“The night of the fire. I know what happened, and I understand why you didn’t want me to find out. When I pulled the trigger… When I shot Connolly, I… It came back to me. It was like I was there. I could hear them arguing. He was hurting her. And I know why my father died that night.
I shot him. That’s why you blocked my memory, not to protect yourself. To protect me. You’re my sin eater.”
Questo secondo season finale di The Blacklist in realtà poteva avere tutto un altro nome che non avrebbe avuto nulla da invidiare a quello poi effettivamente dato. All’inizio infatti era trapelato il nome “Masha Rostova” ma evidentemente è venuto poi fuori il dilemma riguardo il numero della Blacklist che gli si sarebbe dovuto assegnare, motivazione più che sufficiente per far virare la scelta degli sceneggiatori verso un titolo più appetibile e anche più coerente con l’evoluzione della storyline: “Tom Connolly (No. 11)”.
The Blacklist questa stagione è riuscito a diluire la trama grazie ad una struttura a matrioska che, se da un lato ha funto da filo invisibile di collegamento tra le varie fasi, dall’altro ha creato indubbiamente più di qualche domanda. Riciclando il discorso che si è fatto riguardo Berlin e la sua storyline, la scoperta della nazionalità di Elizabeth Keen ha scaturito non poche domande anche perché, più per necessità di trama che per effettiva volontà iniziale degli sceneggiatori, è stata resa russa. Questo twist narrativo è alquanto discutibile, in fin dei conti non c’è nessuna vera ragione per la quale Liz debba essere figlia di una spia russa “leggendaria”, l’unica vera ragione per la quale si è fatta questa scelta è quella della funzionalità alla trama stessa. In un momento in cui la Cabal diventa sempre più importante e rende finalmente palese tutto il suo potere all’interno di ogni organo funzionale di governo e non, lo straniero viene visto come un nemico in grado di colpire e ferire l’America, specialmente se lo straniero è di una nazionalità che da sempre è avversa agli americani: russo. Rendere Elizabeth Keen come Masha Rostova è quindi significativo per la sola volontà di porre l’accento su questo fattore di lotta internazionale e di ritorno ad una possibile guerra fredda, niente di più e niente di meno. Che l’effetto avuto sia stato positivo questo è un altro discorso.
Questo “Tom Connolly (No. 11)” gioca un ruolo fondamentale per la serie che di fatto tronca ogni legame con il passato grazie ad una nuova situazione generale che vede la Keen in fuga con Reddington, Ressler come nuovo Harold Cooper e la fine di ogni domanda sul passato di Elizabeth Keen. Reddington è ufficialmente un sin-eater, lo ha fatto per motivi ancora sconosciuti ma almeno ad ora si sa che ogni scelta che ha compiuto non è stata fatta solo per interessi personali ma anche perchè effettivamente c’è un legame tra i due che non si può più negare e che si accentua ancora di più ora che Liz fondamentalmente diventa la nuova Reddington. Va premiata questa improvvisa quanto efficiente voglia di cambiamento, va cambiata perchè ce n’è molto bisogno e perchè si era arrivati ad una situazione di stallo dove la scoperta di altre matrioske avrebbe messo ulteriormente a repentaglio le basi della trama orizzontale.
In tutto ciò c’è solo un piccolo ma grosso sgarbo che viene fatto agli spettatori e riguarda il modo in cui la Keen ha miracolosamente recuperato ogni ricordo. L’uccisione di Tom Connolly non può certamente passare inosservata ma d’altro canto non la si può neanche utilizzare come giustificativo per l’improvviso sblocco dei ricordi repressi perchè, in fin dei conti, ciò che è accaduto non differisce in alcun modo dalle svariate uccisioni commesse dalla Keen in tutte queste stagioni. C’era solo bisogno di una vittima sacrificale, in questo caso era Connolly, nient’altro. Ovviamente questo non giustifica la scelta degli sceneggiatori, al contrario, però va vista in un’ottica di rinnovamento della serie che doveva superare questo elemento narrativo per andare avanti, ed effettivamente ora l’ha fatto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Karakurt (No. 55) 2×21 | 6.90 milioni – 1.4 rating |
Tom Connolly (No. 11) 2×22 | 7.49 milioni – 1.6 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.