Brooklyn Nine-Nine 8×10 – The Last Day (Part Two)TEMPO DI LETTURA 5 min

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Brooklyn-Nine-Nine-8x10Si conclude così, con un ultimo colpo, Brooklyn Nine-Nine. Questa ottava stagione, per quanto composta da ben pochi episodi, è riuscita a concentrare al suo interno tutto il necessario per concludere le varie sottotrame rimaste aperte; introdurre un nuovo argomento attraverso il quale far sviluppare i propri personaggi; senza tralasciare i capisaldi dello show.
Ed il celebre episodio dedicato all’Halloween heist era necessario. Per l’occasione in veste di doppio episodio conclusivo con tanto di ultima, malinconica, passeggiata nel tunnel dei ricordi. Ma c’è molto di più visto che “The Last Day (Part Two)” verte sulla crescita, sulla definitiva accettazione dell’altro e sull’unione di un gruppo che si è dimostrato tale per oltre otto stagioni e che in questo episodio lo dimostra nuovamente.

YET ANOTHER SURPRISE REVEAL AGAIN


Il piano di Jake per poter avere modo di salutare la propria squadra in maniera grandiosa fallisce miseramente passo dopo passo: prima Charles scopre la lettera di dimissioni dell’amico; poi anche Amy gli si ritorce contro. Ed infine tutto sembra diventare parte di gigantesco e ingegnoso piano di Holt che avendo avuto la stessa idea di Jake cerca di accomiatarsi dal gruppo con un ultimo, sontuoso saluto, riportando tutta la squadra nel luogo del loro primo caso sotto. Tutte premesse per ricreare un “perfect goodbye”. E invece no. Ennesimi plot twist alla Lucarelli/Fabio De Luigi e tutto si ribalta nuovamente. Prima Rosa e Gina (ritorno in veste di deus ex machina per l’ex membro del distretto), poi Bill e infine il vero master mind dell’ultimo heist è Hitchcock che ha finto di andare in pensione e di andare in Brasile. Ma non si è spinto oltre limitandosi a comprare per quaranta dollari il premio da Bill.
Ciò che segue alla blanda incoronazione di Hitchcock come “The Grand Champion Of The Nine-Nine” è puro e semplice commiato televisivo sia tra i singoli personaggi, sia tra personaggi e pubblico. C’è qualche accenno di futuro, ovviamente, con un flashforward conclusivo mirato a lasciar intendere che per quanto i membri del distretto possano essersi allontanati, qualcosa li unirà e li accomunerà per sempre. Può essere un banale furto, così come qualcosa di ben più profondo.

JAKE PADRE DI FAMIGLIA


Il vero cruccio nel vedere il finale di Brooklyn Nine-Nine è legato essenzialmente alla scelta degli sceneggiatori di circoscrivere la figura di Jake al puro e semplice ruolo del padre quando, dopo otto stagioni, è chiaro nello spettatore la passione e l’amore per il proprio lavoro indipendentemente da tutto. Ma, come si diceva in apertura di recensione, la puntata verte anche sulla crescita e, seppur con dispiacere, quella di Jake è la crescita per antonomasia. Forse eccessivamente repentina e mostrata solo in questo arco (d’altra parte il piccolo Mac è entrato in scena da pochissimo), ma toccante. Il rapporto controverso e negativo tra Jake ed il padre ha da sempre rappresentato un tassello fondamentale della caratterizzazione del personaggio di Peralta rendendolo, di fatto, l’investigatore che è stato mostrato all’interno dello show: grandi capacità, ma basso livello di responsabilità.
Proprio di questo senso di responsabilità, che suo padre non aveva, Jake si fa carico spingendo Amy ad accettare il nuovo lavoro. Per amore, un amore non più coniugato con il lavoro nel distretto, ma con la donna ed il figlio nato da poco. Toccante, da questo punto di vista, è il dialogo tra Jake ed Holt dove quest’ultimo ribadisce al giovane detective che se avesse un figlio come lui ne sarebbe veramente fiero.

UN ULTIMO SGUARDO PRIMA DELL’ADDIO…


Ma il finale di puntata non si circoscrive al solo faccia a faccia tra Holt e Jake.
Amy e Rosa riescono a parlarsi finalmente in modo sincero, dimostrando il loro reciproco affetto; Hitchcock e Scully si riabbracciano dopo un’intera stagione passata in videochiamata costante; Terry e Charles dovranno diventare l’uno la spalla dell’altro visto e considerato che sono gli unici due che rimarranno all’interno del distretto, dopo la massiccia emorragia di colleghi che avverrà da lì a poco.
È da annotare l’unica vera pecca di questa stagione, ossia la sottotrama relativa alla lotta contro il razzismo all’interno della polizia ed il confronto con Frank O’Sullivan, abbandonata a se stessa dopo uno sviluppo repentino ed interessante nei primi episodi. Sicuramente il nuovo ruolo di Amy ed il piano di “ricostruzione” per la polizia di New York rappresentano una sorta di vittoria per il team di Holt, tuttavia non avrebbe stonato magari mettere nuovamente l’accento sulla questione cercando di palesarne l’evoluzione ed i passi avanti compiuti contro O’Sullivan. Ma come molti suoi simili Brooklyn Nine-Nine si ripara nelle emozioni e nel facile sentimentalismo regalando al proprio pubblico un caloroso abbraccio (virtuale e collettivo) con i propri beniamini, cercando di nascondere sotto il tappeto tutte le limitazioni del prodotto. Operazione riuscita in maniera più che soddisfacente, dopotutto.
Dialoghi toccanti e, come in buona parte delle comedy, un ultimo sguardo al luogo dove sono avvenute indicibili sciocchezze ed incredibili colpi di genio. Uno sguardo sommesso, ma carico di fiducia dall’interno dell’ascensore che si sta per richiudere sul proprio passato. Ad attenderli, il futuro.

Holt: “I guess in the end, we rubbed off on each other quite a bit. Title of your sex movie. Did I do that right?”
Jake: “It was perfect.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’ultimo heist tutti insieme…o forse no?
  • I vari confronti tra i personaggi
  • Viaggio nei ricordi del passato: è sempre un piacere ed è uno dei motivi principali per seguire show così longevi
  • Jake e Amy
  • L’ultimo confronto tra Jake e Holt
  • Hitchcock, The Grand Champion
  • La scena conclusiva dell’ascensore
  • Jake che lascia la polizia
  • Gina in versione deus ex machina: una semplice macchietta all’interno del finale di serie, peccato considerando il personaggio
  • Qualche puntata in più non avrebbe guastato

 

“Nine-Nine!”

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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