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20 Febbraio 1991
“Quando la Gracula parlerà forse avremo delle risposte.“
Siamo in cerca di risposte, di una risoluzione del Grande Mistero e vogliamo sapere come il Detective Cooper lo risolverà. “Chi ha ucciso Laura Palmer?” E per quale motivo? Queste domande stanno tormentando il pubblico di tutto il mondo.
Ed eccoci qui, di nuovo a Twin Peaks. Di nuovo immersi in quel rosso sensuale, erotico e incredibilmente mistico che Lynch usa in tutta la stagione, colore che rapisce e turba (Audrey indossa proprio questa tinta, le camere sono dipinte così, addirittura il picciolo con cui gioca Audrey è in sintonia). Il rosso è cifra stilistica, chiara rappresentazione di un mondo simbolico, che costruisce e dà dimensione alle cose, ai corpi e all’atmosfera. One Eyed Jack’s, il locale notturno, ne è intriso (tutte le donne sono vestite con succinti abiti color del sangue) diventando metafora della corruzione latente nella cittadina, dell’abbandono assoluto al vizio e quando si entra si spalancano le porte sul grottesco, sull’inconscio, sull’erotico e sull’orrore.
Il profumo dei Douglas Firs, quello della Cherry Pie che inonda la cittadina torna e ritorna, ci rassicura come succede ai bambini seduti a letto, pronti ad ascoltare la favola della buona notte, nonostante Twin Peaks non sia una serie rassicurante. Una buona notte che probabilmente sarà turbata da incubi in cui ancora una volta urleremo per la triste storia di Laura Palmer, ce la prenderemo con quei personaggi così ambivalenti, doppi, sensuali e folli, violenti addirittura. Nessuno è lo stesso dopo il ritrovamento di Laura, del suo corpo bello e giovane, ognuno ha il suo mistero, ognuno ha le sue angosce, i turbamenti da cui fuggire.
“Realization Time – Tempo Di Realizzazione” ricomincia lì dove si era fermato l’episodio precedente, nella camera in cui il detective dorme, sogna e pensa, lì dove Audrey Horne, nuda e desiderabile, si è andata a rifugiare dopo la festa a cui aveva partecipato. Il corpo di Audrey, sensuale come non mai, in lacrime, coperta da un lenzuolo bianco, si presenta a quell’uomo ligio al dovere, serio, legato ai valori che rappresenta (“Tu sei ancora minorenne e io sono un agente [..]. Quello che vorrei fare e quello che devo fare sono due cose molte diverse […]. Nella mia professione è richiesto il rispetto di determinati valori, valori che ho giurato di difendere. Sarebbe sbagliato, lo sappiamo tutti e due”). E’ un uomo giusto come pochi altri di questa serie, che con il suo rigore si staglia sopra gli altri.
“Io voglio arrivare alla verità. È il mio lavoro.”
Cooper segue questa verità, anela ad essa e deve farlo per la professione che esercita. Il detective è centro di tutto, a metà tra soprannaturale e naturale. Incarna lo spirito della serie, abita ed è abitato da dubbi, incertezze che coinvolgono e costruiscono l’intero universo di Twin Peaks – infatti l’agente è Twin Peaks. La serie, con l’ambivalenza che la contraddistingue, oltre ad essere un lavoro impregnato di surrealismo e di sequenze oniriche, fatto di incongruenze, è anche un enorme evento/elemento naturale che aspetta solo di essere analizzato e compreso. Il detective infatti può/deve leggere ciò che gli si para davanti con un’arma di cui solo l’essere umano è dotato, il logos, la parola. E’ ciò che lo aiuta a discernere la materia, a ordinarla, a incasellarla, mettendo tutto a posto. C’è però anche il sogno che lo aiuta, a cui si aggrappa lì dove il ragionamento cade.
Noi siamo come lui, ci identifichiamo con lui, cerchiamo indizi, tentiamo di decifrarli. Dai rilevamenti nella casa di Jacques Renault emerge che, nella notte in cui Laura è morta, Ronette, Leo e Jaques si trovavano con lei. “Sappiamo chi e quando ma non sappiamo il perché” dice Cooper ai suoi e lo spettatore si trova in quella stessa stanza con il suo alter ego nella sua testa e ha in mano il registratore e attende con trepidazione che la Gracula religiosa parli. Waldo è l’unico testimone e nel momento in cui emette il “suo verdetto” viene ucciso. L’avvenimento si sente nell’aria: la musica tensiva e misteriosa, il temporale che infuria costruiscono un climax di grande efficacia. Proprio in questa sequenza si uniscono elementi importanti di questa serie, il cibo (le ciambelle) e la morte (il sangue), ricreando quel legame che spesso si sottende tra nutrimento e morte.
La registrazione è un procedimento determinante nel lavoro di un investigatore ma lo è ancor di più per una serie in cui la duplicità è fondamentale. La duplicazione della voce diventa da una parte imitazione della realtà – che poi diventa “duplicazione fisica” con Maddy -, dall’altra sdoppiamento del significato delle parole dette.
Ritorna a vivere Laura attraverso la riproposizione dei suoi pensieri.
“Come va Dottore? Solo una parola prima di andare a letto. Credo che farò un sogno questa notte, uno di quei sogni, capito?! Quelli che piacciono a te. E’ più facile parlare con il registratore, sento che potrei parlare di tutto, di tutti i miei segreti, anche i più intimi. So che questo ti piace Dottore e so che anche io ti piaccio. Questo sarà il mio piccolo segreto, va bene? Perché è così facile per me fare innamorare un uomo, non devo neanche impegnarmi troppo”.
Nelle parole di Laura dette al Dottore emerge una personalità duplice, da una parte la donna che seduce senza troppo sforzo, dall’altra quella che parla perché aiutata dal mezzo attraverso cui si esprime. Su tutto aleggia il mistero, donato ad un uomo che, come tutti gli altri uomini di Laura, è illuminato da un luce sinistra.
Il valore della duplicazione diventa ancor più forte quando Maddy si veste e interpreta Laura, telefonando a quel dottore per spaventarlo e spingerlo all’errore (“Voglio vederti adesso. La prima cosa che devi fare è andare alla porta”) ma vi aggiunge l’elemento corporeo, sfruttando la somiglianza con Laura. Sembra un’epifania l’arrivo della giovane, vestita come Laura, una sorta di “donna che visse due volte”; ed è come se gli Inferi si fossero aperti e la defunta, illuminata da luce divina, fosse ritornata nel mondo dei vivi.
LATI POSITIVI:
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LATI NEGATIVI:
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“Realization Time – Tempo Di Realizzazione” è un ottimo episodio che porta lo spettatore verso la fine di questa prima stagione. Appare evidente una volta di più che Twin Peaks è una storia sconvolgente, appassionante, spaventosa, in grado di creare adepti. Si tratta di una religione misteriosa e fantasmatica a cui non si può dire no. Capiamo anche grazie a questa penultima puntata che gli spettatori sono come bambini, bisognosi di storie, o meglio della stessa storia, bambini consolati dal ritorno dell’identico.
VOTO 5/5
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.