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The Good Place 3×09 – Don’t Let The Good Life Pass You ByTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Martin was… a lot of things. Snail, firstly, but also a friend.”
(RIP Martin, grazie di tutto, ti siano lievi i ravanelli)

Già annunciato nel precedente episodio, ecco arrivare il tanto atteso plot twist che interrompe la serie di puntate verticali, su cui si era focalizzato lo show, e riporta tutto sul piano orizzontale con un ultimo spiazzante cliffhanger finale.
“Spiazzante” non tanto per la risoluzione che sceglie di adottare, quanto per la modalità di rappresentazione.
In un momento di grave pericolo, infatti, Eleanor e soci vengono gettati (praticamente a forza) da Janet nel “suo Limbo” (espressione che troverà probabilmente una spiegazione nel prossimo episodio). Azione positiva, dal momento che lo scopo è quello di salvarli dall’attacco dei demoni, negativa se si considerano le ultime parole famose dell’interfaccia tecnologica che accennano ad una loro possibile “morte”, o comunque una possibile conseguenza negativa a seguito del loro viaggio nel Limbo.
D’altra parte, sia Michael che Janet non sono certo famosi per la loro inventiva e la loro capacità di districarsi dalle situazioni potenzialmente pericolose (basti pensare al nomignolo ridicolo che adottano mentre sono “in incognito” sulla Terra), per cui è lecito aspettarsi grandi cose dal prossimo episodio.
Nel frattempo quello che lascia questa puntata, invece, sono più dubbi che certezze. La svolta narrativa certamente più positiva è quella rappresentata dalla storyline che vede come protagonisti, per l’appunto, il duo Michal-Janet “in incognito” come giornalisti a casa del mitico Doug Forcett (un immenso Michael McKean reduce da Better Call Saul), l’unico mortale che è riuscito ad andare nell’aldilà (grazie ad un trip di allucinogeni) e ha capito come funziona il sistema di punteggio per il Posto Bello.
Ed è proprio il sistema di punteggio la chiave di volta che permette di andare oltre nella narrazione e porre l’accento su una questione che era stata lasciata in sospeso fin dall’inizio di stagione: ma non è che per caso il sistema di punteggio ha una qualche falla al suo interno?
Il dubbio viene posto guardando gli effetti che questo ha sulle persone che decidono di seguire in maniera radicale uno stile di vita “sano” come il sistema vorrebbe. Il quale porta, più che altro, ad una Non-Vita dove si è sempre al servizio esclusivo delle altre persone e mai di sé stessi (ed è il motivo per cui molta gente che lavora troppo nel sociale impazzisce prima o poi) rendendo comunque infelice la propria vita.
Il tema principale della serie viene così esplicato nel suo estremismo: è meglio vivere solo per sé stessi, comportandosi spesso in maniera egoistica, o con altruismo sacrificando però il proprio benessere per quello degli altri? Nella vita certamente ciò che è meglio sta in mezzo a questi due assiomi, ma certamente la serie, giocando su questo dualismo estremista, riesce a porre l’accento su questioni filosofiche millenarie e, allo stesso tempo, a far divertire il proprio pubblico.
Lo stile di vita e le fisime del vecchio Doug Forcett unite alla mimica slapstick di Michal e Janet e della situazione surreale in cui i tre si vengono a trovare, sono ciò che tiene in piedi tutto l’episodio.
Viceversa, appare più debole la storyline che dovrebbe riguardare i veri protagonisti dello show: le quattro “anime perse” cazzeggiano stazionano all’interno del bar per tutta la durata dell’episodio quasi come se fossero parcheggiate in attesa dell’evento conclusivo. In questo segmento narrativo l’unica cosa che riesce a non spezzare il ritmo e le battute sono le gag e i dialoghi di Jason (geniale quello sul gioco del biliardo nella “versione di Jacksonville”), tanto che l’arrivo dei demoni viene quasi visto come “salvifico” da parte dello spettatore. Anche perché dà la possibilità di vedere Janet lottare contro i demoni in versione Kill Bill, il che rende tutto sicuramente molto più bello.
Ma per buona parte del tempo l’azione è molto rallentata ed è più incentrata sul rapporto tra Eleanor e Chidi. Un rapporto che forse (dopo la tanto sospirata, e particolarmente sofferta, “dichiarazione d’amore”) potrebbe trovare finalmente la sua conclusione. O forse no, dipende in che direzione vorranno gli autori farla andare, anche se certamente qualche ostacolo in mezzo ai due ci sarà ancora.
A maggior ragione, l’ultima scena sembra quasi buttata lì per caso: la risoluzione finale viene ampiamente spoilerata (di fatto lo spettatore già s’immagine cosa potrebbe trovare nel prossimo episodio) e tutto viene prima velocizzato e poi interrotto improvvisamente. Il tipo di risoluzione finale riesce comunque a suscitare un minimo d’interesse nello spettatore, ed è proprio quello che (anche se in maniera così brusca) riesce a mantenere l’attenzione sull’episodio e a far apprezzare questo pre-final season.
Non rimane dunque che vedere come si concluderà questa stagione, sperando che la prossima volta il povero Chidi riesca a finire la sua battuta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Doug Forcett
  • Michael e Janet Scoop, inviati speciali
  • Lo stile Jascksonville
  • Janet versione Kill Bill
  • Dichiarazione d’amore a Chidi
  • Considerazioni sul “sistema di punti” e plot twist tanto atteso
  • Quattro protagonisti un po’ troppo passivi
  • Finale buttato via

 

Episodio che finalmente riporta l’attenzione sulla storyline orizzontale e regala un plot twist degno di questo nome. Il finale è un po’ raffazzonato, ma la puntata presenta un ottimo ritmo narrativo e il Doug Forcett di Michael McKean è un personaggio incredibilmente “fantozziano“.

 

The Worst Possibile Use Of Free Will 3×08 2.77 milioni – 0.8 rating
Don’t Let The Good Life Pass You By 3×09 2.69 milioni – 0.8 rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

1 Comment

  1. A regà so 13 gli episodi non 10 quindi manca ancora molto prima della fine.

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