);

Homecoming 1×03 – OpticsTEMPO DI LETTURA 5 min

/
()
Alla fine, verrebbe da dire, è tutta una questione di punti di vista, di ottiche diverse. Da questi primi episodi, sembra che Sam Esmail intenda portare ad un nuovo livello discorsi già affrontati in Mr. Robot. Se in quel caso, infatti, trama e personaggi hanno una dimensione decisamente più grande, mondiale, qui (almeno all’inizio) tutto è più piccolo, più umano, ma non per forza meno efficace, anzi.
Ancora al centro della vicenda ci sono la depressione cronica, l’angoscia esistenziale, il peso delle proprie ambizioni o dei propri fallimenti, quei conflitti interiori che affliggono due lati della stessa medaglia, che colpiscono entrambe le classi sociali contrapposte, tanto i potenti quanto i deboli. Stavolta i protagonisti, però, non sono hacker e potenti magnati da cui dipendono i destini del pianeta, ma reduci di guerra, funzionari amministrativi, che comunque si ritrovano a lottare ora con oscure forze esterne ora (e soprattutto) con se stessi.
Ottiche diverse, si diceva, e l’episodio aiuta a chiarire e ad offrire una nuova lettura ai due piani temporali in cui si svolge la serie. Anche il futuro di Heidi e delle indagini del burocrate Thomas Carrasco è infatti strettamente legato al titolo della serie, poiché presenta semplicemente un altro, e diverso, homecoming. C’è quello del presente della narrazione, dell’iniziativa omonima che vede coinvolti i reduci “tornati a casa”, e quello del futuro, del “ritorno a casa” di Heidi, che adesso si scopre non ricordare affatto della passata esperienza al servizio dell’omonima iniziativa. Due facce della stessa medaglia, quindi, dominate entrambe dalla paranoia, dalla paura verso qualcosa di indeterminato, di cui si avverte la minaccia pur non comprendendone la natura.
Ecco infatti che torna il complottismo, tanto caro ad Esmail, anche in questo caso rappresentato in due diversi sviluppi. Da un lato c’è Lip Gallagher Shrier (che non a caso veste, in un divertente easter egg, la tipica felpa nera con cappuccio indossata da Rami Malek in Mr. Robot) ossessionato dalla sensazione che non gli stiano raccontando tutta la verità, il quale però (a differenza di Elliot) viene presto smentito, almeno apparentemente; dall’altra ci sono, in questo caso sì, le positive scoperte di Carrasco, che nonostante il consiglio della sua superiore decide di approfondire i propri sospetti sulla vicenda. Se per un attimo, infatti, Esmail sembrava aver voluto voltare le spalle all’ideologia che ispira personaggi come Elliot e Shrier, quella ricerca della verità che rifiuta di credere a ciò che la società rifila loro, con le azioni del puntiglioso e volitivo burocrate ritorna sui binari a lui più congeniali. Gioco autoreferenziale a parte, è come se l’autore abbia voluto dire: “sì, complottate, ma con cautela”; continua a prediligere la volontà di farsi domande, di analizzare ciò che accade nel mondo, ma al tempo stesso sembra quasi avvertire di usare la ragione, perché c’è il rischio di prendere cantonate clamorose.
Ritornando alla pura trama, va notato come la sempre abile e stratificata scrittura di Esmail sia in grado di colpire ancora, infondendo allo spettatore il giusto interesse alla vicenda, nel portarlo (appunto) a farsi delle domande esattamente come fanno i protagonisti sullo schermo. Ciò che cambia, stavolta, è il modo in cui le rivelazioni arrivano. Se infatti Mr. Robot è il trionfo della tecnologia, in Homecoming il futuro ha delle sembianze paradossalmente più “antiquate” del presente. Una diversità che presenta un’ulteriore contrapposizione tra Elliot e Carrasco, dove il primo si avvale continuamente di tutte le proprie conoscenze informatiche, mentre il secondo sembra più affezionato ai post-it, alla penna che fa scattare in maniera compulsiva, agli infiniti archivi che ricordano tanto quelli di Indiana Jones. Anzi, il burocrate viene addirittura tradito dalla tecnologia, con quelle luci che non funzionano spesso come dovrebbero (geniale la lampada che si accende sul finale, a sottolineare letteralmente “l’illuminazione”). Non è un caso allora che la scoperta definitiva arrivi proprio su carta, ripresa con estrema scrupolosità dalla macchina da presa.
Proprio quei documenti confermano un’altra verità essenziale per la serie, il rapporto chiave e cruciale tra Cruz e Heidi, attorno a loro ruota tanto l’intera trama quanto lo stesso format dello show, che riporta alla mente quello tra Tony Soprano e la dottoressa Melfi. E infatti, fino ad ora, non sono stati mostrati gli altri colloqui che la psicologa tiene con gli altri soldati/pazienti della struttura. E come accadeva ne I Soprano, si assiste sulla scena all’incontro tra due personalità completamente distanti, che riescono però a trovare un punto di contatto nella loro umanità, tanto da arrivare a influenzarsi a vicenda e a rimanere affascinati dall’altro, dalla sua differente ottica.
Ed è così che attraverso i loro confronti, la serie tocca i punti di vista più variabili e universali, in tema di lavoro, famiglia, amore. Di riflesso, Heidi viene allora contrapposta a Colin (enfatizzato dallo split screen su schermo), alla visione cinica della terapia da parte del boss proprio nei riguardi di Cruz. Colin che però una famiglia ce l’ha, a differenza di Heidi che invece la rifugge (si registra la simpatica vendetta di Julia Roberts nei confronti di Dermot Mulroney, ossia il migliore amico de Il Matrimonio Del Mio Migliore Amico, capostipite della friendzone). Il personaggio interpretato da Bobby Cannavale (sempre mostruoso), però, condivide con la propria impiegata le difficoltà della vita privata date dall’eccessiva dedizione al lavoro, ed ecco il punto di contatto, l’umanità. Ed è interpellando il principio di relatività, della visione del caso Cruz da un’altra ottica, che Heidi riesce a tenersi il paziente prediletto. Alla fine, come si diceva, è tutta una questione di punti di vista.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Cosplay di Elliot da parte di Lip Gallagher 
  • La vendetta della Roberts su Mulroney de Il matrimonio del mio migliore amico
  • Il futuro, più “antico” del presente
  • Bobby Cannavale, che fa sempre “cose” poco ordinarie quando è al telefono 
  • La fuga dalla struttura 
  • Esmail che tradisce Elliot, per poi rifarsi 
  • L’indagine di Carrasco nel deposito che farebbe invidia a Indiana Jones 
  • Se vi chiedevate il perché della presenza di ben due attori (bravissimi) di Shameless (White e Mulroney), beh, forse c’entra il fatto che la compagna di Sam Esmail sia Emmy Rossum/Fiona 
  • La dedizione di Heidi al lavoro, sottolineata più volte quasi in maniera ridondante

 

Homecoming, al suo terzo episodio, continua a presentarsi come una storia avvincente, dai caratteri totali, condotta dalla pregevole e mai banale messa in scena di Sam Esmail, autore modernissimo e in stato di grazia. Per ora, quindi, largamente promossa.

 

Pineapple 1×02 ND milioni – ND rating
Optics 1×03 ND milioni – ND rating

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Rispondi

Precedente

House Of Cards 6×08 – Chapter 73

Prossima

The Walking Dead 9×06 – Who Are You Now?

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.