Catch-22 1×03 – Episode 3TEMPO DI LETTURA 3 min

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Arrivati al giro di boa di questa miniserie, bisogna cominciare ad essere il più oggettivi possibile provando a filtrare lati positivi e lati negativi. Catch-22 non è una miniserie per tutti, non è e non può esserlo per via di quella particolare ironia mai palese ma sempre presente, e mista ad un malcontento e ad un’irrazionalità generale. Come sfondo c’è sempre la Seconda Guerra Mondiale ma, nonostante i vari bombardamenti, sembra quasi essere un evento lontano e mai particolarmente in grado di coinvolgere l’intero ecosistema. Almeno fino ad ora.

Major de Coverley: My good man. Would you be kind enough to provide me with the name of the legal owner of this building? I wish to requisition it for the fighting men of the United States of America.
Passante: Scusi?
Major de Coverley: Dov’è il ah… Ah, proprietario.

In “Episode 3” qualcosa cambia radicalmente. Grazie ad il character di Hugh Laurie, Major de Coverley, si ha per la prima volta l’occasione di avere un contatto (fugace) col nemico tedesco che è ancora in possesso di Bologna nonostante quanto sia stato fatto credere da Yo-Yo. Innanzitutto, considerato il generale tentativo delle produzioni di Hollywood di recitare in italiano (Grey’s Anatomy lo sta continuando a fare), bisogna ammettere che il livello di recitazione è molto buono e Laurie ha addirittura del buon potenziale per diventare presto un italiano D.O.C. se continua a recitare così. Detto ciò, la sua breve apparizione in quel di Bologna rappresenta il picco più alto del lato comico ironico della puntata, nonostante sia una scena che ha molto di cui far riflettere. E qui sta tutta la bravura dello script di Luke Davies e David Michôd: momento drammatico, ironia esasperante, faccia esterrefatta di de Coverley. Viceversa, nella scena finale dell’episodio c’è tutta quella drammaticità che non può essere alleviata in alcun modo e che è giustamente messa lì a ricordare che questa è effettivamente una guerra, non una commedia.

(Futuro suicida) Pilota:You know the difference between me and you?
Me, happy, happy, happy, happy, dead.
You, worry, worry, worry, worry, dead.
Don’t drag me into your shit, okay?

Yossarian, da buon protagonista, catalizza su di sé tutta lo stress della guerra ed è l’unico personaggio che dimostra questa irrequietezza. Il costante tentativo di essere rimandato a casa, negli States, è il suo mantra personale e lo sta portando a raggiungere nuovi livelli di insubordinazione. Dopo il lassativo e la finta malattia, questa volta si ritenta con la conquista fittizia di Bologna in una notte. Anche qui Davies e Michôd sono bravissimi nel rendere molto semplice e basilare la psicologia di Yossarian: per lui non esiste il possibile danno secondario (già il lassativo ai danni dell’intero plotone era stato un buon incipit) perché il desiderio di terminare il suo lavoro come bombardiere è così forte che giustifica qualsiasi conseguenza, anche la possibile morte di Major de Coverley. Quasi ad enfatizza il fatto che, in realtà, qui nessuno è veramente buono o cattivo ma, quasi per assurdo, proprio il protagonista potrebbe essere il villain di turno. Con buona pace degli sforzi del Colonnello Cathcart.

Colonel Cathcart: And I’ve got some good news: I’m raising the mission count from 40 to 45.
Oh, I knew you’d like that. And as punishment for this act of fucking treason, I’m also raising it from 45 to 50.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Incontro con i nazisti
  • Spostamento della linea sopra Bologna
  • Svariati dialoghi
  • ”Splash” finale
  • Un po’ inutile la parte con Giannini e le prostitute

 

Questo terzo episodio conferma il mix molto ben curato di surrealismo e drammaticità, porta finalmente in scena (anche se brevemente) un paio di nazisti e chiude con il botto (letteralmente). Non potrà piacere a tutti, e va bene così: non è per tutti.

 

Episode 2 1×02 ND milioni – ND rating
Episode 3 1×03 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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