“From that moment, I was called The Prophet.”
Si respira un’aria diversa in queste prime due puntate che hanno dato via all’inizio della sesta stagione di Vikings. Sarà la concomitanza con la parte finale di una serie che sin dal 2013 si è fatta valere nel palinsesto televisivo, fatto sta che questi primi due appuntamenti si sono presentati in maniera ampiamente più propositiva rispetto al passato.
E’ inutile, infatti, negare come la serie di Hirst abbia subito recentemente un calo, toccando l’apice soprattutto nella scorsa stagione, caratterizzata da avvenimenti, per la stragrande maggioranza del tempo, noiosi. Con soli due episodi andati in onda (su un totale di venti) è ovviamente impossibile fare previsioni ma il buon inizio non può che far ben sperare.
“The Prophet” si ritrova ad essere la seconda parte di un’introduzione iniziata con “New Begginnings” e quello che traspare è la volontà di porre subito la maggior parte dei protagonisti nelle rispettive postazioni, pronti a scendere in campo senza troppi giri a vuoto. Ci si ritrova così già con moltissimi spunti interessanti, promesse di azione dietro l’angolo e qualche mistero ben piazzato che mantiene alta la curiosità.
Al centro di tutto, come della stessa stagione, prevalgono soprattutto i due fratelli Bjorn e Ivar. E se per quest’ultimo la proposizione veloce di una trama da seguire non sorprende, data la sua situazione di esilio e instabilità, fa piacere constatare come l’incoronazione a Re non abbia fermato neanche lo sviluppo di Bjorn; si poteva infatti temere che il figlio maggiore di Ragnar, una volta riconquistata Kattegat, fosse messo in stallo dalla narrazione per consentirgli di abituarsi al suo nuovo ruolo. I primi due episodi, invece, hanno si messo in luce i dissidi inerenti la sua nuova posizione ma, allo stesso tempo, hanno subito spostato la storyline di Bjorn verso mete molto più dinamiche, rappresentando al meglio la caratterizzazione di un personaggio non adatto a scaldare solamente il trono.
La decisione di Bjorn di andare in soccorso di re Harald non serve però solo a portare già azione alla narrazione, ma apre le porta anche a eventuali conseguenze dovute alle decisioni del nuovo re. Non si può ancora sapere come procederà la spedizione di soccorso ma di sicuro questa riveste un importante ruolo come prima vera mossa del nuovo regnante di Kattegat.
Le conseguenze di alcune decisioni, però, potrebbero presto manifestarsi anche in altri ambiti; la nuova tranquilla vita di Lagertha, infatti, non ha convinto nessuno e il suo giuramento di non combattere più sembrava destinato a fallire nel momento stesso in cui è stato pronunciato. La presenza dei reietti, esiliati da Bjorn, nei pressi della nuova fattoria lascia dunque intendere che anche Lagertha è destinata, volente o nolente, all’azione nell’imminente futuro.
Ma le buone premesse non si fermano certo qui, con materiale interessante destinato un po’ a tutti sin da subito. Tra gli altri protagonisti, lascia un po’ di amaro in bocca la partenza rimandata di Ubbe verso l’Islanda. Da un lato, infatti, questo viaggio avrebbe potuto essere una trama fortemente ispiratrice per il character e la sua evoluzione, dall’altro urge un riscontro per quanto riguarda il destino di Floki, al momento ancora desaparecido, e la presenza di Ubbe nel nuovo insediamento avrebbe potuto senz’altro dare nuova linfa a una storyline che in passato è stata la peggiore mai presentata da Vikings. Per ora l’arrivo di Ketill e l’aurea di misteri e segreti che si porta dietro bastano a far ritornare interesse per la situazione islandese, ma bisognerà presto mettere nuova carne al fuoco per mantenerla viva.
Due pazzi sono meglio che uno
Dall’altra parte della barricata, si pone l’altra trama principale di questo inizio di stagione, quella di Ivar che sembra aver già trovato la spalla perfetta. La squadra composta da lui e il principe Oleg si è subito presa prepotentemente la scena per la presenza a tratti comica a tratti feroce che ha già conquistato. Per ora Ivar si ritrova ad essere quasi uno spettatore dei piani di Oleg ma quest’ultimo riesce a tenere degnamente in mano la situazione. La scena dell’avvelenamento del primo fratello è risultata perfetta nell’esecuzione e nel colpo di scena proposto e, seppur la “chiacchierata” con il secondo fratello è apparsa meno scenicamente soddisfacente, le premesse del principe Oleg fanno veramente ben sperare per la formazione di una new entry capace di prendersi al meglio la scena.
Intanto, a deludere rimane Hvitserk, messo ai margini della narrazione a causa della sua attuale depressione, sperando che la sua trama prenda presto una piega più attiva e non lo veda invece imprigionato nel pensiero del fratello per il resto della stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
New Beginnings 6×01 | ND milioni – ND rating |
The Prophet 6×02 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.