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Homecoming 1×04 – RedwoodTEMPO DI LETTURA 3 min

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Homecoming fino ad ora non si era mai fatto riconoscere per una certa velocità narrativa e “Redwood” conferma quanto appena detto in maniera abbastanza chiara. È infatti il primo vero episodio (sempre della durata di 30 minuti) in cui accade veramente poco ma, quel poco che accade, avviene sempre per un motivo ben preciso e soprattutto per uno scopo superiore. Di fatto si può considerare solo l’inizio della chimica sessuale tra Heidi e Walter da un lato, e dall’altro l’introduzione di Colin nel presente, che vale anche come primo incontro tra quest’ultimo e Carrasco oltre che per la chiamata non risposta ad Heidi.

Carrasco:I just have some questions about a Geist program, Homecoming. Are you familiar with that?
Colin:Not really, no. Oh, that program’s no longer operational, right?
Carrasco:It appears not, but I’m just trying to track down an incident report from 2018 regarding a Walter Cruz.
Colin:What is it you think happened?
Carrasco:Well, if you look here you can see Cruz’s, um date of discharge. May 15, 2018.
And if you look here, this is the employment record, uh, of a project administrator, Heidi Bergman.
Do you know her? Heidi Bergman?
Colin:No.
Carrasco:But she did work for Geist?
Colin:Well, if you say so.

Spesso, per citazioni come queste, utilizziamo un sito di riferimento che riporta fedelmente la trascrizione di ogni battuta. Cercando questo breve dialogo però abbiamo notato qualcosa che a prima vista però potrebbe essere sfuggito un po’ a tutti: la lunghezza dello script. Homecoming non è infatti focalizzato sui dialoghi (il che è abbondantemente evidenziato da una regia spaziale firmata da Sam Esmail) ma al tempo stesso il suo script è dannatamente corto, nello specifico questo episodio conta al massimo una sessantina di righe riassumibili in 1 o massimo 2 pagine, contro una media di almeno 10-15 pagine. Il che non è necessariamente una critica a “Redwood” o alla serie in sé, quanto piuttosto una considerazione dell’importanza data alla regia, alle inquadrature e al “non detto”, piuttosto che allo script.
Questo porta direttamente ad un’altra conclusione: per coprire 30 minuti di puntata l’unico modo è stabilire un dialogo con il regista (Esmail in questo caso, che è anche produttore esecutivo), far “dialogare” script e regia ed arrivare ad una completezza narrativa che altrimenti sarebbe venuta meno. C’è però anche da far notare che a volte le stesse poche frasi non portano alcun valore aggiunto alla narrazione, anzi di fatto enfatizzano per differenza tutto quello che non si vuole dire. E questo esempio vale tanto per Colin, che nega fino alla morte ogni legame o conoscenza con Walter Cruz, Heidi Bergman ed il progetto Homecoming, quanto per Walter ed Heidi che devono mantenere una certa distanza per rimanere professionali.
Tutto quel poco che viene raccontato arriva allo spettatore per differenza e questo alla lunga può pesare, non essere digerito o passare come una mancanza piuttosto che come una scelta voluta. Eppure è anche uno dei metodi migliore per enfatizzare la parte di memoria mancante che copre i 4 anni passati a Tampa e la (presunta?) morte di Walter Cruz. Magari non il metodo migliore per il pubblico con un certo gusto, ma allora non è il pubblico adatto a questa serie…

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia immensa come al solito (bravo Esmail)
  • Primo contatto nel “presente” tra Colin e Heidi
  • Bobby Cannavale sempre molto eclettico nella recitazione
  • Accade molto poco
  • Magari qualche battuta in più non guastava

 

È difficile poter considerare “Redwood” alla stregua degli altri 3 episodi. Sicuramente soffre di un ritmo ancora più blando dei suoi predecessori ma è anche aggravato dalla mancanza di eventi rilevanti. Rimane la voglia di proseguire il binge-watching ma è più dovuto ad una regia clamorosa che tiene in alto l’episodio piuttosto che alla storia in sé.

 

Optics 1×03 ND milioni – ND rating
Redwood 1×04 ND milioni – ND rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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