Better Call Saul 3×03 – Sunk CostsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Addentrandosi nel cuore di questa terza stagione, le vicissitudini che coinvolgono i due grandi protagonisti dello show, Jimmy e Mike, sembrano essere arrivate al fatidico punto di non ritorno. E pur trovandoci di fronte a un episodio evidentemente preparatorio, gli autori trovano ugualmente il modo di tenere lo spettatore incollato allo schermo sfruttando al massimo uno dei marchi distintivi dell’opera di Gilligan: la cura quasi maniacale nella messa in scena e nella valorizzazione di ogni singolo particolare.
Terminata la sequenza di due minuti che precede la sigla, centoventi secondi di immagini e suoni che ci riportano in un attimo tra le strade assolate e le distese desertiche del New Mexico, l’episodio apre su Mike, che ritroviamo esattamente dove lo avevamo lasciato settimana scorsa. Lo spettatore non ha dubbi su quanto sta per accadere e una volta avvistata la sagoma di un SUV nero all’orizzonte l’imminente arrivo di Fring da presentimento diventa certezza.
È dal contrasto tra questi due personaggi che emerge tutta la bravura degli autori in fatto di caratterizzazione: le due personalità, nonostante si presentino notevolmente diverse, a partire dalla più immediata percezione visiva scaturita dal contrasto tra abbigliamenti, appaiono in più di un’occasione fortemente affini dal punto di vista della condivisione valoriale. Esposito è come al solito magistrale nella sua interpretazione e in un attimo ci riporta faccia a faccia con uno dei villain meglio scritti degli ultimi anni, la cui apparenza perfetta, quasi angelica, nasconde una dimensione ben più oscura e ambigua, mostrata soltanto di rado grazie ai bruschi cambi d’espressione che solcano il volto del personaggio una volta uscito dai locali del suo fast food. Banks non è da meno e il suo character, in poche ma efficaci battute, mette subito in chiaro la situazione con il suo interlocutore, visibilmente impressionato dalle doti del suo futuro braccio destro e in qualche modo incuriosito dalla sua personalità, con la quale sente di avere qualcosa in comune, a partire dal menzionato senso della giustizia.
Tuttavia, il faccia a faccia tra Gus e Mike non è l’unico momento importante dell’episodio. Il rapporto tra Jimmy e suo fratello Chuck ha abbondantemente superato il punto di non ritorno e lo testimoniano le parole dure che concludono il dialogo precedente all’arrivo dei poliziotti. Cattiverie che sul finale finiranno per essere abbondantemente giustificate – anche agli occhi dello spettatore più puro di cuore che ancora credeva nella genuinità delle intenzioni di Chuck – una volta svelato il vero obiettivo del suo piano: la radiazione dall’albo per Jimmy. Alla luce di questa rivelazione appare evidente come l’astio provato da Chuck nei confronti di suo fratello, scatenato da questioni passate che ancora bruciano nel profondo, rappresenti la principale motivazione del suo comportamento. Il senso del dovere ostentato da Chuck si rivela una semplice maschera dietro cui il più grande dei fratelli McGill nasconde il profondo disprezzo nei confronti di un uomo che, pur essendo sangue del suo sangue, per via delle sue azioni non merita di appartenere alla sua stessa categoria professionale. Il tutto ulteriormente viziato dalla profonda invidia maturata in gioventù nei confronti di suo fratello dopo aver passato una vita all’ombra della sua personalità travolgente.
Avendo bene in mente il punto di arrivo, è facile immaginare quali possano essere le intenzioni del futuro Saul Goodman. Combattere naturalmente, e stavolta da solo per non correre il rischio di trascinare sul fondo le persone a lui care. Il rapporto che però lega Kim a Jimmy è troppo forte e, come ogni buona storia d’amore televisiva, le difficoltà portano al ricongiungimento, il tutto mostrato in una sequenza molto toccante che chiude l’episodio con un momentaneo lieto fine. Momentaneo perché sappiamo che nell’universo narrativo di Gilligan i momenti di quiete e calma sono pochi e per nulla duraturi e proprio per questo vanno assaporati intensamente, fino in fondo. Tenendo presente dell’assenza del personaggio di Kim nell’opera madre, è plausibile pensare che la fine della loro relazione, sentimentale e lavorativa, rappresenti uno dei motivi principali alla base della trasformazione da Jimmy a Saul. Resta soltanto da capire quale fine attenderà la bionda avvocatessa.
Con questo terzo episodio viene quindi ulteriormente valorizzata l’incredibile capacità di Gilligan e Gould di riuscire a cogliere l’inusuale anche nella situazione più ordinaria, costruendo una narrazione solida e coinvolgente arricchita da una fotografia mozzafiato e da un comparto attoriale impeccabile sotto ogni punto di vista. Ed è proprio grazie a queste qualità che Better Call Saul rappresenta oggi, in un momento contraddistinto da una notevole espansione dell’offerta seriale, uno dei migliori prodotti televisivi in circolazione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La Regia (maiuscola non a caso)
  • Personalità che trasudano carisma
  • Il faccia a faccia tra Gus e Mike
  • La sequenza della giornata di Kim
  • Le vere intenzioni di Chuck
  • Il rapporto tra Jimmy e Kim
  • Nulla

 

Tra grandi ritorni e confronti da lungo attesi, la serie porta avanti la parabola discendente di Jimmy McGill regalando una puntata ben studiata dal punto di vista dell’immediatezza e molto fluida nella gestione dell’intreccio, eppure forte ed efficace nello sviluppo di temi e personaggi. La ricerca di punti a sfavore questa settimana non ha dato esito e quindi noi, nel dubbio, benediciamo.

 

Witness 3×02 1.47 milioni – 0.5 rating
Sunk Costs 3×03 1.52 milioni – 0.5 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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