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“I never thought I could come back here. My childhood ended right here. For the longest time, this whole place, this whole town, all I ever wanted to do was just run away from it. Then a little time passed. […]
This place still makes me sad. But I’m not afraid of it anymore.”
This place still makes me sad. But I’m not afraid of it anymore.”
Può una serie continuare ad essere estremamente ben rappresentata scenicamente pur presentando delle lacune consistenti a livello di storia? La risposta ovviamente è si, e This Is Us sembra essere entrata ormai di diritto in questa categoria.
La trilogia di episodi con protagonisti Randall, Kevin e Kate, ribattezzata proprio “The Big Three Trilogy”, che la serie di Dan Fogelman sta mandando in onda in queste settimane, è un perfetto esempio di come gli autori siano in grado di proporre una storia che a livello di messa in scena appare estremamente godibile e ben rappresentata peccando, però, al livello di trama.
Al centro di tutto c’è una normale settimana di vita vissuta che viene mostrata di episodio in episodio sotto i tre punti di vista differenti dei fratelli Pearson. Dopo essere partiti la volta scorsa con la settimana infernale di Randall, ecco che adesso tocca a quella vissuta da Kevin, in attesa tra quindici giorni (nel mezzo ci sarà una piccola pausa della serie), di approfondire quella di Kate. E l’idea alla base di questa trilogia non può certo non risultare accattivante e propositiva.
Come lo scorso episodio, infatti, anche “Part Two” si è rivelata estremamente ben presentata e con quella punta di dolce malinconia che da sempre contraddistingue le puntate di This Is Us. A fare da guida ai tre episodi, ormai è chiaro, spicca la sempre rassicurante guida di Jack attraverso i flashback, un escamotage quello della notte in bianco passata a turno con i bambini che rende ancora più significativo ognuno dei capitoli. Anche i flashback più recenti poi, quelli con la versione adolescente dei ragazzi, aiutano a dare un significato ancora maggiore alle situazioni del presente, con una inesorabile sovrapposizione di momenti e situazioni che mirano a mostrare i paragoni o le differenze con il passato.
Da questo punto di vista, il capitolo dedicato a Kevin si presenta ben curato. Utilizzare il funerale della madre di Sophie – persona che a quanto pare ha rivestito un ruolo importante durante la giovinezza di Kevin – come linea guida è servito a congiungere il passato con la morte di Jack al presente, riproponendo, però, nuovamente la sua personale telenovelas con Sophie. Quest’ultimo elemento infatti è stato il punto debole che, come si diceva ad inizio recensione, risiede tutto nella trama.
A livello di storia, riportare in auge la storyline tra Kevin e la sua ex moglie non è servita assolutamente a nulla per quanto riguarda quel percorso personale che il maggiore dei fratelli Pearson sta seguendo ormai da un po’. Le sue recriminazioni per aver mandato all’aria il rapporto con Sophie sono ormai note e, seppur un nuovo livello di amicizia sembra essere stato ricostruito tra i due, non sembra essere questo il caso per una riapertura su altri livelli. In più, come ciliegina sulla torta, in un momento di sconforto Kevin termina l’episodio a letto con la migliore amica di sua sorella. Un ottimo modo di incasinare nuovamente le cose.
Come accaduto con gli attacchi di panico di Randall nello scorso episodio, ben presentati ma fermi comunque allo stesso punto, anche questa parte concentrata su Kevin si mostra, dunque, bella ma priva di veri sviluppi. Tutto in attesa del prossimo capitolo, quello su Kate, che invece, stando ai primi indizi, potrebbe davvero portare a dei cambiamenti consistenti.
La trilogia di episodi con protagonisti Randall, Kevin e Kate, ribattezzata proprio “The Big Three Trilogy”, che la serie di Dan Fogelman sta mandando in onda in queste settimane, è un perfetto esempio di come gli autori siano in grado di proporre una storia che a livello di messa in scena appare estremamente godibile e ben rappresentata peccando, però, al livello di trama.
Al centro di tutto c’è una normale settimana di vita vissuta che viene mostrata di episodio in episodio sotto i tre punti di vista differenti dei fratelli Pearson. Dopo essere partiti la volta scorsa con la settimana infernale di Randall, ecco che adesso tocca a quella vissuta da Kevin, in attesa tra quindici giorni (nel mezzo ci sarà una piccola pausa della serie), di approfondire quella di Kate. E l’idea alla base di questa trilogia non può certo non risultare accattivante e propositiva.
Come lo scorso episodio, infatti, anche “Part Two” si è rivelata estremamente ben presentata e con quella punta di dolce malinconia che da sempre contraddistingue le puntate di This Is Us. A fare da guida ai tre episodi, ormai è chiaro, spicca la sempre rassicurante guida di Jack attraverso i flashback, un escamotage quello della notte in bianco passata a turno con i bambini che rende ancora più significativo ognuno dei capitoli. Anche i flashback più recenti poi, quelli con la versione adolescente dei ragazzi, aiutano a dare un significato ancora maggiore alle situazioni del presente, con una inesorabile sovrapposizione di momenti e situazioni che mirano a mostrare i paragoni o le differenze con il passato.
Da questo punto di vista, il capitolo dedicato a Kevin si presenta ben curato. Utilizzare il funerale della madre di Sophie – persona che a quanto pare ha rivestito un ruolo importante durante la giovinezza di Kevin – come linea guida è servito a congiungere il passato con la morte di Jack al presente, riproponendo, però, nuovamente la sua personale telenovelas con Sophie. Quest’ultimo elemento infatti è stato il punto debole che, come si diceva ad inizio recensione, risiede tutto nella trama.
A livello di storia, riportare in auge la storyline tra Kevin e la sua ex moglie non è servita assolutamente a nulla per quanto riguarda quel percorso personale che il maggiore dei fratelli Pearson sta seguendo ormai da un po’. Le sue recriminazioni per aver mandato all’aria il rapporto con Sophie sono ormai note e, seppur un nuovo livello di amicizia sembra essere stato ricostruito tra i due, non sembra essere questo il caso per una riapertura su altri livelli. In più, come ciliegina sulla torta, in un momento di sconforto Kevin termina l’episodio a letto con la migliore amica di sua sorella. Un ottimo modo di incasinare nuovamente le cose.
Come accaduto con gli attacchi di panico di Randall nello scorso episodio, ben presentati ma fermi comunque allo stesso punto, anche questa parte concentrata su Kevin si mostra, dunque, bella ma priva di veri sviluppi. Tutto in attesa del prossimo capitolo, quello su Kate, che invece, stando ai primi indizi, potrebbe davvero portare a dei cambiamenti consistenti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio che si fa sicuramente apprezzare per l’idea, la presentazione e, insieme agli altri due, per le modalità da “trilogia sui fratelli Pearson”. Peccato che a livello di sviluppo si rimanga ancora ben impantanati.
A Hell Of A Week: Part One 4×11 | 6.59 milioni – 1.5 rating |
A Hell Of A Week: Part Two 4×12 | 6.42 milioni – 1.4 rating |
Sponsored by This is Us – Italia
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.