitiva.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Una trama che nasconde una storia più profonda
  • Viaggio tra due protagoniste che mentono e si studiano a vicenda
  • Un inizio deliberatamente confuso che catapulta lo spettatore nella storia senza spiegazione 

 

Premesse interessanti, nonostante un pilot che parte fin troppo lento e misterioso. I sei episodi totali della serie dovranno essere sufficienti per far evolvere una storia che al momento sembra fin troppo “incartata”. Elemento che spesso non giova al risultato.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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