Brave New World 1×08 – Monogamy And Futility, Part 2TEMPO DI LETTURA 3 min

Giunti ad un solo episodio dal termine e giusto per essere franchi, la nuova serie di casa NBC sforna un pessimo episodio: 45 minuti insipidi e sonnolenti che aggiungono ben poco alla trama principale. Si è infatti scelto purtroppo di concentrare la narrazione quasi esclusivamente sulla love story tra John The Savage e Lenina Crowne, rendendo i due personaggi il centro della storia e tralasciando quasi completamente tutte le altre componenti.

Non bisogna dimenticare che questo prodotto trae origine dalla geniale opera di Aldous Huxley che aveva concentrato la propria attenzione su tutt’altro, tanto che nel libro John rifiuta categoricamente ogni rapporto sentimentale e sessuale con Lenina. Nonostante si capiscano le esigenze narrative degli autori rispetto al materiale cartaceo (anche se da Grant Morrison ci si aspettava di più), ridurre l’interessante società di New London, guidata da peculiari teorie sociali, tecnologiche ed eugenetiche, a una storia d’amore tra due personaggi è veramente eccessivo.

Se dopo la visione di “In The Dirt” lo show sembrava sul punto di decollare, grazie alle spiegazioni finalmente fornite agli spettatori sul funzionamento dell’organizzazione sociale, in questa puntata la componente tecnologica e scientifica della città viene completamente ignorata, a scapito di un continuo tira e molla tra i protagonisti della serie, con “il selvaggio” che sembra in preda a smanie amorose adolescenziali, mentre un arrapato Bernard viene ufficialmente friendzonato con affetto.

La splendida resa visiva, unita all’incredibile mondo creato a New London, è sempre stata il punto forte della serie, ma da sola non basta per la buona riuscita di una serie, come già ampiamente dimostrato da American Gods e Too Old To Die Young.

Inoltre è da sottolineare come il potenziale insito nel personaggio interpretato da Alden Ehrenreich venga sfruttato in maniera pessima, tanto che la funzione da virus sociale di John, in grado di destabilizzare l’intera società, emerge solo nel finale di puntata, sicuramente il momento migliore di questo ottavo appuntamento.

A conti fatti, se si escludono gli ultimi momenti dell’episodio, nell’arco dei 45 minuti a disposizione succede ben poco, per una narrazione lenta e compassata, non solo priva di eventi particolarmente significativi, ma anche di un mancato approfondimento psicologico dei vari personaggi, relegati ad essere le spalle narrative (quando và bene) dei due protagonisti principali della serie. Il tutto per un processo di umanizzazione che per ora sembra aver colpito soltanto Lenina e in parte Helm Watson.

È ormai evidente come la Beta Plus sia vicina al punto di non ritorno, tanto che l’amica Frannie comincia a parlarle di ricondizionamento (“You are a savage now and i need to save you”) con i primi veri propositi di fuga che iniziano ad emergere nel personaggio interpretato da Jessica Brown Findlay.

Resta ora da capire quanto sia reale la rivolta degli Epsilon e quanto si permetterà loro di agire, visto che il delicato sistema sociale gestito da Indra prevede anche delle varianti rispetto al normale funzionamento, che possono essere riassorbite e modificate, piegandole successivamente alle esigenze scientifiche di New London.

Un episodio fortemente deludente per Brave New World, sicuramente il peggiore di questa prima stagione, nonchè un brutto colpo d’arresto prima del season finale. Complessivamente si tratta comunque di un buon prodotto seriale ma, per i motivi sopracitati, non si può che valutare questo ottavo appuntamento in maniera insufficiente.