American Crime Story: The People V. O. J. Simpson 1×02 – The Run Of His LifeTEMPO DI LETTURA 5 min

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Quando si vuole valutare il rendimento di una determinata squadra, o di un determinato giocatore, non ci si ferma mai ai freddi numeri. Infatti, spesso viene considerato anche l’ambiente in cui si gioca (es: un giocatore che fa male in una squadra in bancarotta e con compagni non all’altezza sarà giudicato meno severamente rispetto a chi sta deludendo in un contesto idilliaco).
I fattori esterni sono stati stati l’elemento cardine anche del processo contro O. J. Simpson. In quanti paesi al mondo l’ex campione di football (che, tra l’altro, nel 2008 è stato condannato a 33 anni di reclusione per rapina a mano armata e sequestro di persona) sarebbe stato dichiarato non colpevole? Uno solo. Gli Stati Uniti, un paese che, già allora, era sconvolto dalla brutalità della polizia (in particolare la LAPD, la stessa che ha arrestato Simpson) e dalle rivolte della comunità afroamericana. In un contesto sociale del genere è quasi scontato che, quando una celebrità (anzi, all’epoca era La celebrità) di colore viene accusata di omicidio, più di qualcuno inizi a pensare all’accanimento della polizia verso i neri.
Le serie che sono ambientate nel passato, soprattutto se narrano eventi realmente accaduti, nascondono un problema: gli spettatori conoscono già, tutta o in parte, la storia. Basti pensare a The Knick: quando i dottori provavano nuove tecniche o formulavano ipotesi su come guarire dall’alcolismo, tutti sapevano come sarebbe andata a finire. Questa situazione si amplifica, ovviamente, quando si parla del processo più famoso della storia americana. Essendone pienamente a conoscenza, Ryan Murphy decide di non soffermarsi troppo su alcun aspetto, lasciando qua e là briciole di ciò che sarà poi determinante nella formulazione di quel “Not guilty“. La questione razziale viene così apparentemente messa in secondo piano, rimanendo però più che evidente.
“The Run Of His Life” è dedicata quasi interamente alla fuga sull’autostrada, un momento sconvolgente, ai limiti del grottesco (AC Cowlings, ex giocatore di buon livello, guida una macchina su e giù scortato dalla polizia e con una star mondiale ricercata per omicidio che si sta puntando una pistola alla tempia) e così incredibilmente potente da rimanere impresso nell’immaginario collettivo per decenni e, inoltre, in grado di far mettere in un riquadrino i Knicks di Pat Ewing che stavano battendo gli Houston Rockets di Olajuwon (la compagine texana alla fine vinse comunque l’anello, ndr). Pur sapendo già il finale, come scritto anche sopra, la scena non risulta assolutamente priva di tensione, anzi, grazie ad un gigantesco Cuba Gooding Jr. e ad una grande prova di David Schwimmer, già più a suo agio rispetto al pilot.
Il personaggio interpretato dall’ex Ross di Friends, pur sembrando una delle pedine meno importanti nella vicenda (curiosa, e ben riuscita, la scena durante la quale i giornalisti non riescono a pronunciare il cognome Kardashian, scatenando la rabbia delle figlie), sta assumendo un peso specifico sempre più significativo, soprattutto a livello morale. Egli, infatti, funge da vero e proprio collante tra il team di avvocati, la famiglia Simpson e, soprattutto, O.J. Inoltre appare anche come uno dei pochi personaggi realmente positivi al pari di Marcia Clark, unicamente mossa dal desiderio di giustizia al di là dello status sociale (come emerso dal pilot, lei non aveva idea di chi fosse The Juice).
Non corrisponde certo a questa descrizione Robert Shapiro, che sfrutta la mediaticità del caso per farsi pubblicità gratuita ricordando ogni volta la sua professionalità e i numerosi casi importanti a cui ha partecipato. La conferenza stampa del personaggio interpretato da John Travolta si contrappone a quella del procuratore Garcetti, il quale promette pugno di ferro e tolleranza zero anche nei confronti di chi sta favorendo la fuga dell’ex eroe americano. Dietro le sue parole e la sua determinazione nel risolvere la faccenda si nascondono due motivazioni, entrambe simboleggiate da due frasi tanto brevi quanto significative: il mancato arresto di Simpson e la conseguente situazione dell’autostrada hanno fatto passare la polizia di Los Angeles da violenta a violenta e incompetente (“If it were our absolute goal, could we look more incompetent?“). A ciò è prettamente collegata l’altra ragione della rabbia del procuratore, molto più egoistica e, in un contesto del genere, assolutamente inopportuna: dopo un evento del genere, le possibilità di fare carriera sono ridotte all’osso. Garcetti lo sa e, in un momento di sconforto, si lascia sfuggire un “Christ, I thought I was gonna run for mayor.” davanti alla Clark (che gli lancia un’occhiata glaciale) che ribadisce, ancora una volta, come siano veramente poche le persone interessate esclusivamente alla verità e al caso.
Anche alle persone che incitavano Simpson in autostrada importava ben poco della sua innocenza o colpevolezza. The Juice è stato subito strumentalizzato trasformandosi sin da subito in un mezzo attraverso il quale vendicarsi di una polizia spesso razzista e gratuitamente violenta. A posteriori, la loro è stata una battaglia persa, dato che il problema sussiste tutt’oggi e l’unica persona che ha tratto beneficio dalle accuse alla LAPD è stato Simpson, l’unico, all’interno della storia, a non aver subito discriminazioni, anzi, a non aver fatto nulla per migliorare la situazione (“He became white“, un po’ la stessa cosa di cui fu sempre accusato anche Carl Lewis). In questo clima di confusione assume sempre più importanza la figura di Johnnie Cochran, interpretato da un grande Courtney Vance che, per il momento, difende Simpson solo in quanto afroamericano potenzialmente vittima di discriminazione, ma rifiutandosi di assisterlo perché a lui interessavano solo i casi vincenti. Sarà quindi interessante, nel corso delle puntate, osservare e capire ciò che lo ha spinto ad assistere OJ e a formulare la celebre frase: “If it doesn’t fit, you must acquit“.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Niente

 

Dopo un ottimo pilot, American Crime Story si mantiene su livelli di eccellenza assoluta. Se esiste un po’ di giustizia nel mondo, ai prossimi Emmy Awards FX, tra Fargo e ACS, dovrebbe uscire dalla sala con vagonate di premi.

 

 

From The Ashes Of Tragedy 1×01 5.11 milioni – 2.0 rating
The Run Of His Life 1×02 3.89 milioni – 1.5 rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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