Wilfred 2×01 – ProgressTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Discontent is the first necessity of progress.”
“Il malcontento è la prima necessità del progresso.”
Thomas Edison

Se c’è una serie televisiva che rende ardua la vita a tutti i recensionisti è senza dubbio Wilfred. Perchè? Mah, sarà perchè tratta la storia della vita di Ryan Newman, interpretato dal sommo Frodo del Signore Degli Anelli anche conosciuto come Elijah Wood, da quando decide di suicidarsi
imbottendosi di pillole a quando, senza riuscirci, comincia a vedere il cane della vicina come un tizio vestito da cane, per i non addetti c’è una foto molto esplicativa qui a lato. Chiaramente Ryan soffre di un disturbo psichico a causa del quale vede Wilfred, il cane, come una persona ed essendo l’unico a vederlo così risulta abbastanza strana la situazione per chi lo vede parlare con il cane.

Se le stranezze finissero qua non sarebbe comunque un problema fare una critica oggettiva della puntata ma se a questo aggiungiamo il fatto che Ryan e Wilfred se ne stanno spaparanzati in un seminterrato a fumare erba, guardare film di Matt Damon (che non è proprio un problema se visti con blande dosi), parlare con un orso di pezza gigante di nome Bear e vivere normalmente affrontando tutto ciò come se fosse normale, capirete che mi risulta un po’ difficile trattare con tematiche del genere. Ora se avete capito la trama e avete guardato la prima stagione potete continuare a leggere, altrimenti ci risentiamo dopo che l’avete recuperata. 
Per tutti coloro che sono rimasti, e che sono rimasti attoniti dopo il finale di stagione, in cui Wilfred si è immolato sul cofano di un’auto, le fila della storia si riprendono qualche mese dopo la “scoperta” che il seminterrato dove Ryan e Wilfred andavano non esisteva e che al suo posto c’è uno sgabuzzino. Questa scoperta ha portato il mingherlino protagonista a farsi ricoverare in una rehab dove ha provato a ristabilirsi mentalmente tramite le cure di un dottore che è Robin Williams! A questo punto dell’episodio noi come telespettatori ne prendiamo atto e ci godiamo la scena ma, tra un sogno onirico di una riunione lavorativa e un altro, prendiamo atto insieme a Ryan che la situazione che ci è stata presentata non è esattamente come sembra. Da cosa lo capiamo? Dal fatto che Ryan stesso scopre che il suo medico è Robin Williams e poi dall’inconfutabile prova data da Bear che guida il furgone con cui Ryan scappa dalla rehab. E quindi che diavolo abbiamo visto fino ad ora? Un sogno, un lunghissimo sogno…
Gli autori giocano con Ryan e con noi facendoci stare in equilibrio costante tra sogno e realtà, tra finzione e verità, un dualismo che noi viviamo seguendo la storia che ci è proposta ma che Ryan vive in qualsiasi dialogo che avviene con Wilfred. Wilfred infatti rappresenta e parla per conto del subconscio negativista di Ryan, un subconscio di cui raramente ci si può fidare ma che a volte, come nel caso del testamento lasciato nello scantinato, serve ad aiutare noi stessi a continuare a scavare per risolvere i problemi che ci affliggono.
E quindi cosa ci è rimasto di questo dannato episodio? Una semplice verità: la rehab è esistita solo nella mente di Ryan che lavora come consulente legale in un’azienda che cerca la cura per il cancro, la sua vicina Jenna è ancora insieme al fidanzato palestrato e il seminterrato esiste veramente e si trova dietro lo sgabuzzino.
Quello che non sappiamo è se Wilfred è ancora il Wilfred che conosciamo o se è un semplice cane ma visto che questo è una serie tv e non un film, la risposta la conosciamo già…
PRO:
  • Bear che guida il furgone
  • Robin Williams che propone l’elettroshock
  • L’interpretazione sempre da applausi di Wilfred
  • La sedia a rotelle che si trasforma in un bongo per la marjuana
  • Wilfred che insegure il fresbee
CONTRO:
  • L’inquietante sensazione che lascia dietro ogni episodio del non essere sicuro di aver afferrato tutta la situazione

Ricomincia così questo telefilm davvero particolare, amato e odiato al tempo stesso per quanto è intricato e psichico. Aldilà della sua facciata da commedy si cela un drama che per quanto introverso potrebbe essere frutto della mente contorta di Nolan. Detto ciò prepariamoci ad un nuovo viaggio e a nuove prese per il culo da parte di David Zuckerman.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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