The Man In The High Castle 1×06 – Three MonkeysTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Some wars are necessary. We fought in one.” 
“And you still believe that everything we did back then was necessary?”
“You were right, John. Emotions can’t be allowed to interfere with what is right.”
“And sacrifices have to be made.”

Le tre scimmiette. Non vedo, non sento e non parlo. Rispettivamente significano “non vedere il male”, “non sentire il male”, “non parlare del male”. Questa dovrebbe essere la filosofia di vita per sopravvivere in questo mondo utopistico in cui le scelte, le azioni e la libertà sono più che mai limitate.
Joe, Juliana e Frank hanno abbandonato questa filosofia: guardano, ascoltano e parlano. Tutte azioni ora più che mai pericolose, azioni che portano a situazioni sempre più critiche, situazioni che si intrecciano tessendo una trama sempre più drammaticamente complessa. Se prima vi erano storyline quasi completamente staccate l’una dall’altra, ora, piano piano, tutti i nodi vengono al pettine. Joe e Juliana distanti fisicamente come mai prima d’ora, non sono mai stati così vicini come fini ed obbiettivi, loro stanno rischiando. Rischiano tutto quello che hanno: la loro vita, il loro amore, la loro famiglia, il tutto per la verità, per la libertà, per la loro vita attuale e futura.
J&J, divisi da “Revelations“, incontrano rispettivamente Rudolph Wegener (Carsten Norgaard) e Nobusuke Tagomi (Cary-Hiroyuki Tagawa), quest’ultimi divisi da “The New Normal“. Coloro che si sono trovati di fronte a decidere se fare come le tre scimmiette sia la cosa giusta sono Obergruppenführer Smith e il Ministro Tagomi. Scegliere se tradire l’amico o essere fedeli alla nazione sono i quesiti che si sono posti, quesiti a cui hanno riposto differentemente dopo attenta ponderazione. Tagomi sceglie di l’amicizia, sceglie di non tradire l’amico e sarà interessante vedere se gli obbiettivi di Juliana e Tagomi li porteranno a smascherarsi e aiutarsi a vicenda. Invece ciò che ha scelto Smith è stata la patria, non ha tradito la propria ideologia. Dopo un intensissimo scambio di battute tra Joe/John/Rudolph e un colloquio, molto ipocrita, con Joe, John sceglie di consegnare il traditore del Reich alla giustizia. Tradire porta rischi, rischiare porta a perdere qualcosa o qualcuno, la perdita di quel qualcosa o di quel qualcuno arreca delle conseguenze che saranno evidenti solo nel lungo periodo. L’unica certezza è l’arrivo di un cambiamento che si fa sempre più greve.
Chi non ha più niente da perdere è Frank: non ha una famiglia, non ha un lavoro che ama, non ha più l’amore. Lasciatosi alle spalle tutto, cerca e trova quel “To life” che tanto lo tormentava. L’ha portato a piangere, piangere durante una “messa” ebraica in cui ha rilasciato tutte le tensioni e tutte le paura che lo hanno cambiato nell’ultimo periodo. Frank sta cambiando visceralmente e sta cambiando non per sua volontà ma per necessità, per digerire gli eventi che hanno investito la sua vita.

Frank: I didn’t ask for any of this, Juliana. I was happy.
Juliana: How happy? Huh?
Frank: I was happy.
Juliana: Yeah. We were only ever as happy as they allowed us to be.

Mai come ora J&J sono vicini alla verità e mai come ora la loro vita è in pericolo. Joe nemmeno nella casa del suo temuto capo smette di cercare risposte, risposte che lo porteranno ad essere scoperto. Cosa succederà a Joe adesso che il suo diretto superiore ha scoperto del suo tradimento? Invece cosa farà adesso Juliana che ha scoperto che il suo patrigno lavora per il governo nazista? Nessuno in The Man In The High Castle è veramente chi dimostra di apparire e questo a dimostrazione di un’assenza di effettiva libertà da parte di chiunque. L’unico modo per essere liberi è mentire e nascondere nell’ombra le azioni che turberebbero l’ecosistema.
“Three Monkeys” è una puntata talmente convincente quanto nebulosa. Convincente perché l’atmosfera, l’ambientazione e la trama di questo 1962 potrebbero benissimo essere reali se la 2° Guerra Mondiale fosse finita come scritto da Philip K. Dick, nebulosa perché dopo questo episodio una fine per la serie o per lo meno della stagione non si vede. Questo potrebbe essere un bene perché, per ora, la serie è quanto mai sublime.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il parallelismo tra le vicende
  • John Smith (Rufus Sewell)
  • La cena a casa Smith
  • La reazione di Frank alla preghiera
  • Alexa Davalos spicca, ma non in senso buono

 

Il proverbio “Non è tutto oro quel che luccica” pare non valere per questa serie. “Three Monkeys” è un altro centro impresso da Frank Spotnitz e dal suo team. Noi non possiamo far altro che ringraziare ed essere grati di ciò che ci viene offerto. Recenserie bless Spotnitz.

 

The New Normal 1×05 ND milioni – ND rating
Three Monkeys 1×06 ND milioni – ND rating

 

 

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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