Con “The Host” arriviamo a metà del cammino stagionale compiuto dalla serie targata Starz. Un cammino che finora, passo dopo passo, non ha fatto altro che rafforzare l’impressione positiva sul progetto. La narrazione riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati con “Brujo“, catapultandoci nuovamente in quell’atmosfera a metà tra horror e comedy contraddistinta da una demenzialità dilagante, ma al contempo controllata, che noi tutti abbiamo imparato ad amare fin dalla messa in onda di “El Jefe“. Questo quinto episodio si presenta come un mix accuratamente dosato di tutti gli elementi già citati nelle precedenti recensioni, condito da un’ottima regia e dialoghi sempre più assurdi e grotteschi.
Accantonando per un attimo la solita performance brillante di Bruce Campbell, in “The Host” appare chiaro quanto la scelta di costruire attorno al personaggio di Ash una squadra di improbabili “Ghost Beaters” si sia rivelata una decisione più che mai azzeccata per l’economia della serie. Ray Santiago e Dana DeLorenzo rubano letteralmente la scena al nostro sboccato beniamino senza una mano, rendendosi protagonisti di uno dei siparietti più divertenti della puntata. I due comprimari non ci fanno rimpiangere l’irresistibile verve di Campbell, in forma eccellente fin dal pilota e sempre in grado di strapparci una risata grazie alla sua sconfinata sfacciataggine.
La DeLorenzo mette in mostra una notevole bravura, impersonando tre ruoli differenti in poco più di mezz’ora senza sbagliare una virgola, e il suo ingenuo pretendente (in questo episodio profondamente odiato dall’intero genere maschile eterosessualmente orientato) mostra allo spettatore che dietro quell’aria innocente da baciatore di fronti (“seriously Pablo?”) si nasconde la cosiddetta stoffa dell’eroe. Entrambi mostrano dunque una rilevanza a livello narrativo che travalica il semplice ruolo del comprimario, elevandosi a personaggi chiave per l’avanzamento della storia, ma soprattutto elementi indispensabili per reggere il pesante carico riposto unicamente sulle spalle di Campbell dopo l’abbandono del ruolo di regista da parte di Raimi.
Il ruolo di Ruby e Amanda rimane ancora marginale e relegato a pochi minuti all’interno dell’episodio, ma è chiaro come il minutaggio limitato favorisca la caratterizzazione dei cosiddetti protagonisti a discapito dei personaggi secondari, a cui presumibilmente sarà dato maggiore spazio nella seconda metà di stagione. Dunque non preoccupiamoci e restiamo in attesa del tanto agognato scontro Ruby/Ash, che senza ombra di dubbio regalerà epicità a grappoli (oltre che riunire la coppia Xena/Autolycus regalando così un sorriso a quelli di noi più nostalgici) e si spera altre citazioni geniali come quelle proposte settimanalmente dalla serie.
Tornando ora al personaggio di Campbell, la puntata è un susseguirsi di spacconate dall’elevatissimo coefficiente di ignoranza degne del sontuoso personaggio che l’attore è portato a impersonare. L’anti-eroe, letteralmente “causa del suo mal” e unico responsabile dei disastrosi eventi finora accaduti, finisce ugualmente per conquistare lo spettatore che, certamente, non farà più caso al fatto che tutta questa scia di sangue è stata causata da qualche grammo d’erba in compagnia di una ragazza (forse) diciottenne dentro una roulotte. Lui è un eroe tutto piombo e niente cervello, impulsivo e menefreghista, ed è proprio questa la natura del suo fascino magnetico. Il motto da lui coniato: “Shoot first, think never“, prima spara e poi pensa, non è altro che l’espressione della sua raison d’etre, un attempato sbruffone dal grilletto facile e dal fascino scanzonato che, grazie a quel brillante sorriso d’ordinanza, riesce a bucare lo schermo facendo breccia nei nostri cuori. Se poi ci aggiungi una nuova mano bionica ricavata da un Power Glove della Nintendo e un’allusione al “fisting demoniaco” sul finale, resta ben poco da aggiungere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Brujo 1×04 | 0.45 milioni – 0.2 rating |
The Host 1×05 | 0.43 milioni – 0.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.