Stephen King ha diverse fissazioni che emergono qua e là nei suoi libri, volutamente soprannaturali, in parte fantascientifici ma tutti con i tratti comuni di violenza e analisi delle reazioni umane. Tra le varie cose che riecheggiano nelle opere del Maestro Del Terrore, una di queste è quella di essere un amante della trasposizione del Male assoluto sotto forma di essere umano. Diciamo che, se non è una sua prerogativa, sicuramente è un qualcosa di abbastanza ricorrente nei suoi romanzi.
Old lady from the prison: “My great grandmother was from The old country. For me, in Cuba, I was told El Cuco would come. My grandmother, when she was a child, was told the same. Her grandmother, before they left Spain, was told the same. Back, and back, and back it goes.
El Cuco? Sleep child, sleep now El Cuco comes and eats you El Cuco, Jumbee, met an old Russian woman once who called hers Baba Yaga.”
Holly: “Uh The Boogeyman.”
Old lady from the prison: “If you like. All the old cultures, we had the bad habit of turning truth into fairy tales. When we tell our children about El Cuco, we say, “If you misbehave, it’ll take you away and eat you. What we should tell them is, “It doesn’t matter either way; it takes what it wants.”
Difficilmente però si è mai riusciti a scoprire più di tanto circa il Male (dello specifico romanzo), e ancora più raramente si è fatta chiarezza circa la sua origine nella prima metà della storia o anche solo nella storia stessa. Quanto visto e sentito dire in questa “Que Viene El Coco” è sicuramente una rarità, piacevole ma pur sempre una rarità che è accompagnata anche da un piccolo contrappasso: la perdita del mistero.
Il realismo della storia di King si è infatti appena scontrato contro un muro fatto di miti e leggende che si sono propagate in maniera abbastanza naturale in tutto il mondo. Chiunque ha sentito parlare del famigerato “Uomo Nero” quando era piccolo, una sorta di spauracchio usato più che altro per creare quel timore reverenziale nei bambini e tenerli a bada facilmente, ma non tutti hanno mai fatto quel passo in più ragionando su quanto strana sia la “celebrità” di questa storia nelle diverse culture. Una celebrità che fa riflettere e in qualche modo porta a ricredersi circa la coincidenza ed i dettagli comuni che si riscontrano nelle varie storie, siano russe, cubane o europee. El Coco potrebbe essere effettivamente meno fantastico e più reale.
Il contrappasso diretto di questa rivelazione, che si presuppone vera, non è visibile in questo episodio ma è da considerarsi nel lungo periodo e ha un impatto sia sui character che sulla narrazione. Se da un lato il personaggio interpretato da Mendelsohn sta perdendo importanza per via delle scoperte e del focus concesso a Holly Gibney (e non sembra essere così facile riacquistare spessore in futuro), dall’altro la componente reale deve accettare l’esistenza dell’elemento fantastico ed è necessario convergere la storia dentro binari un po’ diversi. Ovviamente con il rischio di fallire.
“Que Viene El Coco” si rivela essere l’ennesimo gradevolissimo episodio, ma è anche quello che mette un punto fermo alla narrazione, concede un po’ di informazioni allo spettatore e, di fatto, promette un cambio di ritmo. Tante speranze, tante promesse ed un’esecuzione che finora non lascia adito a recriminazioni: in altre parole, c’è molta fiducia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dark Uncle 1×03 | 0.85 milioni – 0.2 rating |
Que Viene El Coco 1×04 | 0.98 milioni – 0.2 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.