“When we thought you were dead, each one of us had to figure out why we were doing all this. Seems like it’s your turn.”
Chiunque nella sua vita abbia letto dei fumetti per almeno un anno avrà sicuramente riconosciuto l’esistenza di trend stagionali che culminano in saghe-evento che modificano in maniera permanente, per il successivo anno (almeno), lo status quo del supereroe in questione. Se fino ad ora Arrow era sembrato estraneo a questo genere di cose, pur nel rispetto del classico big bad da sconfiggere nel season finale (Malcolm Merlyn e Slade Wilson), ultimamente le cose sono andate in maniera diversa, sia perchè effettivamente in questa terza stagione non c’è un vero e proprio nemico unico da sconfiggere, sia perchè con l’arrivo di The Flash le cose hanno cominciato a farsi più interessanti.
Nel finale di “Nanda Parbat” Ra’s Al Ghul aveva spiazzato tutti, pubblico e non, con la proposta di successione al trono, un vero e proprio colpo di scena che ha modificato tutte le carte in tavola. L’offerta è spiazzante quanto rivoluzionaria, intrigante quanto pericolosa, insomma la classica mossa narrativa che scatena il fandom nei forum e fa parlare moltissimo di sè. Diventare il nuovo Ra’s Al Ghul significa assumere il ruolo di capo della più grande congrega di assassini del mondo e questo va in totale contrasto con lo status quo del personaggio per come lo conosciamo ad ora. La crescita di Oliver come Arrow è iniziata con la decisione di non uccidere più nessuno, una scelta necessaria quanto doverosa per l’evoluzione in quel supereroe che tutti aspettavano. I supereroi, in quanto “protettori del bene” non uccidono per una questione etica e di principio, sacrificando loro stessi pur di salvare una singola vita. La crescita della morale di Oliver è stato un processo lungo ma decisamente molto attento ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, tanto che ora pensare ad un suo ritorno all’omicidio pare una cosa quanto mai assurda ed in totale contrasto con il personaggio. Tuttavia i precedenti, nel mondo fumettistico e seriale non mancano: quello magari più famoso riguarda il Buffyverse e nello specifico Angel, diventato capo della Wolfram & Hart nel finale della 4° stagione; nei comics della Marvel è piuttosto recente invece la nomina di Daredevil a capo della Mano in Shadowland. Inutile dire che ruoli del genere cambiano le persone, le logorano, le costringono ad andare avanti per compromessi ed il tutto viene sopportato perchè il mantra “è per una buona causa” non viene mai dimenticato.
Le parole di Felicity scritte nell’incipit riecheggiano nell’aere come ammonimento per la situazione di Oliver e non fanno altro che accrescere l’attesa per la decisione che verrà presa. Non ci è dato sapere quale sarà la scelta di Oliver, tuttavia se vestirà i panni di nuovo Ra’s Al Ghul la strada da percorrere non sarà differente rispetto a quella dei suoi predecessori cartacei e non.
“The Offer” e “Suicidal Tendencies” offrono una miriade di spunti narrativi che si sovrastano l’un l’altro, il tutto sempre mantenendo viva l’offerta della League Of Assassins. Se sul fronte sentimentale tra Thea e Roy si è riaccesa la fiamma della passione, su tutti gli altri fronti non mancano le evoluzioni e gli scontri tra personaggi, sia famigliari che non. Quella, per così dire, meno interessante e più secondaria delle altre è legata al rapporto padre-figlia della famiglia Lance, ormai sempre meno uniti e distaccati. Ovviamente è una questione di tempo prima che ritornino al normale status quo, però ad ora la situazione non dispiace a nessuno visto che almeno si smuove un po’ la sottotrama.
In “Suicidal Tendencies” avviene un po’ di tutto, tra coppie che si sposano, identità rivelate e morti eccellenti. Sulla carta è un episodio con tutti i crismi per essere ricordato nei secoli però a conti fatti l’importanza di ciascun evento ha un impatto limitato sulla serie, e questo è il principale difetto svantaggio. Se da un lato si affronta lo scontro tra Atom e Arrow, dall’altro si riporta in campo la Suicide Squad dando sì spazio a Diggle ma anche alla sua nemesi, Deadshot.
La morte di Floyd Lawton/Deadshot potrebbe arrivare come un fulmine a ciel sereno per molti ma in realtà era già stata ampiamente annunciata. Con l’arrivo sul grande schermo della pellicola dedicata alla Suicide Squad la Warner Bros, che è anche padrona della The CW, ha deciso di fare un ripulisti per “non creare confusione al pubblico”. Essendo che nella pellicola Deadshot verrà interpretato da Will Smith (si non centra assolutamente niente e se avete appena tirato una bestemmia vi capiamo), era “necessario” eliminarlo dalla serie e così è stato. I flashback a lui dedicati sono solo un piccolo regalo degli sceneggiatori che, colti in flagrante, hanno dovuto rattoppare alla bene e meglio la storyline che nella prossima stagione vedrà l’introduzione della H.I.V.E. e che viene presentata proprio da quel “Merely a drone. A piece of a larger entity. We exist as one organism. As you might say, a hive“.
Deadshot a parte, si parlava dello scontro con l’alter ego di Palmer: discutibile. Il personaggio di Brandon Routh rispecchia in toto l’attore che lo interpreta: molto fumo e poco arrosto. La mancanza di profondità del personaggio è supportata dalla bidimensionalità che lo stesso trasmette ogni volta che parla, manca totalmente quell’enfasi e quel carisma che hanno tutti gli altri personaggi e l’effetto si vede chiaramente. Atom non impensierisce, al massimo infastidisce per spavalderia e loquacità, caratteristiche che esaltano il Tony Stark di Robert Downey Jr. ma che non attecchiscono sul pubblico di Arrow. La sfortuna di Routh è quella di interpretare un personaggio che è troppo simile per background e caratteristiche al più celebre e funzionante Iron Man della Marvel, chiariamo: non è colpa sua ma di certo il paragone è tanto spontaneo quanto obbligatorio. Per diretta conseguenza lo scontro con Arrow non deve sorprendere per la velocità e per il modo con cui si è concluso, anzi. Pur risultando funzionale alla trama, visto che pone in risalto la voglia di sindaco e polizia di dare un volto ad Arrow, purtroppo non risulta empatico e, recitando in maniera fredda e distaccata, il suo stesso character ne risente. Margine di miglioramento c’è, questo va detto, e probabilmente si svilupperà nella nuova serie in cui sarà protagonista, ma ad ora meno tempo compare sullo schermo e meglio è per la serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nanda Parbat 3×15 | 3.07 milioni – 1.1 rating |
The Offer 3×16 | 2.56 milioni – 0.9 rating |
Suicidal Tendencies 3×17 | 2.86 milioni – 1.0 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.