“One by one, they all just fade away.”
Come termina una comedy
La citazione sopra riportata è uno dei versi della canzone degli At Least It Was Here, The 88, sigla della comedy Community. Poche comedy come quella citata hanno alla meglio rappresentato il concetto di tempo che scorre e dei cambiamenti inevitabili, anche all’interno di un contesto cristallizzato come quello delle serie da 20 minuti a episodio. La comedy normalmente è inserita in una zona nel tempo e nello spazio parzialmente immutabile e termina quando tali elementi vanno a mutare (matrimoni, traslochi…).
“Uno per uno, vanno svanendo tutti”. La traduzione letterale del verso della canzone di Community sembra pensata apposta per il series finale di The Good Place, in cui quasi tutti i personaggi vanno svanendo letteralmente, o comunque trovando un loro lieto fine, in un rapido progredire di eventi determinato dai 50 minuti conclusivi di “Whenever You’re Ready”. Una comedy atipica, in cui la progressione della trama orizzontale è sempre stata al centro dei riflettori, in cui i personaggi vivevano in un aldilà fantasioso e visionario, non poteva andare avanti a lungo, senza il rischio di scadere in banalità o finire sopra le righe. Ciò non toglie che al termine delle “sole” quattro stagioni di durata, non si potesse donare allo show un finale che ricalcasse o tratteggiasse le caratteristiche classiche di una comedy. Tanto che non sono mancati neanche i momenti commoventi che spesso colgono di sorpresa lo spettatore abituato a episodi su episodi di risate.
“Remember that day we were with our parents? My mom kissed you goodbye, and got lipstick on your cheek, and your mom rubbed it off. I don’t know why that was it, but that was it.”
L’amore nell’aldilà
Motivo di commozione è sicuramente il momento di distacco tra Eleanor e Chidi, non certo una delle coppie più epiche della storia della televisione, ma sicuramente capace di subire un’evoluzione interna notevole, soprattutto nelle personalità dei due personaggi. L’avanti veloce di svariati Bearimys inevitabilmente conduce ai momenti in cui i protagonisti decidono di varcare la famosa soglia. In un contesto così metafisico, così ultraterreno, c’è tempo per uno dei momenti più intensi ed umani che a tradimento colpisce lo spettatore. Toccante emozione e straziante affetto per la girl from Arizona pervadono lo spettatore che non la vuole in nessun modo vedere abbandonata e privata di quell’amore che tanto l’ha fatta crescere e per cui tanto ha tribolato.
Allo stesso tempo passa tranquillamente il messaggio di Chidi, cresciuto moltissimo anche lui, per cui un momento così intimo e umano, come quello descritto nella citazione, rappresenta il raggiungimento della pace dei sensi. Se per lui, Jason e gli altri tale consapevolezza comporta una decisione da prendere, un passo da compiere, lo spettatore fortemente umano ne trae un differente messaggio, tanto banale quanto profondo ed efficace: la felicità sta nelle piccolissime cose. Non importa quanto in alto si possa puntare e a quanto si possa ambire, i momenti veramente spensierati e felici arrivano mentre se ne attendono degli altri, magari utopistici, e arrivano con piccoli gesti e situazioni quotidiane che spesso si danno per scontate. Ed è proprio quando per un attimo si smette di cercare la perfezione e la felicità estrema che questa arriva.
“Picture a wave in the ocean. You can see it, measure it, its height, the way the sunlight refracts when in passes through, and it’s there, and you can see it, you know what it is. It’s a wave. And then it crashesbl on the shore, and it’s gone. But the water is still there.”
La conclusione di The Good Place
Una serie che inizia con la presentazione di un aldilà, per poi ambientarci l’intero show. La domanda ultima dell’essere umano – cosa c’è dopo la morte – viene soddisfatta in un semplice pilot. Da lì la fantasia degli autori inizia a dare il meglio per quattro stagioni, con trovate utili a potenziare il comparto comico dello show, ma anche con trovate altrettanto utili a rendere tale comedy un concentrato di etica e filosofia morale.
La conclusione di The Good Place, con una serie di avanti veloce, riporta tutto alla dimensione umana. I personaggi si trovano a dover varcare una soglia dopo la quale c’è l’ignoto. Come se, partendo da una situazione ultraterrena, l’umanità dei personaggi, attraverso vari processi, avesse riportato il tutto alla dimensione tipicamente umana dell’incertezza. Anche dopo aver progettato un intero aldilà.
Allo stesso modo, chi umano non era, capisce i benefici della suddetta incertezza e trova il suo personale lieto fine in una vita terrena, con tutti i piccoli gesti che la caratterizzano. Ribadendo in tal modo il messaggio di felicità di cui sopra.
The Good Place ha rappresentato un capitolo nella storia delle comedy la cui importanza verrà sicuramente riconosciuta con il passare del tempo. Visti illustri predecessori, il fatto che il finale non abbia snaturato né rinnegato quanto mostrato può sicuramente lasciare soddisfatti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Patty 4×12 | 2.12 milioni – 0.6 rating |
Whenever You’re Ready 4×13 | 2.32 milioni – 0.7 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.