“Yesterday, this company came under attack by an unscrupulous adversary who will stop at nothing to abuse the authority of the state, take away our freedoms, and close our doors forever.
[…] Today is one day after. The day after Pearl Harbor, everybody knew a Japanese invasion would be coming. […] But everyone was wrong. […] Turned out Pearl Harbor was the best those sneak attacking Motherfuckers had. What came next was a war that unleashed the might of America.
[…] This company will not wait for an uncertain future. We will make our own future! We will fight back hard. We will mobilize the war machine. And those who would try to bring down our house will see their own houses fall!”
Billions non è una serie ricca di estrogeni, al contrario straripa di testosterone che spesso e volentieri viene assunto a dosi massicce anche dalle figure femminile, Wendy e Lara. In americano, e per restare in tema con il titolo della puntata, si potrebbe suggerire un “deal with it”, traducibile con un “fattelo andare bene”, esattamente anche il nostro suggerimento. Giamatti e Lewis sono protagonisti di uno scontro a chi ce l’ha più grosso, non importa l’amore, non importano le conseguenze, importa solo la potenza del singolo individuo e l’intoccabilità della sfera d’influenza lavorativa e personale. Questa è la trama di Billions, “deal with it”.
“The Deal” si conclude sancendo la fine di una prima parte di stagione che non è altro che una corposa prefazione ai restanti 6 episodi (a cui si andranno ad aggiungere quelli della prossima stagione già confermata). Come un cerchio che si chiude, questo episodio segna un nuovo cambio nella struttura dello show, ora entrato decisamente nel vivo e più che mai pronto ad ingigantire il livello del conflitto. Se il “Pilot” ha funto da enorme prefazione per un mondo ed un modo di vivere altisonante e di difficile comprensione (principalmente per i termini finanziari non alla portata di tutti), i vari “Naming Rights“, “Yumtime” e “Short Squeeze“, sono stati utili per approfondire la psicologia apparentemente complessa di Axelrod e Rhoades, già con lo scorso “The Good Life” si annusava aria di cambiamento, sicuramente necessario per smuovere le acque stagnanti in cui Billions si è ritrovato a navigare già dopo pochi episodi. Nelle scorse recensioni si è parlato spesso della serie dal punto di vista delle potenzialità inespresse, molto elevate, mal sfruttate e sopperite da interpretazioni più che eccellenti del duo Giamatti-Lewis. Finalmente le cose sembrano cambiare.
Bobby: “You got me, Rhoades. $1.9 billion. It’s gonna hurt. But not… not like a shark bite. It’s more like a… what? A bee sting.”
Wags: “Bee sting? No, that hurts. More like a horse-fly.”
Bobby: “One of those little green horse-flies?”
Wags: “Yeah, a nasty nip.”
Bobby: “No, more like an ant. Like a red ant.”
Wags: “Yeah, yeah. Stings for a minute but doesn’t ruin the picnic.”
Orrin: “Plea Agreement is subject to judicial approval, pursuant to Rule 11(c) (1) (C) of the Federal Rules of Criminal Procedure.”
Bobby: “Actually, it’s good to get past this stuff. You know, just get it out of the way.”
Wags: “And we can make that $1.9 back in, what, eight months?”
Bobby: “Six.”
Orrin: “The termination of Axe Capital’s advisory business closes the fund to outside investors. As a family office, Mr. Axelrod can invest his personal assets…”
Chuck: “No. No family office. Lifetime ban. Put the money in a trust, fine, but you never trade securities again. Not for institutions, not for individual investors, not even for yourself.”
Billions gioca molto sugli equilibri di potere instabili che regolano la finanza e la politica. C’è sempre qualcuno pronto a detronizzare il più forte, allo stesso modo c’è sempre qualcuno che è pronto a stringere un accordo per il mutuo interesse e vantaggio reciproco. “The Deal” non è altro che il tentativo di realizzazione di questo secondo caso come diretta conseguenza dell’inapplicabilità del primo: Chuck, dovendo gestire un conflitto di interessi molto forte a causa di Wendy e prevedendo tempi molto lunghi, si trova costretto a scendere ad un compromesso; Bobby, sotto pressione della moglie e prevedendo un aumentare dei problemi sia nel breve che nel lungo periodo, è disposto a scendere a patti pur di eliminare il problema alla radice.
Prevedibilmente, visto e considerato che non è una miniserie, la situazione non si risolve con una “win-win situation” ma al contrario si tramuta in una “lose-lose situation”. Wendy, a tal proposito, esplica chiaramente la psicologia di Bobby a suo marito con una serie di frasi che rendono evidente il palese: “He’s looking for a win. Always. He needs to find at least a small win in every endeavor, every exchange. […] Well, I think I do, but I’m not really sure anyone can. He’s most likely ahead of you… Especially when it looks like he’s not. And if he does go down, he will pull you down with him.“.
È nel momento della stesura del patteggiamento che gli ego di Axel e Chuck si infiammano ma, se il primo aveva accettato di buon grado il patteggiamento perchè ci aveva comunque visto una vittoria, è il secondo che si trova in una posizione di vantaggio perchè, anticipando le mosse e le reazioni del “billionario”, lo porta direttamente lì dove vuole. Ricusare il caso e concederlo a Bryan è semplicemente parte di un piano più grande che si comincia a delineare già da ora e che ovviamente, pur tenendolo formalmente fuori dai radar, gli permetterà comunque di proseguire la sua crociata nei confronti di Rhoades. La botte piena e la moglie ubriaca insomma.
Peccato che Wendy non sia poi così limpida come sembri. Ed il triangolo si evolve.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Good Life 1×05 | 1.01 milioni – 0.3 rating |
The Deal 1×06 | 1.17 milioni – 0.4 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.