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Breaking Bad 5×16 – FelinaTEMPO DI LETTURA 5 min

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“It’s not over until I say it’s over.” E ora l’ha detto.
Quella che state accingendovi a leggere è l’epigrafe della miglior serie degli ultimi 20 anni per qualità recitativa, di script e di coerenza narrativa ed in quanto tale merita una premessa statistica in cui snoccioliamo numeri che quantifichino quanto abbiamo appena detto.
E’ il 20 Gennaio 2008 quando circa 1 milione di persone si riusnisce davanti al piccolo schermo per seguire colui che molti ricordano come il papà di Malcolm che corre in mutande fuori da una roulotte nel mezzo del deserto con una pistola. Sono passati più di 5 anni ed il 29 Settembre 2013 sintonizzati sulla AMC ci sono la bellezza di 10,28 milioni di persone, all’incirca il 928% in più rispetto al pilot mostato un lustro prima, giusto a riprova del fatto che questo non è un semplice telefilm ma qualcosa di più e questi 55 minuti finali sono l’ennesima riprova di quanto speciale ed infinitamente unico sia Breaking Bad.
“Felina” non è un series finale ma Il series finale, un series finale che non solo è gratificante da vedere ma chiude tutte le porte rimaste aperte lasciando lo spettatore privo di qualsivoglia critiche o rimostranze da fare a puntata finita. Non c’è nulla da dire a riguardo, “Felina” è perfetto, emozionante e dannatamente ben recitato, scritto e girato.
Difficilmente si nota la regia in un telefilm, sia per motivi banali come il fatto che non ci si presta particolare attenzione sia perchè effettivamente non c’è motivo per notarla. Breaking Bad tuttavia è sempre stata una serie più che attenta ai particolari stilistici, così come alle inquadrature, alle tempistiche e al montaggio, niente è mai stato messo lì a caso ma tutto aveva un preciso ordine mentale da seguire e questo series finale non è ovviamente da meno. Il tocco di questo episodio viene direttamente dal demiurgo della serie, Vince Gilligan, che giustamente mette la firma sia sulla sceneggiatura che sulla regia perchè, se vuoi fare le cose come desideri, l’unico modo è farle da solo. Nel suo caso non è proprio così ma lo sfizio di fare personalmente l’intero series finale della sua creatura non è minimamente discutibile, anzi gli spetta di diritto. Ad ogni modo la regia anche qui si spreca in inquadrature profonde che lasciano lo spettatore solo e pensoso facendogli vivere in prima persona il tormento finale di Walter White. Eccezionale è in toto la scena incentrata su Skyler e sulla telefonata con Marie: una trave (portante?) cela dietro di sè il marito della donna che, in un’ambivalenza di emozioni che spaziano dall’ira alla paura, non può far altro che ascoltare le ultime parole d’addio che l’uomo è venuto a porgerle. “I did it for me” è l’ammissione di colpevolezza che Skyler non si aspettava di sentirsi, un’ammissione che ha il duplice scopo di quietare l’animo preoccupato della moglie e al contempo di togliersi questo fardello dalla coscienza con una frase che pesa più di una partita di metanfetamina per Heisenberg. Tutto è nato per provvedere ai bisogni della sua famiglia ma col tempo, è anche inutile che ve lo ripeta, le cose sono cambiate, Walter è cambiato e ha cominciato ad amare ciò che faceva perchè lo faceva sentire vivo e potente. “Say my name” è quanto di più espressivo si possa citare a tal proposito. Nell’addio Walter si confida sinceramente con la sua ormai ex moglie, si denota una certa serenità sia nel suo sguardo sia nel tono della voce, piccolezze riscontrabili solo in qualcuno che sta venendo a patti con una fine ormai prossima e che, in quest’ottica, mette a posto le ultime cose prima della sua dipartita. Nel caso di Walter White la lista impone un ultimo saluto a moglie e figli, l’uccisione di tutti i suoi ex partner lavorativi e la liberazione del suo ex pupillo dalle grinfie della Todd family. Dette così sembrano moltissime cose da fare per 55 minuti, specialmente se fatte con la tempistica ed i ritmi narrativi di Breaking Bad ma “Felina” è tutto fuorchè affrettato e inconcludente, per fortuna.
E’ difficile se non impossibile trovare dei difetti a questo episodio, e anche nel caso ce ne fossero, cosa che non è vera, noi non li vorremmo trovare perchè francamente ci va bene così. Gilligan in quest’ora ci fornisce tutto ciò di cui necessitiamo: sparatorie, addii, regia impegnativa e performance recitative da Emmy e non a caso è stato vinto giusto pochi giorni fa. Tutto va come deve andare, come speriamo che vada più che altro, perchè, se per Walter sappiamo già che la fine è prossima visto lo stato del cancro, degli altri character nulla è certo con sicurezza con un Heisenberg in cerca di vendetta. Apprendiamo con piacere dallo sguardo di compiacenza tra Walter e Jesse che quest’ultimo ha perdonato il suo mentore metanfetaminico e viceversa, pace è fatta o per meglio dire tregua è fatta. Jesse vedendo Walter ferito non vuole assumersi la responsabilità di ucciderlo perchè in fin dei conti ha già le ore contate e quindi in un atto di misericordia e vendetta lo lascia vivere ben sapendo che la sua morte è prossima.
Aaron Paul è mastodontico in quei pochi minuti che gli vengono concessi. Tutte le emozioni che prova passano direttamente per gli occhi che dicono molto più di quanto il suo character voglia dire. E’ un addio non solo di Jesse Pinkman ma anche di Aaron Paul a tutto lo staff di Breaking Bad, un addio sincero fatto tramite una performance recitativa da applausi, nulla da invidiare a quella di Bryan Cranston.
La fine è arrivata, c’è il tempo di un ultimo saluto ai macchinari che hanno trasformato Walter in Heisenberg, pochi minuti e poi la serie più acclamata dell’ultimo ventennio è finita. Sinceramente non ci poteva essere finale migliore e più soddisfacente di questo. Grazie Vince Gilligan.

 

PRO:

  • Tutto
CONTRO:
  • Niente

Il miglior series finale che si potesse desiderare. 55 minuti di pura magia per un addio che rimarrà indelebilmente stampato nella nostra memoria.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

3 Comments

  1. Recensione perfetta…una delle migliori che abbia mai letto e mi trovi d'accordo su tutto. Felina non lascia rimpianti o rimorsi e Vince Gilligan non ha mai sottovalutato o illuso il suo pubblico. Doveva andare così e così è andata.

  2. fangirl: è bello, ma ha le sue pecche. non ultima come sgusci sotto il naso di tutta la polizia per andare a parlare con la moglie, o come riesca ad infilare la ricina nelle bustine.
    Suvvia, un po' di obbiettività: la serie è bella ma ci sono le magagne.

  3. Breaking Bad non è una bella serie, è una serie FENOMENALE. Sinceramente è la miglior serie tv che io abbia mai visto. Avrà i suoi difetti, ma nell'insieme è una serie meravigliosa sotto tutti i punti di vista. Poche storie.

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