♫Mr. Sandman, bring me a dream
Make her the cutest that I’ve ever seen
Give her two lips like roses and clover
And tell her that her lonely nights are over
Sandman, I’m so alone
Don’t have nobody to call my own
Please turn on your magic beam
Mr. Sandman, bring me a dream♫
SYML
Sulle note di Mr. Sandman di SMYL si apre “The Second Door”, penultimo episodio della miniserie di Steve Lightfoot e Angela LaManna. La canzone, molto conosciuta per la versione realizzata nel 1954 da The Chordettes, prende spunto dalla leggenda nordeuropea dell’Omino del Sonno: si tratta un personaggio mitico che, secondo la leggenda, di notte porta sogni ai bambini cospargendo i loro occhi di sabbia o polvere. Di qui il suo nome in inglese “Sandman“. Il riferimento specifico a questo aspetto folkloristico funziona e calza perfettamente come la scarpetta di cristallo di Cenerentola in particolare per l’ambientazione inglese della vita cittadina dei personaggi coinvolti e, soprattutto per la tenuta di Fairdale, in Scozia.
Come già sottolineato, la scrittura convince fino in fondo, in particolare per il fatto che l’elemento soprannaturale si lega alla quotidianità con naturalezza e senza forzature, proiettando lo spettatore all’interno della storia raccontata e rendendolo così partecipe da sembrare un personaggio egli stesso, spettatore degli eventi come in una proiezione astrale realizzando magari i segreti desideri in potenza ma non in atto, come direbbe il saggio Aristotele. Chi non vorrebbe dare un finale a scelta ai propri sogni, soprattutto quelli più brutti? Trasportato nella magia di una leggenda folklorica dalle note musicali e dalla resa così incredibile delle emozioni di Simona Brown, Eve Hewson e Tom Bateman, si ha la sensazione di essere presenti e il desiderio di provare sensazioni simili a quelle vissute da Adele e Louise.
La scelta di una canzone ben precisa come questa per descrivere le emozioni dei personaggi è una nota aggiunta se non un fiore all’occhiello che contribuisce a creare una sensazione di ansia e tristezza e voglia di sapere ogni cosa, soprattutto perché alcune sezioni del testo di Mr. Sandman sembrano adattarsi perfettamente alla psicologia dei tre protagonisti.
MR. SANDMAN, BRING ME A DREAM…
Da subito colpiscono quindi i primi due versi che possono inquadrare la psicologia di David: “Mr. Sandman, bring me a dream/Make her the cutest that I’ve ever seen”. La sua situazione non è invidiabile: incastrato tra due donne non totalmente stabili e senza la possibilità di uscire dal suo matrimonio, vorrebbe credere nel futuro ma non può che scontrarsi con la realtà. Non c’è via di fuga per lo psichiatra. Si può solo sognare ma non troppo perché le conseguenze sono fin troppo conosciute.
Dal canto suo, Louise con il ritorno del figlio Adam riesce a mantenere una parvenza di normalità ma il suo desiderio di fuga e di non sentire più la solitudine assordante della sua vita si fa sentire sempre più forte e quindi “Tell her that her lonely nights are over” sembra cucito su misura sul suo personaggio. Dal devastante trascorso con un lutto importante e un matrimonio fallito, la sua solitudine viene accentuata dal suo senso di colpa per non essere riuscita a far funzionare le cose con Ian, il quale, come lei sostiene, ha fatto con lei solo le “prove generali” per diventare migliore con un’altra donna.
Infine, il pigiama nero e il ritorno alla droga di Adele sono la dimostrazione di quanto sia sola e non abbia veramente nessuno con cui parlare e confrontarsi : “Sandman, I’m so alone/Don’t have nobody to call my own. Tuttavia, il suo personaggio è il più enigmatico e manipolatorio per i segreti nascosti e per l’aspetto poco limpido della sua personalità che sembra venire fuori in ogni contatto umano che stringe, a partire dall’amicizia con Rob.
In realtà, la solitudine è il minimo comune denominatore di ogni personaggio presentato: Louise, David e Rob, tutti portati nel baratro da Adele che, sola nella sua enorme tenuta circondata dai boschi, vaga nel sogno alla ricerca di qualcosa che non può trovare perché nulla riempie un recipiente rotto. Gli effetti devastanti di Adele però si vedono soprattutto con Rob, il cui materiale di partenza non era ottimo.
L’INVISIBILITÀ E LA SOLITUDINE DI ROB
Rob è l’unico personaggio che è sempre fisicamente solo: gli unici momenti in cui si vede in compagnia non è altro che un uomo invisibile per tutti, tranne che con Adele, non considerato, scacciato. Il rifugio della droga era chiaramente l’unico confortante, fino all’arrivo di Adele.
Rob: “Can’t believe I’m gonna see her again soon. I’ve never cared about anyone like I care about Adele […] What do I know about all that? Can’t believe I’m escaping. That’s what Adele is. An escape from my life. Fuck off, old life. Hello, new.”
Il suo attaccamento alla giovane donna è tenero e doloroso per chi guarda perché la tendenza distruttrice di Adele è ormai nota e le sue trame sono fin troppo sottili. Sembra fatta di incubi, come ha avuto modo di dire Eve Hewson in una sua recente intervista, e per questo non può che trasmetterli renderli materiali per chi la circonda. Rob è stato forse la sua prima vittima?
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Con “The Second Door”, Behind Her Eyes conferma l’estrema qualità del prodotto e fa davvero ben sperare nell’ultimo e conclusivo episodio di stagione.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.