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Pearson 1×09 – The RivalTEMPO DI LETTURA 4 min

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Jessica:I don’t mean to be judgmental here Lillian, but …
Lillian:It’s my idea
Jessica:Your idea?
Lillian:I told her if she wanted to go there, she needed to go all in
Jessica:They’re children, Lillian
Lillian:So was I and your father when they turned hoses on us in Alabama. They are not  too young to be educated.

La narrazione si concede solo un momento, proprio all’inizio, per chiudere la parentesi dello scorso episodio e occuparsi di Stephanie Novak, la quale manda pesantemente a fanculo a quel paese il marito, ma lo fa con suprema eleganza e per questo merita un applauso.
Si passa poi subito al vero centro d’interesse della puntata: la protesta degli sfrattati dei quartieri popolari, i quali hanno innalzato una vera e propria tendopoli fuori dal municipio. Angela è uno dei capi e, quando sembra aver raggiunto un accordo vantaggioso con la cugina Jessica, purtroppo si intromette l’avvocato Salazar. Uomo ambizioso, egli vuole alzare la posta e spinge i dimostranti a non scendere a patti, nella speranza di strappare condizioni ancor più vantaggiose al comune. Ha fatto pure un pensierino alla possibilità di usare la notorietà derivante dal caso in questione, come leva per una carriera politica. Sembra ignorare la teoria detta “la rovina del giocatore”, secondo la quale a continuare a giocare d’azzardo, alzando la posta, si perde sempre e comunque. Si vedrà nel prossimo episodio se le previsioni di tempesta verranno rispettate o meno, perché da ambo le parti ci sono persone sinceramente convinte di essere nel giusto, temprate da mille battaglie, ciascuno a modo suo, quindi poco disposte a cedere il passo.
Nel gestire la spinosa situazione, il sindaco si dimostra mediamente all’altezza. Brucia ancora la scottatura presa con l’affare Ickaris, quando ha cantato vittoria troppo presto. Bobby Novak risulta comunque molto più digeribile in vesti professionali che impegnato in intrighi sentimentali.
Poiché la contrattazione con gli sfrattati richiede di essere gestita anche dal punto di vista mediatico, c’è lavoro di qualità pure per Derrick e fa piacere vederlo tirar fuori la grinta, farsi valere e pretendere di capire cosa c’è in realtà dietro alla notizia da vendere al pubblico.
Intanto, Keri si fa venire un’eccellente idea: trovare lavoro in uno stilosissimo studio legale privato in zona Lake Shore Drive. L’augurio sincero è di vederla riuscire, almeno stavolta, a trovare la determinazione necessaria per portare fino in fondo la sua decisione. Potrebbe essere un valido spunto per allargare gli orizzonti e cambiare le dinamiche in vista di un’eventuale seconda stagione. Intanto è stato carinissimo vederla chiedere consiglio al padre.
Per il momento, però, Miss Allen dovrà occuparsi di problemi molto più urgenti, ovvero della confessione di un sempre tormentatissimo Nick. Potrebbe riguardare l’omicidio di Tommy Diehl, ma non sarebbe del tutto inaudito se avesse ucciso, già che c’era, Pat McGann. Di sicuro sarà un piatto forte di cacciagione da servire all’F.B.I., il cui arrivo è previsto nella prossima puntata, per portare avanti le indagini in corso già da un po’.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Stephanie Novak, l’eleganza del vaffa
  • Keri nel settore privato è un’ottima idea
  • Anche Derrick si fa valere
  • Jessica Pearson, come dire Giulio Cesare
  • L’intromissione di Carlos Salazar
  • Fare lotta dura, senza paura, fino alla fine, non sempre dà i migliori risultati

 

Come previsto, l’episodio ha abbandonato le divagazioni sentimentali per dedicarsi a problemi sociali e a far procedere la trama giallo-noir. Il risultato se ne giova. Con la prossima puntata, Pearson concluderà questa sua prima stagione, decisamente poco esaltante sia dal punto di vista degli ascolti, sia dal punto di vista della resa scenica. Il tentativo di adattare la formula di Suits ad un mondo meno patinato rispetto a quello delle fusioni tra aziende multimilionarie e dei contratti fra i maggiori campioni dello sport non sembra del tutto riuscito. Diversi elementi non si incastrano a dovere e il tempo dedicato ai risvolti sentimentali risulta troppo e mal gestito. Jessica sicuramente ne esce a testa alta. Proprio nell’episodio in oggetto, si rileva come non abbia bisogno di un titolo, perché lei è Jessica Pearson. Come dire Giulio Cesare: non importa se, tecnicamente, non fu mai imperatore, era dittatore perpetuo e aveva ogni potere possibile ed immaginabile a Roma, per cui comandava e basta.

 

The Political Wife 1×08 0.51 milioni – 0.08 rating
The Rival 1×09 0.54 milioni – 0.08 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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