Le serie tv sono sacrificio. E detto così, sembra quasi che la visione prolungata di Vikings ci abbia convertito a qualche culto pagano. È indubbiamente il caso di spiegare.
Nella recensione di “Revenge“, ci lamentammo su come Michael Hirst negò agli spettatori la battaglia tra Aelle e i figli di Ragnar. Tale schermaglia armata avrebbe ovviato egregiamente il sentimento che, principalmente, emanava la 4×18: la noia. Una volta conclusa la visione di “On The Eve”, ci si trova a rivalutare le nostre precedenti considerazioni. E badate bene alle nostre parole: rivalutare, non ritrattare.
Per il drastico calo di qualità visto nella 4×18, si diede la colpa a Hirst che sembrava non solo più interessato allo sviluppo di altre tematiche ma anche al risparmio. Come spiegare altrimenti la scelta del dispiegamento dell’esercito di Bjorn e fratelli senza poi combattere? La mancata battaglia Kattegat VS Northumbra poteva avere solo una spiegazione: non attingere ulteriormente al budget in vista del season finale. E invece il motivo era l’esatto opposto. La motivazione non è per quello che Hirst ha speso ma quel quello che avrebbe speso proprio con questa 4×19. In parole povere, lo sceneggiatore ha risparmiato prima per scatenarsi dopo, come puntualmente dimostrato in questa puntata.
In questa quarta stagione, la difficoltà principale della serie è stata gestire un così grande numero di episodi dopo ben tre anni passati ad averne a disposizione 10. Ovviamente, la cosa si è ripercossa tutta su Hirst che si è trovato a dover gestire una serie tv non più “facilitata” da dieci episodi, ma da un numero “canonico”. A volte è sembrato che avesse il controllo, altre volte no. Nonostante ciò, la sua abilità di sceneggiatore si è vista proprio con questa puntata, dove ha dimostrato capacità di problem-solving davvero notevoli.
Analizzando retroattivamente la stagione, ormai consapevoli di tutto quello che è successo, lo sceneggiatore britannico dimostra di aver effettivamente calcolato la possibilità di qualche episodio poco riuscito ma questo non gli è importato tanto perché aveva scelto (in fase di sceneggiatura) degli episodi specifici per ringalluzzire la trama. Con tutti gli altri ha dovuto compiere un sacrificio e organizzare appositamente puntate non brillanti per demoralizzare apposta lo spettatore, salvo poi risollevare il tenore della trama con episodi studiati per ingranare la quinta. Si può quindi pensare che “The Great Army” e “Revenge“, insomma, fossero appositamente non troppo belle solo perché dopo ci sarebbe stato “On The Eve”, una puntata principalmente votata all’azione. Per questo diciamo che il nostro parere va rivalutato e non ritrattato. La noia della 4×18 permane e la si poteva evitare in mille modi, anche se non si voleva utilizzare nessuna scena d’azione ma, vedendo quello che ci sarebbe stato dopo, si realizza che era noia “a fin di bene”.
Il trucco, alla fin fine, riesce egregiamente. Dopo due puntate bruttine e dopo tanto digiuno dall’azione, la 4×19 viene letteralmente divorata dallo spettatore per due motivi: il primo per le sempre incredibili, spettacolari e realistiche coreografie delle battaglie, il secondo perché i quaranta minuti a disposizione ne mostrano sia una ambientata a Kattegat e con Lagertha che ferma un attentato alla sua vita che una ambientata nel Wessex e con i figli di Ragnar che reclamano l’altra parte della propria vendetta. Con ben due schermaglie che occupano la maggior parte del minutaggio della puntata, le parole cedono il posto ad urli animaleschi di grande gioia per aver reso nuovamente importante l’azione per la serie. Inoltre, come attenuante per il ritorno del comparto action, è bello rivedere i protagonisti muoversi sul campo di battaglia e prendere contropiede i nemici con tattiche di guerriglia all’avanguardia. Ed è proprio questo aspetto, riportato all’attenzione dopo tanto tempo, che ha fatto la differenza nella puntata e che ha ridonato l’hype e la curiosità allo spettatore di Vikings.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Revenge 4×18 | 2.46 milioni – 0.7 rating |
On The Eve 4×19 | 2.41 milioni – 0.7 rating |
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