The Walking Dead 9×07 – StradivariusTEMPO DI LETTURA 4 min

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E torniamo agli insulti…
Citando il buon vecchio Dr. Cox, neanche a dirlo, in uno dei suoi tanti monologhi diretti alla sua nemesi ospedaliera, il Dr. Kelso, ci prepariamo ad analizzare quanto visto in “Stradivarius”, episodio di rara bruttezza e conferma del fatto che, cambia il cast, cambia lo showrunner, ma la merda non cambia mai (semicit.).
Terminata la prima fase, potremmo dire di transizione, tra il TWD classico e il nuovo percorso intrapreso da Angela Kang, ecco arrivare “Stradivarius”, primo vero capitolo di questo Morto Che Cammina 2.0 (o 3.0, o 4.0, nemmeno ci ricordiamo quante volte abbiamo sentito parlare di svolte in sta serie demmerda de zombie demmerda) e prova inconfutabile del fatto che, a prescindere da zombie parlanti, Rick che se ne va in elicottero e Daryl che fa il cosplay di Mad Max, The Walking Dead è una serie finita, morta, ma che continua a trascinarsi lentamente e goffamente al pari degli zombie che, quantomeno, hanno cominciato a ripopolare la serie dopo stagioni di praticamente sola introspezione.
Nulla di particolarmente significativo avviene in “Stradivarius” – puntata che prende il nome dal feticismo musicale che contraddistingue uno dei nuovi membri della crew – quantomeno nei primi 40 minuti (che su 43 minuti totali non è male), dopodiché, ad un passo dai titoli di coda, qualcosa accade. O meglio, qualcosa sta per accadere, ma se ne riparla settimana prossima e per adesso, caro spettatore, beccati sto filler e goditi le entusiasmanti lotte (palesemente omoerotiche) tra Jesus e il tizio col braccio bionico di cui ora il recensore non ricorda il nome ma del quale, in fin dei conti, non importa a nessuno.
L’episodio, oltre ad approfondire ulteriormente la caratterizzazione dei nuovi arrivati, cerca in tutti i modi di nascondere la sua natura di filler puntando su Daryl, obiettivamente uno dei personaggi preferiti dal pubblico della serie, e sulla sua nuova vita da lupo solitario. Carol vorrebbe riaverlo con sé, lui ha bisogno dei suoi spazi; una situazione decisamente molto tradizionale che culminerà, tempo un paio di puntate al massimo, con il telefonatissimo ritorno del character all’interno del suo gruppo storico. Questo perché, volenti o nolenti, il suo personaggio è uno dei pochi in grado di mandare avanti la baracca, complice la longevità del personaggio stesso e la caratterizzazione da badass che tanto arrapa i fan del survival horror, e tenerlo a margine nel tentativo di dare più spazio ai nuovi arrivati sarebbe senza dubbio uno sbaglio enorme.
Veniamo a sapere che Maggie non è morta, ma soltanto scappata con Hershel, notizia che lascia piuttosto indifferenti ma che quantomeno apre la strada ad un possibile ritorno del character in un futuro non troppo lontano. Il passaggio di testimone con Jesus, sorvolando in merito alle sequenze di lotta sopracitate, riesce nell’intento di colmare il vuoto lasciato da Lauren Cohan, non certo per qualche tipo di merito, ma soltanto perché, come leader, entrambi possono vantare il carisma di un tubero.
Trattandosi appunto di un episodio filler, risulta molto difficile elaborare un giudizio critico su quanto visto in “Stradivarius”, ma volendo scegliere un elemento significativo senza dubbio possiamo spendere qualche parola in merito al gruppo dei nuovi arrivati e al tentativo autoriale di conferire un po’ di profondità a dei character che, almeno fino a questo momento, sembrano essere in tutto e per tutto macchiette da fumetto, definiti quasi interamente dall’arma che brandiscono e, escludendo forse Magna gioia per gli occhi e unico personaggio con del carattere, tranquillamente sacrificabili. Michonne, diffidente più che mai e visibilmente colma d’odio represso, diventa così la custode del gruppo dei nuovi arrivati, oltre che rappresentare il “metro di paragone” da cui lo spettatore partirà per comprendere al meglio il graduale approfondimento caratteriale compiuto sui nuovi personaggi: solamente attraverso la comprensibile diffidenza nei confronti dei nuovi arrivati, infatti, sarà possibile per lo spettatore comprendere la loro reale natura, riuscendo così a valutarne il valore sia singolarmente che come gruppo. Allo stato attuale delle cose è difficile dare un giudizio definitivo su quanto effettivamente il nuovo collettivo “fionde e sordomuti” sia valido visto nel suo insieme, ma d’altro canto in questi quasi dieci anni di telefilm (e non dimentichiamoci di quella merda di Fear) abbiamo avuto modo di conoscere vagonate di personaggi disastrosi, ridicoli, talvolta assurdi e senza scopo alcuno, quindi a prescindere da quello che sarà il nostro giudizio finale, difficilmente arriveremo a toccare punti ancor più bassi di quanto visto nelle recenti annate telefilmiche del Morto Che Cammina.
Anche se questa storia degli zombie che sussurrano promette decisamente bene in tal senso…

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gli ultimi tre minuti di puntata
  • Daryl in versione Mad Max
  • Gli zombie sussurratori…
  • Fillerone abbastanza noioso
  • Le lotte omoerotiche tra Jesus e Aaron (nel frattempo ci siamo ricordati il nome)
  • I nuovi arrivati non sono esattamente dei tipi carismatici
  • …peccato che qui si preferisca parlare di violini

 

Classico episodio filler senza infamia né lode, anzi, a voler essere sinceri, piuttosto fiacco e deludente. Si tratta in realtà del primo vero passo falso stagionale di questo nuovo The Walking Dead, quindi per stavolta saremo buoni e ci limiteremo soltanto a schiaffeggiare.

 

Who Are You Now? 9×06 5.40 milioni – 2.0 rating
Stradivarius 9×07 4.79 milioni – 1.8 rating

 

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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