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No, non siamo in grado di scrivere un previously in versi musicati (e non ci abbiamo inutilmente provato fino ad adesso cancellando gli scarsi risultati) così come lo sono gli autori dei fantastici previously di BrainDead (e così anche questa settimana, abbiamo dato con l’elogio all’intro), eppure è necessario lo stesso fare un piccolo salto indietro. In prosa però.
Nella scorsa recensione abbiamo fatto riferimento alla prossimità con il season finale, finché un avveduto lettore ha commentato riportandoci sul pianeta Terra. Saranno 13 episodi, non 10. Perché abbiamo fatto questo errore, quando è così facile aprire l’internet e controllare prima di scrivere baggianate? Perché per i serie-dipendenti esistono delle simpatiche applicazioni che fanno da promemoria a tutto ciò che uno ha visto e dovrà vedere, con il risultato di portare fede cieca ad esse. Ecco, il vostro recensore, che all’inizio sapeva sarebbero stati 13 episodi, un giorno, colto di sorpresa dice “ehi! Ma sono solo 10!”, perché così avevano proferito le applicazioni, che mai avevano toppato prima di allora. Dopo la figura barbina nella recensione della 1×09, anche nelle suddette applicazioni sono apparsi come per magia gli episodi 11, 12, 13.
Cambi di programma della produzione che ci hanno indotto in errore o c’è qualcos’altro dietro? Di chi è la colpa? Ovviamente dell’1%.
Recensione
Diciamolo, da qualche episodio a questa parte stiamo tutti quanti cercando di acutizzare il nostro spirito da detective e anticipare la narrazione per quanto riguarda la domanda: sarà infetto/a? Ogni singolo personaggio nuovo o che non vediamo da un po’, è gestito da parte degli autori in maniera stupendamente ambigua. Come accadde per il padre di Laurel, la narrativa e le sue leggi si fanno da parte, lasciando spazio al puro senso di sorpresa che i King vogliono regalarci. La candida confessione del padre di Luke e Laurel è l’esempio lampante di ciò. Arrivati al decimo episodio, quindi, cerchiamo di trovare degli schemi ricorrenti, dei motivi grazie ai quali possiamo dedurre lo status di un personaggio. Abbiamo pochi dubbi sui personaggi principali (e parleremo di questo), ma non di tutti gli altri. Ecco quindi che “The Path Of War Part Two: The Impact Of Propaganda” presenta alcuni possibili candidati infetti: la cornuta paziente Germaine, la nascitura, il realizzatore di documentari Ben – così fissato con Wall Street, l’1% e così determinato a realizzare dei prodotti inefficaci -, il medico – su di lui sembrano non esserci dubbi -, addirittura Rochelle che cerca di minimizzare le preoccupazioni di Laurel.
Alla fine della fiera poco importa chi sia infetto e chi no, l’importante sembra più che altro essere la curiosità e le speculazioni che ci portiamo avanti durante i 43 minuti di episodio.
Questo virtuoso aspetto, tuttavia, presenta un suo lato oscuro, piccole facilitazioni narrative che ci impongono qualche domanda. Abbiamo detto che la nostra totale incertezza ricade su personaggi secondari, se non proprio nuovi. Tolta Laurel e il suo rischiosissimo approccio con gli insetti alieni, quando abbiamo avuto il sentore o la preoccupazione che un altro dei personaggi principali potesse essere infettato? Tenere sotto controllo spettatoriale Luke è molto facile e a tal proposito la descrizione della sua indole donnaiola risulta particolarmente azzeccata – un cervello tanto governato dall’emisfero destro, può mai essere appetibile per chi l’emisfero destro lo rigetta? Dove però qualcosa non torna è sul trattamento di Gareth. E’ già da diversi episodi che ci si potrebbe porre una di queste due domande (o tutte e due, ma da applicare in maniera interscambiabile).
- Possibile che Red&co. non tentino in nessun modo di infettare il circospetto chief of staff?
- Possibile che alla luce delle “deliranti” rivelazioni di Laurel, Gareth – già sospettoso – non faccia un minimo collegamento con l’apparente delirio della sua fiamma?
Ci sono ancora tre episodi per degli sviluppi in tal senso, fatto sta che la sua figura risulta vagamente quella di un pesce fuor d’acqua, ancora bisognoso di ambientarsi in un particolare contesto narrativo che non sia quello del love interest.
Ma, se Gareth non fa collegamenti e se Rochelle compare poco in questo episodio, non è certo un caso. La totale assenza di Gustav (per la seconda volta) consacra definitivamente il momento di predominio della trama politica, con gli alieni sullo sfondo, a dare quel tocco in più di ironia e ad enfatizzare il clima satirico e metaforico. E’ anche vero che era stata portata avanti assai rapidamente la scoperta aliena da parte dei protagonisti nei precedenti episodi e, dopo la dichiarazione di guerra al padre, c’era forse bisogno di rallentare un attimo. Fatto sta che sentire la culla che suona “You Might Think” dei Cars ci fa esultare come un intero fandom in calore (dove le vendono culle così personalizzate?).
Anche questa settimana scopriamo nell’episodio una porzione auto-conclusiva di trama, ovvero Ben Valderrama e i suoi documentari. La critica verso il complottismo a tutti i costi, verso quel tipo di inchieste forzatamente provocatorie di cui anche la nostra TV è piena, trova in questo episodio la vetta più alta della porzione satirica di BrainDead. Quello di Laurel (bentornata alla sua abilità nel realizzare video) diventa quindi un vero e proprio manifesto della serie, un messaggio che in questi giorni confusi più che mai diviene necessario. La rabbia ha distorto le ideologie, la rabbia ha potenziato l’estremismo e l’ha reso fanatismo ed è ciò che più dovremmo tutti temere.
E, mentre va in onda tutto ciò, negli Stati Uniti sono in campagna elettorale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Perché così poca gente segue questa serie?
Taking On Water: How Leaks In D.C. Are Discovered And Patched 1×09 | 1.99 milioni – 0.3 rating |
The Path Of War Part Two: The Impact Of Propaganda 1×10 | 2.31 milioni – 0.3 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.