Borgen – Potere E Gloria è il nuovo political drama di Netflix che ripesca dai vecchi successi europei le vicende inerenti la vita politica di Birgitte Nyborg, già protagonista del primo Borgen – Il Potere nel lontano 2010 (show poco conosciuto forse per la spietata concorrenza di House Of Cards).
In questo sequel la donna è relegata ad una relativamente bassa carica politica nello stato danese e la si vede intenta a mostrare la sua forza come ministro degli esteri. La carica di primo ministro aveva trasformato Birgitte nel corso della serie originale, sempre divisa tra la sua natura progressista e le vicende personali. Qui, ancora una volta, emerge il forte carattere della donna, decisa, come al solito, a perseguire le sue idee e a portare avanti i suoi obiettivi politici e morali.
Nel pilot gli autori si prendono il loro tempo per introdurre la vicenda, contando probabilmente su un pubblico affezionato che già conosce alcuni dei personaggi, unendo anche qualche riferimento alla realtà contemporanea.
L’IMPORTANZA DELLA SITUAZIONE CLIMATICA
Sin dai primi minuti appare evidente l’attenzione verso la situazione climatica. Il pilot si apre con le terribili immagini dello scuoiamento di una balena in Groenlandia: le parti dell’animale sanguinanti stese sul ghiaccio creano un’immagine disturbante che lascia presagire come niente di buono può venire da un posto del genere. Interessante, a tal proposito, è l’inquietante parallelo con la carriera politica di Birgitte, ormai privata di molti dei suoi poteri e apparentemente indifesa contro lo strapotere della sua avversaria Signe Kragh, nuova premier.
L’algido paesaggio della Danimarca fa da cornice a vicende tutt’altro che fredde. La faccenda dell’estrazione del petrolio in Groenlandia è di primaria importanza ed è la linea conduttrice del pilot che porta verso altri lidi, come la questione dell’indipendenza groenlandese e tutto ciò che ne consegue a livello politico per la Danimarca. La mancanza di un accordo economico tra le due nazioni sulla spartizione di eventuali guadagni complica una situazione già molto delicata.
BIRGITTE NYBORG, DONNA DI POTERE
“L’uomo è l’unico animale i cui desideri aumentano man mano che vengono nutriti.” – Henry George
Il personaggio di Birgitte si eleva sugli altri grazie ad un carisma favorito dal suo essere già stata conosciuta dal pubblico. Vedere la donna declassata e in balia di strane situazioni familiari (un figlio ambientalista estremista e un ex marito in procinto di diventare di nuovo padre) è un buon punto di partenza per futuri sviluppi di una protagonista che, secondo l’opinione comune, si è lasciata distrarre e ha fatto il suo tempo. Tutto quello che Birgitte ha fatto anni prima è stato dimenticato: ora, dopo aver perso la famiglia e la posizione politica, deve riscattare il suo nome e il suo potere.
È così che Birgitte diventa portavoce della situazione della Danimarca, divisa tra il facile guadagno e la cura per l’ambiente, tra moderne concessioni di indipendenza e strapotere di stati sovrani. È anche una donna divisa tra il lavoro e la famiglia, due elementi apparentemente inconciliabili quando si parla di crisi nazionali e possibili disastri ambientali. Birgitte si mostra però completamente padrona di sé e di quanto sta portando avanti, sostenendo varie linee di trama come quella legata a Katrine, giornalista della tv locale, ampiamente manipolata dalla protagonista per ottenere visibilità tramite un’intervista.
MOLTI TEMI SUL TAVOLO
La serie di Adam Price mette su tavolo temi di varia natura. Grande attenzione viene riservata a clima e ambiente, coerentemente con la linea politica attualmente seguita dallo stato danese. Mentre l’inserimento della storia del figlio di Birgitte può dare buoni spunti per l’evoluzione del rapporto conflittuale madre-figlio.
Ma è l’attualità che prende prepotentemente la scena: il Covid che ha cambiato il sistema di studio, la guerra tra Russia e Ucraina che entra nel gioco politico e ridisegna le regole. In particolare lo scontro tra stato democratico e stato autoritario sembra essere una delle linee privilegiate di indagine della serie.
Accanto all’estrema attualità si trovano poi temi più dibattuti come le donne nel mondo del lavoro, con una parentesi importante sulla gravidanza legato ad esso. Centrale poi sarà nei prossimi episodi lo sviluppo del rapporto conflittuale tra Birgitte e la prima ministra Signe Kragh, la quale ha fino ad ora mostrato chiari segni di antipatia nei confronti della protagonista.
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Borgen – Potere E Gloria si dimostra un ottimo prodotto con una buona resa visiva e una buona scrittura.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.