Drammatico, analitico e triste. Ecco in poche parole come riassumere la puntata che porta il titolo della sua protagonista: “Sara”.
Non ha parlato, non ha fiatato e non ha combattuto vestendo i panni di Canary, eppure la Lance in questo episodio rappresenta la chiave di volta, l’elemento principale pur nella sua assenza scenica. La sua centralità si è riversata su tutti gli altri personaggi che devono elaborare un lutto importante, ognuno a proprio modo affrontando sé stessi e i propri timori. Fin dalla scorsa puntata si è palesata l’importanza ai fini narrativi della (seconda) morte di Sara Lance: andare ad intaccare quell’apparente equilibrio che abita in ogni personaggio di Arrow. Da Oliver a Felicity, le conseguenze del lutto si ripercuotono su tutti e gli autori ne approfittano per eviscerare da ognuno di loro sentimenti e timori analizzando le loro reazioni.
In generale la puntata è ricca di svolte e di decisioni che ognuno prende in virtù di quanto accaduto, la cosa maggiormente apprezzabile sono le interazioni che si generano intorno alla trama principale. Oliver è un supereroe abituato alla solitudine e ogni volta che capita qualcosa di traumatizzante si raggomitola, metaforicamente parlando, in sé stesso, arrivando quasi a “disumanizzarsi”. Proprio in questo frangente si inseriscono perfettamente Diggle e Felicity che danno al supereroe la giusta scossa e l’aiuto nella comprensione di quanto accade. Un altro rapporto che viene influenzato dagli eventi è quello tra Ray e la Smoak che decide di smettere di osteggiare il nuovo AD della Queen Consolidated accettando il nuovo lavoro.
Per quanto riguarda il villain della puntata, scopriamo che la pista che Arrow e la sua squadra seguono per trovare il colpevole della morte di Sara conduce a Simon Lacroix. Un nemico di poca importanza che serve solo per arrivare ad un buco nell’acqua. L’arciere cecchino non è infatti il colpevole. Chi c’è allora dietro alla morte di Sara? Se non è stata la Lega degli assassini chi può essere stato?
In generale “Sara” è un episodio buono per le interazioni tra i personaggi, come sempre i combattimenti sono ben studiati e coreografici, ma complessivamente la trama e il ritmo subiscono uno brusco rallentamento se non addirittura uno stop. La drammaticità della morte della Lance viene fatta vivere pienamente dai personaggi, rendendo questo secondo episodio forse il più triste e commovente dell’intera serie.
L’unica Lance rimasta, Laurel, risulta poco credibile nel ruolo di vendicatrice. Uno dei timori più grossi riguarda il passaggio di consegna che c’è stato tra Sara e la sorella durante lo scorso finale di stagione: sarà lei Black Canary? E quanto potrebbe giovare alla serie? Ovviamente sono tutti dubbi leciti se si pensa alle passate stagioni e alle prestazioni, non sempre convincenti al cento per cento di Katie Cassidy. Attualmente Laurel non è nella posizione di ricoprire tale ruolo e necessita di un grande cambiamento, di evolversi verso qualcosa di diverso, qualcosa che potrebbe anche essere Black Canary ma non alle condizioni attuali.
Parlando invece di una guest star già conosciuta, rivediamo il buon vecchio Tommy, anche se nel complesso questa scelta di riportare nel flashback proprio questo personaggio risulta del tutto superflua se non addirittura frustrante, anche per la tipica noiosità di cui è ormai marchiato Merlyn junior.
Il finale invece ci porta a Corto Maltese e ci sorprende con la piccola Thea che si allena incoraggiata da papà Merlyn. Cosa ci aspetta quindi nel prossimo episodio ora che la piccola di casa Queen è tornata in scena?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Calm 3×01 | 2.81 milioni – 1.0 rating |
Sara 3×02 | 2.32 milioni – 0.8 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.