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Esattamente come in “Fire And Reign”, episodio che si presenta in tutto e per tutto un prosieguo del precedente – e quindi l’ennesimo flashback inutile ad un passo dal finale di stagione – anche questa recensione continua esattamente da dove ci eravamo lasciati la volta precedente: “non c’è molto altro da aggiungere, l’episodio di per sé non è brutto ma risulta inutile e dannoso per l’economia della serie”. Se dunque già in “Sojourn” si lamentava una sostanziale inutilità di fondo del fattore flashback a due puntate dal season finale, che dire adesso che la conclusione di Apocalypse si trova letteralmente dietro l’angolo? La risposta, naturalmente, sta nelle bestemmie di chi guarda, o ancor peggio di chi recensisce, costretto a guardare 40 minuti di vecchie che parlano di gonorrea, capelli a scodella, Kathy Bates che diventa RoboCop e celebri principesse russe che in realtà sono streghe ma hanno bisogno di Mallory in una vasca da bagno per non essere trucidate selvaggiamente dai bolscevichi in un seminterrato siberiano. Insomma, le solite robe a cui ci ha abituato Murphy in questi quasi dieci anni di storie iniziate bene e finite sempre malissimo.
A riprova di quanto appena detto in merito all’inutilità dell’episodio, potreste tranquillamente andare a leggere la precedente recensione e la valutazione calzerebbe a questo “Fire And Reign” come un guanto. I problemi, infatti, restano gli stessi: perché decidere di focalizzarsi sull’ascesa del figlio di Satana e della Cooperativa piuttosto che sullo scontro tra Michael e le streghe? Perché tirare fuori nuovamente i due nerd col taglio a scodella, dipingendoli tra l’altro come due geni della manipolazione in grado addirittura di raggirare il figlio di Satana in persona nonostante l’abuso estremo di cocaina e l’evidente ritardo mentale al di fuori del contesto informatico? Perché tirarsi la zappa sui piedi sempre, puntualmente, ad una manciata di puntata dalla fine? Probabilmente le risposte a questi nostri interrogativi non giungeranno mai. O chissà, magari verremo sbalorditi dal finale di stagione – non contateci troppo. Ma una cosa è certa, la pessima gestione operata da Murphy, Falchuk e colleghi in merito alla progressione narrativa stagionale, anno dopo anno, è l’unica vera certezza di American Horror Story. Oltre ad Evan Peters che puntualmente interpreta la parte del disadattato, e puntualmente diventa subito il beniamino dello spettatore.
Nella costante immobilità narrativa che puntualmente accompagna il finale stagionale di AHS, quest’anno troviamo l’ascesa della Cooperativa, associazione che a quanto pare sarebbe un nome in codice per i ben più conosciuti Illuminati – o forse era solo l’ennesima panzana detta dai due nerd cocainomani per raggirare Michael che, ricordiamo, è il FIGLIO DI SATANA – organizzazione che vedrebbe seduti allo stesso tavolo leader mondiali o comunque figure di spicco all’interno del panorama politico ed economico globale, accomunati dalla peculiarità di aver venduto (letteralmente) l’anima al diavolo per ottenere potere, denaro, donne e quant’altro e quindi ora costretti a pagare il proprio debito al paparino di Michael lavorando per lui travestiti da Daft Punk. Un aggiunta senza dubbio “essenziale” al background della Cooperativa, abbondantemente spiegato dallo stesso Langdon una cosa come 8 episodi fa e quindi totalmente inutile se non ai fini del minutaggio, distribuito in questo episodio secondo il seguente schema: 5 minuti di capelli a scodella per introdurci al piano geniale dei due nerd strafatti, 15 minuti buoni di Kathy Bates che si improvvisa RoboCop e uccide tutte le streghe a colpi di mitra e dei suddetti nerd che raggirano l’Anticristo con una microcamera, altri 15 minuti buoni di viaggi nel tempo nella Siberia post-bellica, scoprendo tra l’altro che il viaggio nel tempo sarà la chiave per la risoluzione del problema Anticristo, e infine poco più di 5 minuti per mostrarci la start-up avviata da Michael Langdon e il suo fidato robot-butler. Fine.
Ah già, hanno anche sterminato tutti i Warlock.
A riprova di quanto appena detto in merito all’inutilità dell’episodio, potreste tranquillamente andare a leggere la precedente recensione e la valutazione calzerebbe a questo “Fire And Reign” come un guanto. I problemi, infatti, restano gli stessi: perché decidere di focalizzarsi sull’ascesa del figlio di Satana e della Cooperativa piuttosto che sullo scontro tra Michael e le streghe? Perché tirare fuori nuovamente i due nerd col taglio a scodella, dipingendoli tra l’altro come due geni della manipolazione in grado addirittura di raggirare il figlio di Satana in persona nonostante l’abuso estremo di cocaina e l’evidente ritardo mentale al di fuori del contesto informatico? Perché tirarsi la zappa sui piedi sempre, puntualmente, ad una manciata di puntata dalla fine? Probabilmente le risposte a questi nostri interrogativi non giungeranno mai. O chissà, magari verremo sbalorditi dal finale di stagione – non contateci troppo. Ma una cosa è certa, la pessima gestione operata da Murphy, Falchuk e colleghi in merito alla progressione narrativa stagionale, anno dopo anno, è l’unica vera certezza di American Horror Story. Oltre ad Evan Peters che puntualmente interpreta la parte del disadattato, e puntualmente diventa subito il beniamino dello spettatore.
Nella costante immobilità narrativa che puntualmente accompagna il finale stagionale di AHS, quest’anno troviamo l’ascesa della Cooperativa, associazione che a quanto pare sarebbe un nome in codice per i ben più conosciuti Illuminati – o forse era solo l’ennesima panzana detta dai due nerd cocainomani per raggirare Michael che, ricordiamo, è il FIGLIO DI SATANA – organizzazione che vedrebbe seduti allo stesso tavolo leader mondiali o comunque figure di spicco all’interno del panorama politico ed economico globale, accomunati dalla peculiarità di aver venduto (letteralmente) l’anima al diavolo per ottenere potere, denaro, donne e quant’altro e quindi ora costretti a pagare il proprio debito al paparino di Michael lavorando per lui travestiti da Daft Punk. Un aggiunta senza dubbio “essenziale” al background della Cooperativa, abbondantemente spiegato dallo stesso Langdon una cosa come 8 episodi fa e quindi totalmente inutile se non ai fini del minutaggio, distribuito in questo episodio secondo il seguente schema: 5 minuti di capelli a scodella per introdurci al piano geniale dei due nerd strafatti, 15 minuti buoni di Kathy Bates che si improvvisa RoboCop e uccide tutte le streghe a colpi di mitra e dei suddetti nerd che raggirano l’Anticristo con una microcamera, altri 15 minuti buoni di viaggi nel tempo nella Siberia post-bellica, scoprendo tra l’altro che il viaggio nel tempo sarà la chiave per la risoluzione del problema Anticristo, e infine poco più di 5 minuti per mostrarci la start-up avviata da Michael Langdon e il suo fidato robot-butler. Fine.
Ah già, hanno anche sterminato tutti i Warlock.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Satan just greenlit your talk show for 13 episodes.”
Sojourn 8×08 | 1.64 milioni – 0.8 rating |
Fire And Reign 8×09 | 1.65 milioni – 0.8 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.