Twin Peaks 1×08 – The Last Evening – L’Ultima SeraTEMPO DI LETTURA 4 min

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20 Febbraio 1991

Agente Cooper:Mi sono appena reso conto che c’è un grande silenzio qui. Ciò mi porta a concludere con un certo sollievo che gli islandesi che stavano a questo piano hanno lasciato l’albergo… o sono svenuti. Forse non avrò bisogno dei tappi per le orecchie che ho ricevuto stamattina, Diane. Anche se credo che sia più prudente utilizzarli, come misura precauzionale. Ho ordinato latte caldo al servizio in camera. Questo dovrebbe essere sufficiente per garantirmi qualche ora di sonno ristoratore. Il servizio in camera 24 ore su 24 è una delle grandi conquiste della civiltà.


Agente Cooper: As you can hear from the ambience sound around me, and I notice with some relief, that the icelandic group staying on my floor has either checked or… passed out. I’m not needed to the earplugs which I had received today, Diane. Although I suspect that it is more prudent to use them as a precautionary measure. I ordered some hot milk from room service. This should be enough to guarantee me a few hours of sleeptime. 24 hours room service is one of the great achievements of our civilization.

Si conclude così, prima dell’ultimo e assolutamente imprevedibile colpo di scena, la prima stagione de “I segreti di Twin Peaks”, la rivoluzionaria serie televisiva scritta da Mark Frost e dal regista David Lynch che ha tenuto col fiato sospeso gli spettatori di mezzo mondo. Sarà per le sue atmosfere bucoliche e misteriose, i suoi personaggi così iperbolici e stravaganti, tanto falsi e intrisi di citazioni cinefile da apparire (paradossalmente) proprio per questo più reali e verosimili di tanti altri personaggi delle normali soap opera e telenovelas.
In effetti questo prodotto della rete americana ABC si è fin da subito presentato con caratteristiche particolari che l’hanno differenziato dagli altri prodotti del genere come “Dallas” o “Dinasty”. Innanzitutto dietro di esso c’è la mente di uno dei registi hollywoodiani più geniali degli ultimi tempi, il quale è riuscito a portare anche sul piccolo schermo quell’attenzione estrema a particolarità tecniche e narrative tipiche del grande cinema. Chissà che, in futuro, altri grandi autori non seguano l’esempio del regista di “Eraserhead” e decidano di buttarsi a capofitto nell’avventura televisiva.
A questo bisogna aggiungere il fatto di aver miscelato tra loro generi diversi come non mai (dal poliziesco all’horror, alla fantascienza…) facendo accadere veramente di tutto ma senza quell’esagerazione tipica di altri prodotti seriali. L’introduzione del misticismo e della meditazione in una storia poliziesca è stato il vero colpo di genio da parte del duo Frost-Lynch.
Anche in quest’ultima puntata nonostante sia la più “classica” finora mai vista: per buona parte del tempo la vicenda si concentra sulle indagini per la morte di Laura Palmer, compiute dagli agenti di polizia ma anche, indirettamente, da parte di tutti gli abitanti di Twin Peaks. E verso la fine sembra quasi che, finalmente, tutti i nodi vengano al pettine, come in un normale procedural. Ma una cosa che insegna Twin Peaks è che niente è come sembra. Così verso la fine il (presunto) colpevole viene eliminato dalla furia vendicativa di Leland Palmer, togliendoci così la possibilità di scoprire gli ultimi misteri legati alla morte della teenager più desiderata d’America (e non solo).
Allo stesso modo il finale apre a nuovi interrogativi e sfrutta il successo di altre serie televisive simili per carpirne i trucchi al fine di lasciare lo spettatore con più domande che risposte. Così non ci sarebbe da stupirsi se, alla fine di questa prima stagione, la domanda assillante non fosse più “Chi ha ucciso Laura Palmer? (vero e proprio tormentone di quest’anno) ma “Chi ha sparato all’agente Cooper?“.
Domande che verranno lasciate per la prossima stagione (già in programmazione in America e presto anche qui). Per il momento lo spettatore deve accontentarsi di una puntata piena di riferimenti filosofici (le pillole di saggezza citate da Joice), citazioni più o meno indirette a classici del noir e del thriller e alla letteratura alta (“Preparati, perché questa è la sostanza di cui sono fatti i sogni” dice un baldanzoso Benjamin Horne, inconsapevole di stare per fare un incesto di edipica memoria con la figlia Audrey).
È proprio l’attenzione per le sottigliezze e le citazioni colte che ha reso il pubblico (fino ad oggi abituato a sentirsi rassicurato da visioni pedagogizzanti ed esplicative) più “adulto”, ad aver fruttato la fortuna di questa serie. Twin Peaks non è una serie per molti ma, allo stesso tempo, è una serie molto pop.
Non resta che vedere per quanto David Lynch e Mark Frost riusciranno a tenere alto questo desiderio di visione da parte dello spettatore. E quali altri misteri nasconde questa apparentemente tranquilla cittadina del Montana, dove la gente parla coi ceppi e mangia crostate alla ciliegia accompagnate da un ottimo caffè nero.

LATI POSITIVI:
  • Le trame cominciano a venire al pettine (forse)
  • I riflessi dell’agente Andy
  • Atmosfera thrilling
  • Citazioni di classici letterari e cinematografici
  • Chi ha sparato all’agente Cooper?
LATI NEGATIVI:
  • Poco misticismo

Paradossalmente la puntata più classica di tutta questa stagione è anche la più sconvolgente e “irrazionale”. Tutto cambia verso il finale, assolutamente non prevedibile. Per alcuni misteri che si risolvono altrettanti rimangono insoluti, lasciando molte vicende ancora in sospeso. E ora l’interrogativo principale non è più “Chi ha ucciso Laura Palmer?” ma “Chi ha sparato all’agente Cooper?”. Non resta che vedere quali soluzioni vorrà dare (se vorrà darle) David Lynch nella prossima stagione de “I Segreti Di Twin Peaks”.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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