American Horror Story: Cult 7×09 – Drink The Kool-AidTEMPO DI LETTURA 4 min

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Essere parte di un setta richiede una cosa fondamentale: la cieca fedeltà al santone di turno.
Essa viene espressa tramite un’incondizionata lealtà a chi ha messo in piedi quel culto che promette la salvezza e la felicità a tutti i suoi adepti. Non poteva esimersi del parlare di queste sette (e del potere che hanno sull’animo umano) la stagione di AHS dedicata al culto nelle sue molteplici forme.
Le capacità manipolative di Kai erano evidenti già dall’inizio della stagione ma finora erano state usate più seguendo un discorso politico/sociale che strettamente pseudoreligioso. In quest’ultimo episodio, utilizzando l’immancabile rito di morte e resurrezione, si è certi della assunzione di Kai a vero e proprio santone di questa setta dedita alla distruzione di questo mondo ormai corrotto nei valori. Il tutto però assume un contorno beffardo visto che il “veleno” Kool-Aid risulta solo una miscela di acqua e zucchero senza reali conseguenze sul corpo delle vittime. Espletata questa pratica per confermare la fedeltà dei suoi adepti, l’unico elemento che mancava a rendere Kai quel nuovo messia che vuole essere per la politica e società americana è la discendenza. E’ quindi scontato l’utilizzo di Oz a rappresentarlo, anche tenendo conto del suo nome completo, quell’Ozymandias, nome greco di Ramses, il mitico re dei re protagonista di una famosa poesia di Shelley.

 

My name is Ozymandias, king of kings: look on my works, ye Mighty, and despair!Nothing beside remains. Round the decay of that colossal wreck, boundless and bare, the lone and level sands stretch far away.” [P.B.Shelley]

 

Peccato che tutta questa predestinazione venga manipolata da Ally che fa manomettere i documenti relativi alla donazione del seme usato per il concepimento di Oz tramite fecondazione artificiale. Proprio il personaggio di Ally, dallo scorso episodio, sembra aver cambiato faccia e caratterizzazione. Il suo soggiorno nel centro di riabilitazione l’ha trasformata rendendola forse più crudele dello stesso Kai. Ed è qui forse che cominciano ad essere evidenti i problemi di questa stagione. Essi sono sostanzialmente riconducibili alla necessità di infilare, uno dopo l’altro, troppi plot twist nascondendosi dietro alla ormai diffusa pazzia che governa ormai tutti i personaggi, ma senza una curata evoluzione che li possa giustificare. L’assassinio di Ivy da parte di Ally, che potrebbe risultare funzionale in termini di trama, non lo è nel coinvolgimento dello spettatore, che si trova di fronte ad un’azione troppo estrema non appoggiata da una caratterizzazione coerente. Sarebbe stato forse meglio farlo accadere più avanti poiché la guarigione di Ally dalle sue fobie risulta troppo veloce e “facile”, prima di reali conseguenze in un così breve tempo (due settimane in un centro riabilitativo non fanno miracoli). A questo si aggiungano i molteplici piani di fuga o le mutue alleanze messi in piedi dai membri della setta. Tutti troppo repentini/e e senza alcuna base logica se non la necessità di scioccare lo spettatore con l’ennesimo plot twist. Ally è diventata cattivissima e senza scrupoli, Ivy oscilla troppo spesso su stati emotivi diversi, Winter senza alcuna coerenza. Il tutto risulta essere troppo per poter digerire certi salti logici nella trama dell’episodio, inficiando il godimento di altri momenti, invece, molto efficaci (i sermoni di Kai e le riflessioni che ne scaturiscono). Potrebbe essere semplicemente che Murphy e Falchuk non abbiano resistito (come al solito) a calcare la mano sulle possibilità offerte dal tema, perdendo però la visione e la coerenza dell’insieme.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Evan Peters notevolmente in forma in questa stagione, nel ruolo dei molti santoni assassini
  • Le scene tra Ally e Kai sono sempre molto ben posate e recitate
  • Troppi plot twist spesso senza logica
  • La caratterizzazione di Ally risulta completamente ribaltata.
  • In generale, molti personaggi anche se pazzi, agiscono senza coerenza narrativa

 

Ci ha messo un po’ ma AHS torna a ripetere determinati errori che hanno reso confuse le precedenti stagioni. Va detto però che il tema di fondo risulta ancora centrato e, nonostante tutto, appassionante. Mancando solo due episodi si spera che si rientri nei ranghi e si concludano le cose nella maniera migliore possibile.

 

Winter Of Our Discontent 7×08 2.06 milioni – 1.0 rating
Drink The Kool-Aid 7×09 1.48 milioni – 0.7 rating

 

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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