All Rise 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 3 min

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A Los Angeles, un procuratore distrettuale viene promosso a giudice della corte suprema della contea e deve fare i conti con tutte le conseguenze derivanti dall’essere passato “dall’altra parte” della barricata.
Si può riassumere con queste poche parole la trama di questa nuova serie della CBS, una serie dove non c’è nulla di originale rispetto a tanti prodotti simili visti negli ultimi anni. Come genere, siamo in zona legal dramedy e in certi momenti sembra di vedere le ormai celeberrime situazioni tragicomiche di Ally McBeal, stavolta con un giudice impacciato al posto di un avvocato impacciato. Peccato che questi stessi siano molto più fiacchi e meno frequenti dell’originale. A questo tono leggero si tenta di aggiungere anche situazioni più serie, almeno come tematiche. Questo in teoria poiché nella pratica alle intenzioni non sempre seguono i fatti.
Il grande difetto che si può imputare ad All Rise è principalmente il non aver scelto chiaramente una strada da seguire, un mood specifico, rendendo difficile comprendere cosa si stia realmente guardando.
A situazioni spesso goffe e ridicole se ne affiancano altre di natura più drammatica, ma il tutto rimane tremendamente superficiale e già visto. Per carità, emulare qualcosa come la suddetta Ally McBeal non è di per sé facile ma, in questo caso specifico, alla fine della visione il recensore non sa bene cosa pensare riguardo a quanto visto. Non è un prodotto scarso, sia chiaro, ma si fatica ad appassionarvici, venendo a mancare la fatidica scintilla che dice “continua a vederlo perché sembra interessante”.
Probabilmente non è un pensiero degli spettatori americani visto il numero consistente di spettatori approcciatosi alla series premiere ma bisognerà vedere se rimarranno sintonizzati. Ad ogni modo, si può affermare che sia un ottimo accompagnamento alle mattine casalinghe di sabato, quando si è intenti alle faccende domestiche, avendo il tempo ogni tanto di allungare l’occhio sul televisore per cogliere i passaggi fondamentali. In quest’ottica, svolge un buon lavoro.
Nel cast non emergono prove attoriali particolarmente rilevanti ma il tutto si assesta su un livello medio. La protagonista, Lola Carmichael interpretata da Simone Missick (Misty Knight nel MCU),  risulta simpatica e combattuta nel suo nuovo ruolo di giudice. È evidente che sul suo personaggio si tenti di mischiare gli aspetti drammatici e comici della serie, usandola come perno del gruppo di comprimari più o meno socialmente normali (senza che ne spicchi nessuno in particolare).
Fortunatamente, non viene troppo insistito l’approccio politicamente corretto (lei, donna di potere e nera di carnagione), così da potersi permettere un registro meno irrigidito e quindi noioso. Da segnalare la presenza tra i comprimari di Marg Helgenberger, ex CSI e Under The Dome, in un altro ruolo che la vede come coach/supervisore del neo giudice.
La regia svolge bene il suo compito con tappeti musicali adatti a quanto raccontato. C’è un buon ritmo in generale, per cui i 40 minuti passano piacevoli. Essendo questo il pilot, rimane il dubbio che quanto di buono visto finora possa crollare negli episodi successivi, andando a popolare il cimitero delle serie tv carine ma senza guizzi particolari che il pubblico americano regolarmente cestina durante quest’epoca di peak tv.
Questo finora è solo un timore poiché, come detto, gli spettatori non hanno disertato la visione di questo pilot e, in fondo, non è un male: c’è una parte di pubblico che ama serie più rassicuranti e di medio livello, che non debbano necessariamente sconvolgere durante la visione ma che sappiano intrattenere con una storia piacevole e simpatica.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto abbastanza pulito e ordinato…
  • …senza guizzi realmente dissacranti

 

Come detto sopra, se di norma siete persone che fanno molte pause audiovisive durante le pulizie del fine settimana, questa serie potrebbe essere perfetta per le vostre intenzioni. Vista così, le si può dare un bel Save senza troppe remore. Altrimenti…

 

Pilot 1×01 6.03 milioni – 0.7 rating

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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