“Hill House, not sane, stands against its hills holding darkness within. It has stood for a hundred years and might stand a hundred more. Within, walls continue upright, bricks meet neatly, floors are firm and doors are sensibly shut. Silence lay steadily against the wood and stone of Hill House and those who walk there walk together.”
Diciamo subito le cose come stanno: “Silence Lay Steadily” è un finale perfetto per The Haunting Of Hill House, uno show che sarà sicuramente ricordato per la qualità di tutti gli elementi che lo compongono. Certo, il minutaggio è lungo, ma necessario per rispondere a tutti i dubbi emersi dalla visione delle puntate precedenti. La creatura di Mike Flanagan (ma prima ancora di Shirley Jackson) si congeda dal pubblico e fa calare il sipario sulle vicende della famiglia Crain, lasciando comunque un senso di inquietudine nello spettatore, che passerà i giorni successivi a spulciare le mille teorie affiorate dopo il successo di audience e critica.
“Mom says that a house is like a body and that every house has eyes. And bones. And skin. And a face. This room is like the heart of the house. No, not a heart, a stomach.”
Ci rimane da capire se la Red Room, o comunque Hill House, non siano semplicemente una metafora della depressione e della malattia mentale, o se davvero gli spiriti e i fantasmi abbiano avuto un ruolo determinante nelle vicissitudini dei protagonisti. Il punto di forza di The Haunting Of Hill House è proprio quello di non fornire una soluzione assoluta e definitiva, ma tante sfumature della stessa risposta. Olivia Crain era veramente controllata dalle presenze di Hill House, che la usavano come tramite per compiere atti terribili, oppure la sua mente si era indebolita, giorno dopo giorno, fino a farla diventare capace di uccidere a sangue freddo?
Altro grande protagonista della puntata è Hugh Crain che riesce finalmente ad avere un confronto con la moglie (ma anche qui: è davvero successo o accade tutto nella mente di Hugh?) che ancora vaga sospesa in una sorta di limbo, incapace di andare oltre perché ancora legata ai suoi figli che attende pazientemente a Hill House. Olivia, infatti, vorrebbe riunire la famiglia a Hill House e rimanere con loro per sempre, ma Hugh le fa capire che non si meritano questo e che l’atto d’amore più grande è proprio quello di lasciarli andare. Un atto d’amore che anche Hugh compie, sacrificandosi e diventando anche lui, parte integrante delle presenze di Hill House. In un ultimo flashback ci vengono mostrate le ultime ore di Hugh (che sceglie di condividere con Steve), dalla scoperta del cadavere di Olivia, al perché avesse scelto di mantenere la Casa in vita e non rivelare la verità a nessuno. Il patto tra Hugh e i Dudley è la soluzione al più grande enigma dello show; un patto di silenzio e di accettazione della vera natura di Hill House; un patto tra anime distrutte, ma che ancora cercano di proteggersi a vicenda. Hugh può finalmente varcare la porta rossa per ricongiungersi a Oliva e Nell, sapendo di aver davvero, alla fin fine, aggiustato tutto.
Liberi dai fantasmi (veri o mentali che siano) del loro passato, i fratelli Crain possono abbattere i muri che si erano costruiti attorno a loro e andare avanti con le loro vite, cercando di trovare equilibrio e serenità nei piccoli gesti, nei piccoli traguardi quotidiani.
Gli ultimi minuti dell’episodio sono forse i più toccanti di tutta la serie, in cui tutti i protagonisti ritrovano la pace e la luce di Hill House viene spenta per sempre.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un finale senza grandi colpi di scena, come avvenuto invece nella puntata precedente, ma allo stesso tempo un finale perfetto, profondo e ricco di significati. Hill House lascia finalmente andare la famiglia Crain, che può vivere serenamente sapendo di poter contare sulla forza che alimenta e muove tutte le cose: l’amore.
Screaming Meemies 1×09 | ND milioni – ND rating |
Silence Lay Steadily 1×10 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.