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A dispetto di quanto scrivevamo solo qualche giorno fa, Aquarius è stato rinnovato per una 2° stagione e quindi è arrivato il momento di porsi qualche domanda e allo stesso tempo fare il punto della situazione.
Quella che era stata presentata come una “serie evento”, cioè come un progetto da una stagione sola, ma in realtà aveva un backup-plan per i successivi 4 anni, ha visto duplicare la sua durata di vita. Se i fan hanno di che festeggiare, il restante numero di spettatori che guardano la serie come riempitivo estivo non sanno bene come spiegarsi la scelta, o meglio: lo sanno e la cosa non è proprio di loro gradimento.
Secondo la sinossi data dalla stessa NBC, Aquarius è “a sprawling work of historical fiction that begins two years before the 1969 Tate-LaBianca murders“, ciò vuol dire che prima di vedere il vero Charles Manson bisognerà attendere almeno l’anno prossimo e questo è l’unico lato positivo per il rinnovo che così acquista un senso logico. Viceversa se si vuole guardare al mero lato pratico non si potrà che riconoscere il disappunto di come una “serie evento” che paventava l’utilizzo del personaggio di Manson in realtà abbia utilizzato la sua nomea per poi diventare qualcosa di diverso. Arrivati alla nona puntata si hanno ben chiare le dinamiche che animano lo show e si può dire con una certa sicurezza che Charles Manson non sia il protagonista assoluto della storia ma solamente uno dei tanti.
Aquarius ha il grosso pregio di ricreare perfettamente l’atmosfera di quegli anni, dando libero sfogo sì alla fantasia per quanto riguarda la trama orizzontale, ma offrendo un ottimo panorama narrativo per la situazione dell’epoca, ed è questo il suo maggior punto di forza. Il trittico di episodi “Cease To Resist”, “Sick City” e “Why?” non offre moltissimo a livello di trama ma sicuramente permette di ritornare a quell’epoca e di respirare il profondo clima di disagio e di odio che attanagliava le persone: bianchi contro neri, Pigs contro tutti, Black Panthers contro tutti. L’acceso disagio sociale dovuto alla recente acquisizione dei diritti da parte di Martin Luther King è stata la miccia che ha fatto cambiare la condizione sociale di milioni di afroamericani e che, per pari intensità, ha creato un’ondata di malumore non indifferente che spesso e volentieri veniva incarnata dai Pigs, i poliziotti, in quanto bianchi e dotati del potere di fare un po’ tutto. Nonostante si sia vista questa rabbia repressa da parte e verso i Pigs già diverse volte, “Why?” si fa da capostipite di questa intolleranza razziale e, grazie ad una serie di “coincidenze” non fortuite, aiuta a far riflettere ben più di tutte le altre puntate.
Mentre “Cease To Resist” e “Sick City” sono utili solo per preparare il terreno alla vendetta di Manson, “Why?” offre una panoramica completa non solo della storyline secondaria di Manson principale ma soprattutto dell’epoca. L’uccisione di più poliziotti in un quartiere abitato prettamente da afroamericani non può che assurgere subito agli onori delle cronache che, cercando di fomentare il tutto, punteranno subito il dito verso gli stessi afroamericani, rei di odiare i bianchi e quindi i più facili da colpevolizzare. D’altronde perchè mai un bianco dovrebbe uccidere degli altri poliziotti bianchi? La questione razziale la fa da padrone ed è sicuramente il lato migliore offerto da Aquarius, non c’è alcun dubbio. A guadagnarci ci sono un po’ tutti i protagonisti secondari che riescono a risplendere in un moto di autostima crescente, ed era ora.
Quella che era stata presentata come una “serie evento”, cioè come un progetto da una stagione sola, ma in realtà aveva un backup-plan per i successivi 4 anni, ha visto duplicare la sua durata di vita. Se i fan hanno di che festeggiare, il restante numero di spettatori che guardano la serie come riempitivo estivo non sanno bene come spiegarsi la scelta, o meglio: lo sanno e la cosa non è proprio di loro gradimento.
Secondo la sinossi data dalla stessa NBC, Aquarius è “a sprawling work of historical fiction that begins two years before the 1969 Tate-LaBianca murders“, ciò vuol dire che prima di vedere il vero Charles Manson bisognerà attendere almeno l’anno prossimo e questo è l’unico lato positivo per il rinnovo che così acquista un senso logico. Viceversa se si vuole guardare al mero lato pratico non si potrà che riconoscere il disappunto di come una “serie evento” che paventava l’utilizzo del personaggio di Manson in realtà abbia utilizzato la sua nomea per poi diventare qualcosa di diverso. Arrivati alla nona puntata si hanno ben chiare le dinamiche che animano lo show e si può dire con una certa sicurezza che Charles Manson non sia il protagonista assoluto della storia ma solamente uno dei tanti.
Aquarius ha il grosso pregio di ricreare perfettamente l’atmosfera di quegli anni, dando libero sfogo sì alla fantasia per quanto riguarda la trama orizzontale, ma offrendo un ottimo panorama narrativo per la situazione dell’epoca, ed è questo il suo maggior punto di forza. Il trittico di episodi “Cease To Resist”, “Sick City” e “Why?” non offre moltissimo a livello di trama ma sicuramente permette di ritornare a quell’epoca e di respirare il profondo clima di disagio e di odio che attanagliava le persone: bianchi contro neri, Pigs contro tutti, Black Panthers contro tutti. L’acceso disagio sociale dovuto alla recente acquisizione dei diritti da parte di Martin Luther King è stata la miccia che ha fatto cambiare la condizione sociale di milioni di afroamericani e che, per pari intensità, ha creato un’ondata di malumore non indifferente che spesso e volentieri veniva incarnata dai Pigs, i poliziotti, in quanto bianchi e dotati del potere di fare un po’ tutto. Nonostante si sia vista questa rabbia repressa da parte e verso i Pigs già diverse volte, “Why?” si fa da capostipite di questa intolleranza razziale e, grazie ad una serie di “coincidenze” non fortuite, aiuta a far riflettere ben più di tutte le altre puntate.
Mentre “Cease To Resist” e “Sick City” sono utili solo per preparare il terreno alla vendetta di Manson, “Why?” offre una panoramica completa non solo della storyline secondaria di Manson principale ma soprattutto dell’epoca. L’uccisione di più poliziotti in un quartiere abitato prettamente da afroamericani non può che assurgere subito agli onori delle cronache che, cercando di fomentare il tutto, punteranno subito il dito verso gli stessi afroamericani, rei di odiare i bianchi e quindi i più facili da colpevolizzare. D’altronde perchè mai un bianco dovrebbe uccidere degli altri poliziotti bianchi? La questione razziale la fa da padrone ed è sicuramente il lato migliore offerto da Aquarius, non c’è alcun dubbio. A guadagnarci ci sono un po’ tutti i protagonisti secondari che riescono a risplendere in un moto di autostima crescente, ed era ora.
In tutto ciò, quello che riguarda Manson e la trama orizzontale in sé è veramente poco. Bisogna guardare ai 120 minuti complessivi per poter avere più di qualche parola da spendere a riguardo perché altrimenti si sarebbe stati qui a criticarne la quasi totale assenza. Sono comunque relativamente pochi gli avvenimenti, sicuramente non un numero sufficiente, per garantire alla serie l’utilizzo dell’eco offerto dalla presenza di Charles Manson. È proprio Manson di fatto l’anello debole di Aquarius, non tanto per la sempre buona recitazione offerta da Gethin Antony, quanto perché, alla luce dei fatti presentati, è sua la parte che sembra un riempitivo: esattamente ciò che non dovrebbe essere. Manson è stato pestato selvaggiamente da un Hodiak ubriaco e ora è in cerca di una clamorosa vendetta che avviene solo nel finale di “Why?”, o almeno incomincia lì. Tutto ciò che accade prima in “Cease To Resist” e “Sick City” è solo un palliativo per l’attesa che corrobora lo show.
La storyline di Manson è lenta, d’altronde con una previsione anche per altri anni è quasi una necessità, però i piccoli eventi che ne modificano la psiche di puntata in puntata non possono bastare per giustificarlo come antagonista principale. Se in 3 episodi gli unici avvenimenti sono la somministrazione di droga a Hodiak, una performance en plen air mal riuscita ed un rapporto omosessuale ormai quasi abitudinario con Ken Karn, allora c’è veramente da chiedersi perchè non si sia optato per un numero più breve di puntate o per una trama con altri personaggi. Aquarius è un procedurale che si maschera da drama storico quando in realtà non lo è, bisogna prenderne atto, riponderare le aspettative e successivamente valutarlo per ciò che è realmente.
La storyline di Manson è lenta, d’altronde con una previsione anche per altri anni è quasi una necessità, però i piccoli eventi che ne modificano la psiche di puntata in puntata non possono bastare per giustificarlo come antagonista principale. Se in 3 episodi gli unici avvenimenti sono la somministrazione di droga a Hodiak, una performance en plen air mal riuscita ed un rapporto omosessuale ormai quasi abitudinario con Ken Karn, allora c’è veramente da chiedersi perchè non si sia optato per un numero più breve di puntate o per una trama con altri personaggi. Aquarius è un procedurale che si maschera da drama storico quando in realtà non lo è, bisogna prenderne atto, riponderare le aspettative e successivamente valutarlo per ciò che è realmente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il trio di episodi è un crescendo verso la sufficienza che attraversa varie fasi: l’insufficienza piena (“Cease To Resist”), la quasi insufficienza (“Sick City”) e una buona performance (“Why?”). Nel complesso ci si mette quindi una mano sul cuore e si regalano i 3 Emmy, ovviamente speranzosi per un miglioramento corale.
A Whiter Shade Of Pale 1×06 | 3.22 milioni – 0.6 rating |
Cease To Resist 1×07 | 2.44 milioni – 0.4 rating |
Sick City 1×08 | 2.47 milioni – 0.5 rating |
Why? 1×09 | 1.18 milioni – 0.2 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.