Alma: “I still don’t understand why you keep her around. We’re trying to be great at something, daddy. People like her just want to get through the day. We want to live deep.“
Le parole di Alma suonano più inquietanti che mai, soprattutto perché pronunciate da una bambina. American Horror Story non si fa proprio mancare nulla e sceglie di continuare la sua prima parte del suo “Double Feature” con due episodi diametralmente opposti. Il quarto episodio racconta la backstory di alcuni personaggi, mentre il quinto permette alla storyline principale di progredire. Tutto questo serve a preparare il terreno al finale di “Red Tide”, che si prospetta essere tutto fuorché un lieto fine.
BLOOD BUFFET
Con “Blood Buffet”, la prima parte di questa decima stagione di American Horror Story si concede una piccola digressione, interrompendo di fatto il continuum narrativo per scendere in dettagli dei quali il pubblico non sentiva realmente la necessità. “Red Tide”, la prima parte di “Double Feature”, dura infatti a malapena sei episodi e sembra che gli sceneggiatori ci tenessero proprio a sprecare del tempo, quando avrebbero invece potuto inserire flashback sparpagliati nei vari episodi o far riassumere tutto in poche battute dai protagonisti.
Il rischio con episodi di questo tipo è quello di far rallentare drasticamente la narrazione per raccontare qualcosa che a volte è intrinsecamente necessario ai fini della narrazione o della caratterizzazione dei personaggi, ma non è questo il caso.
L’unica vera nota positiva dell’episodio è l’interpretazione impeccabile di Frances Conroy, che risulta pienamente credibile nel ruolo della moglie insoddisfatta e maltrattata che, anche se con modalità discutibili, decide di prendere in mano la sua vita, stravolgendola interamente.
Oltre alla storia di Belle, l’episodio si concentra principalmente su The Chemist e sul suo arrivo a Provincetown, decisa a testare la famosissima pillola nera da lei creata e i suoi effetti. Il suo obiettivo si rivela presto essere non così nobile, in quanto prevede di incassare una percentuale sul guadagno che le persone potranno trarre dal potere della pillola.
Ryan Murphy ha già reso noto che “Red Tide” sarà per certi versi collegato a “Death Valley”, la seconda parte di questa stagione. È possibile che ci potrà essere una connessione più profonda tra gli alieni della seconda parte con l’origine di questa formula per la pillola? È probabilmente troppo presto per saperlo.
GASLIGHT
Con “Gaslight”, si torna nel vivo dell’azione e American Horror Story attinge ancora una volta ad alcuni classici dell’horror per arricchire la sua storia. Lo show è stato fin dai primi episodi dichiaratamente citazionista, scritto da fan dell’horror ben consapevoli di cosa piace al proprio pubblico, anch’esso amante dell’horror.
La donna isterica, incinta, indifesa e alla quale nessuno crede è un topos abbastanza ricorrente nel cinema di genere horror. Ecco quindi che sembra improvvisamente di trovarsi in una scena di “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski, con una Doris (notevole la performance di Lily Rabe) sottomessa e maltrattata dalla famiglia che dovrebbe proteggerla e sostenerla. Doris sarebbe stata l’ultima speranza per salvare la sua famiglia, quando si ritrova sopraffatta da ogni dove da forze che cercano di mentirle, tradirla, spingerla a fare cose che non vuole fare. La sua storia non sarebbe mai potuta finire bene: lo si sapeva, con questo episodio se ne ha la conferma.
E non solo la sua, poiché finora in “Red Tide” pare che nessun personaggio sia orientato verso un qualche lieto fine. Coloro che sopravvivono sono destinati a dover fare i conti con le proprie scelte e relativi sensi di colpa. Ne sono una prova Karen e Mickey, che terminano di fatto la loro partecipazione in “Red Tide” (o almeno, così sembra). Culkin e la Paulson riescono nonostante tutto a donare una simpatia ai loro character, costretti dalle loro condizioni a fare il possibile per sopravvivere in un mondo a loro fondamentalmente ostile. E se loro meritano compassione, non si può dire lo stesso del trio composto da Alma, Henry ed Ursula, disposti a tutto pur di raggiungere i propri scopi.
Il regista John J. Gray ha fatto un ottimo lavoro con gli attori, riuscendo a cogliere un’infinità di variazioni di stati d’animo in ognuno di loro: l’episodio, infatti, esplora il carattere di tutti personaggi, che iniziano in un modo e finiscono in un altro. Gray riesce a far crescere lentamente l’episodio grazie a scene agghiaccianti, soprattutto per quanto riguarda la storyline principale di Doris e della sua famiglia: dal risveglio con la figlia che rosicchia il piede del neonato, alla conseguente perdita di capelli e definitiva trasformazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Blood Buffet” e “Gaslight” accompagnano il pubblico dritti verso il finale della prima parte. Mentre il quarto episodio poteva essere facilmente evitato, non si poteva fare certo a meno del quinto, che fa invece avanzare molto il ritmo della narrazione. Apprezzato è il citazionismo, così come l’atmosfera inquietante che continua a pervadere questa decima stagione, per ora ancora salva dai consueti deliri di Murphy che hanno spesso finito per rovinare stagioni dalle buonissime premesse. Non resta che godersi il finale e scoprire come la prima parte sarà collegata alla seconda. Ci si trova al giro di boa, non resta che aspettare per trarre poi le conclusioni finali.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.