Laurel Lance: “I’m sure you’re wondering what a state D.A. is doing here in federal court, representing someone on the opposite side of the law. I’m here as an officer of the court. […] Your honor, the hardest thing to do is to be a hero when no one expects you to be. The easier path is to be a criminal. The past six months, Oliver Queen has chosen the hard road and has been a hero in terrible conditions, and since the FBI has not held up their end of the deal, Oliver Queen deserves to be a free man.“
Guardandosi alle spalle, e ripensando al passato più e meno remoto di Arrow, sembra quasi incredibile poter aprire una recensione con una citazione di Black Canary. La scrittura del personaggio interpretato dalla Cassidy non ha mai brillato per intelligenza e capacità di persuasione e non c’è dunque segno migliore dei tempi che cambiano e della conseguente maturità raggiunta recentemente dallo show. Per quanto gran parte del merito vada inevitabilmente riconosciuto ad Amell, infatti, è grazie a tutto il cast – ma soprattutto ad una migliorata gestione della coralità – se Arrow si ritrova adesso in un momento di grazia e se nell’incipit di questa settima stagione ha sbagliato e continua a sbagliare pochissimo.
Inizio stagionale, bisogna dirlo, di gran lunga differente da quanto ci ha abituato negli anni la CW, con i vari cliffhanger finali poi risolti nel giro di un episodio (è il caso di The Flash), e che qui invece ci delizia con un Oliver Queen ancora in carcere, completamente alienato dal resto del team, alle prese con la sua personale battaglia di sopravvivenza, insieme all’amico nemico Stanley che qui dimostra esplicitamente di nascondere qualche segreto particolare. Non è una grossa sorpresa, vista la sua introduzione fin dalla premiere e il minutaggio concessogli finora, ma a parte questo c’è poco da obiettare a questa evoluzione. Merita di essere sottolineato, invece, come anche gli autori – e non solo l’Oliver della citazione iniziale – avessero qui l’occasione di scegliere “the easier path“, concludendo questa sorta di “stagione sei – parte seconda” con una sbrigativa sentenza da parte del giudice federale, anche considerando l’entusiasmo di Felicity nelle puntate precedenti che aveva lasciato presagire una rapida risoluzione. Non si andrà avanti ancora per molto (il crossover e il midseason sono ormai dietro l’angolo), ma la scelta di rigettare tutto nella mischia, legando a doppio filo Oliver e Diaz è una scelta (o scommessa che dir si voglia) lodevole, distante anni luce dal semplicismo narrativo in cui la serie è scivolata spesso in questi lunghi anni di trasmissione.
Anatoly: “How bad you want to kill Ricardo Diaz?”
Felicity: “More than anything.”
Anatoly: “Well, then you embrace demons, no more half measures. When I work with Oliver in Russia, he was not villain, but he did what needed to be done. You remind me of him then.”
Felicity: “What would that Oliver have done in this situation?”
Anatoly: “He would have ended Diaz, and he wouldn’t care the cost.“
Dopo un ottimo episodio come l’adrenalinico “The Demon”, lo show continua quindi il suo percorso di approfondimento delle tematiche della passata stagione, ma al tempo stesso riesce a spargere in varie direzioni dei piccoli accenni di trama che spaziano dal “poco interessante” quadro dantesco legato agli intrighi della Argus, al rovazziano “molto interessante”: l’identità del nuovo Green Arrow e la sua collaborazione con i vigilanti di Star City, il già citato Stanley e i flashforward, saranno sicuramente punti forti dello sviluppo narrativo di quest’anno, una volta che il protagonista uscirà da Slabside.
Se, però, si dovesse esprimere una preoccupazione per il futuro e al tempo stesso l’unico vero e proprio punto debole dell’episodio, questa porterebbe immancabilmente il nome di Felicity Smoak. Emily Bett Rickards conferma con questa sua prestazione sottotono di non essere in grado di reggere ipoteticamente una discesa nel lato oscuro, e una decisione degli autori di perseverare su questa linea potrebbe, sempre ipoteticamente, fare più del male che del bene alla serie in generale. Tutto questo senza considerare che l’ultima volta che l’universo DC televisivo ha giocato al toto-morte con la propria protagonista principale non è finita benissimo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Demon 7×05 | 1.26 milioni – 0.4 rating |
Due Process 7×06 | 1.03 milioni – 0.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.