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The Twisted Tale Of Amanda Knox 1×03 – Il Guardiano Di PerugiaTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Twisted Tale Of Amanda Knox 1x03 recensioneLa terza puntata della nuova miniserie Hulu (in Italia disponibile per gli abbonati Disney+) creata da K.J. Steinberg e con protagonista Grace Van Patten, porta avanti la trama focalizzandosi su Giuliano Mignini, il PM incaricato di svolgere le indagini e nemesi dichiarata di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Mignini, interpretato da un bravissimo Francesco Aquaroli, nasce e cresce tra le stradine di Perugia e di lei si sente il guardiano – come il titolo dell’episodio – pronto a tutto, dunque, per difenderla e difendere i suoi concittadini.
Descritto come una persona ligia e determinata, Mignini è anche un fervente cattolico, aspetto che nella serie si estremizza in maniera caricaturale, quasi a renderlo un nuovo Messia giunto a Perugia per estirpare il male attraverso segnali divini.
L’episodio, inoltre, approfondisce la figura della Knox, ma sempre e solo sentendo la campana della stessa Amanda. Naturalmente, il pubblico non poteva aspettarsi altro da una serie basata sul memoriale di Amanda “Waiting To Be Heard” e prodotta dalla stessa.
Per i colpevolisti (come chi sta scrivendo la recensione) questa miniserie appare artificiosa, caricaturale, troppo americana e dedita al sensazionalismo spinto. C’è da apprezzare, però, la recitazione, la solidità della sceneggiatura e uno storytelling avvincente.

MEREDITH SULLO SFONDO


Uno degli aspetti più tristi di tutto il circo mediatico sollevatosi attorno al caso del delitto di Perugia, risiede nel fatto che la vittima – la povera Meredith Kercher – sia stata sempre relegata sullo sfondo della narrazione.
I giornalisti, la stampa, i mass media e il pubblico hanno focalizzato il loro interesse verso Raffaele e Amanda, con una esasperata predilezione per quest’ultima. Meredith, purtroppo, rappresentava solo il motivo della fama di Amanda Knox.
Anche in questa terza puntata, intitolata “Il Guardiano di Perugia”, il dolore per l’omicidio e la perdita di Meredith copre solo una piccolissima parte del minutaggio, con il riconoscimento del cadavere da parte di Arline e Stephanie, rispettivamente mamma e sorella della Kercher.
L’autopsia di Meredith è anche funzionale per minare l’accusa di Mignini che cerca “argomentazioni convincenti” – parole sue – per inchiodare Amanda, Raffaele e Lumumba una volta per tutte.
La sua accusa, infatti, si basa sulla teoria – corroborata anche dalla stampa – che Meredith sia stata stuprata e uccisa per un gioco erotico finito male. L’autopsia, però, non può accertare con sicurezza il suddetto stupro. Mignini si trova, dunque, con le spalle al muro.

AMANDA CONTRO TUTTI


La narrazione della puntata esplora i primi giorni di Amanda Knox, rinchiusa nel carcere di Capanne, vicino Perugia. Secondo la ricostruzione della stessa Amanda e secondo i diari scritti durante la reclusione, la ragazza ha affrontato diversi traumi e momenti difficili.
Il capo delle guardie prova a farla parlare, anche usando tattiche minatorie e avances sessuali; la madre di Amanda prova a vedere la figlia, ma deve scontrarsi con la burocrazia e l’ignoranza italiana; Amanda viene, inoltre, convinta di avere l’HIV e deve stilare un elenco di tutti i suoi partner sessuali.
Alcuni di questi eventi trovano corrispondenza negli atti del processo (il finto test positivo all’HIV), ma bisogna sempre ricordare che questa miniserie è praticamente opera della Knox, che vuole riuscire a scagionarsi anche agli occhi dei colpevolisti.
Gli sceneggiatori di questo terzo episodio – Sam Rubinek e Nate Burke – riescono nell’intento di generare empatia per Amanda, trasformando la sua accusa in una gigantesca falla del sistema giudiziario italiano, che l’ha incarcerata ingiustamente per 4 anni.

UNA CONFESSIONE CHE NON BASTA


“Il Guardiano Di Perugia” introduce i due avvocati che si occuperanno della difesa di Amanda Knox: Carlo della Vedova e Luciano Ghirga. I due uomini rappresentano l’unica speranza alla quale può e deve aggrapparsi Amanda.
Giuliano Mignini, dopo il voltafaccia del medico legale Luca Lalli, deve trovare a tutti i costi prove di colpevolezza sia per Amanda, che per Raffaele e Lumumba. La confessione di Amanda, infatti, non basta.
Confessione che poi sarà ritirata dalla Knox, la quale afferma di essere stata quasi costretta a fare il nome di Lumumba per il suo stato confusionale e le minacce ricevute dalla Polizia.
L’episodio, dunque, rimane in equilibrio tra la dura vita di Amanda in carcere e lo smarrimento del PM Mignini che non riesce ad inchiodare i sospettati e per questo prova un senso di impotenza e rabbia.
Il seme del dubbio – come lo chiama Mignini – fa presto a mettere le radici, vanificando tutti gli sforzi e gettando ombre sulle indagini svolte fino ad ora. Questo dubbio e gli errori della scientifica saranno i capisaldi della difesa di Amanda nelle prossime puntate.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Recitazione di Grace Van Patten e Francesco Aquaroli
  • Sceneggiatura e storytelling
  • Comparto tecnico
  • Un dipinto di poliziotti, guardie carcerarie e sistema giudiziario italiano non troppo distante dalla realtà, anche se esasperato in modo caricaturale
  • Ai colpevolisti tutto questo vittimismo farà sanguinare gli occhi

 

Un terzo episodio che mantiene alta l’asticella della qualità, con un focus particolare sul desiderio di “vendetta” del PM Mignini, pronto a tutto pur di confezionare una storia di sesso, trasgressione e morte. Amanda, dal canto suo, passa per l’agnello sacrificale che si trova perennemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.

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