Dopo aver perso la speranza di vedere un ritorno alle atmosfere della serie pre-rivelazione assassino, finalmente arriva questo episodio a portare qualche spiraglio. Torna quindi il mistero e soprattutto l’inquietudine di un tempo.
Questo grazie al fatto di aver chiuso finalmente, nello scorso episodio, molte delle sottotrame riempitive che stavano durando ormai da troppo tempo, prive di una reale direzione e complici della snaturalizzazione di alcuni personaggi in favore di segmenti narrativi sciatti e banali. Qui si tenta di far tornare la serie sui binari che l’hanno resa il successo planetario di cui tutti parlano. E lo si fa usando quei personaggi, comparsi molto di rado, rimasti illesi dalla deriva soap e che quindi riescono in poche battute ed espressioni facciali a restituire quell’inquietudine che fino a qualche episodio fa teneva incollato lo spettatore al televisore. Il maggiore Briggs e la Signora Ceppo sono tra i pochi a non essersi persi e fungono da guide nei confronti dell’agente Cooper per tornare ad occuparsi di Bob e delle inquietanti presenze che popolano Twin Peaks.
Nonostante il legame tra Bob e la storyline di Josie sia decisamente poco credibile, soprattutto in termini di resa drammatica, è un sollievo sapere che la bolla spazio-temporale che sembrava aver avvolto la stesura delle sceneggiature si sia dissolta o sia comunque in via di dissoluzione.
Facendo un paragone, questo episodio è come l’hangover successivo all’ubriacatura, in parallelo a quanto accade allo sceriffo Truman, disperato per la morte di Josie ma pronto a ritornare in pista per le indagini, non prima di aver rinsaldato l’amicizia con l’agente Cooper (tra l’altro, per la prima volta, Henry e Dale si chiamano reciprocamente con i propri nomi di battesimo).
Ritornano le fantomatiche Logge (Bianca e Nera) e in qualche maniera la trama di Windom Earle comincia a trovare un senso. Probabilmente un qualche collegamento tra le due verrà fatto nei prossimi episodi. Se non altro accomunate entrambe dal ritorno di quella sensazione di morte che si sta nuovamente facendo largo a Twin Peaks, stavolta coinvolgendo le tre ragazze che parteciperanno al concorso di Miss Twin Peaks.
LATI POSITIVI:
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LATI NEGATIVI:
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VOTO 3/5
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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.