Con “They Are Among Us”, CIttà Invisibile si avvia verso la metà di stagione. Fino ad ora, gli elementi presentati sono innumerevoli: divinità che si aggirano tra i mortali, morti inspiegabili, sparizioni improvvise di cadaveri, corruzione, abbandono della propria identità etnica e, dall’altra parte, tentativo di conservazione di quest’ultima, attenzione all’ecologia e all’ambiente, bruchi, occhi bianchi, farfalle…
Purtroppo, però, la serie tv brasiliana risente di questo marasma di elementi posti l’uno vicino all’altro senza, sembrerebbe, la preponderanza di nessuno. Difficile dire come i fili potrebbero congiungersi alla fine senza creare buchi di trama dato il poco tempo a disposizione.
Interessante rimane comunque il vedere una cultura molto diversa da quella europea, cultura in cui un guaritore, persona di grande importanza presso i nativi, si sostituisce alla figura del medico, anche quando si tratta di un problema della mente. La medicina tradizionale è infatti molto accettata e per questo esistono ospedali misti in cui si pratica la medicina “scientifica” e, appunto, quella tradizionale dei popoli nativi del posto. Anche il richiamo a Padre Oxalà, divinità principe del pantheon brasiliano, è certamente una nota d’effetto.
LA CORRUZIONE DI UN POPOLO
Drammatica risulta la situazione degli abitanti di Vila Torè, privati dei beni della loro terra e, quindi, della loro stessa identità etnica. Ciò che colpisce è come non riescano a capire fino in fondo il danno che hanno appena subito per l’offerta in denaro da parte del compratore delle loro terre. Più che altro colpisce come un estraneo possa entrare nelle vicende di un popolo attraverso il denaro e insinuare la convinzione che qualcuno di esterno, come un ricco imbroglione affamato di terre e potere, possa davvero, tramite un ecoresort che gli fornirebbe un vantaggio economico maggiore rispetto al misero indennizzo concesso ai nativi, mantenere viva la riserva dei loro padri.
Anche il capo della polizia ambientale Ivo si lascia corrompere da un uomo simile con la promessa di un futuro pieno di denaro e potere e questo fa davvero rabbrividire.
GLI ADDOMINALI DI MARCO PIGOSSI NON IMBROGLIANO TUTTI
La scelta di un attore così piacente può essere estremamente positiva oppure estremamente negativa: in Città Invisibile le carenze di scrittura vengono compensate poco dopo da una visione che dovrebbe invogliare il pubblico femminile a continuare a guardare ma, ahimè, nonostante ciò, quelle restano. Infatti, la grande rivelazione della presenza tra gli esseri umani di creature mitologiche, divinità millenarie che si aggirano indisturbate da parte di Ciço dovrebbe provocare l’effetto della scoperta dell’homo sensorium da parte di Bug in Sense8, non una finta espressione scioccata seguita dalla ricerca di una sirena rapita. Grande delusione!
Senza contare il fatto che il ruolo di padre Eric non lo ha mai rivestito, perché troppo preso da se stesso, né lo ha mai sentito nemmeno per sbaglio. La piccola Luna, in una fase così difficile e dolorosa quale la morte della madre e per l’essere stata catapultata nel mondo degli adulti ad una così tenera età, avrebbe bisogno di lui ma il padre, o presunto tale, si ostina nelle sue ricerche affidandosi e affidandola niente meno che alla nonna, altra donna che sostituisce la moglie morta. Molto male!
Le sensazioni al riguardo, recepite nei primi episodi, vengono definitivamente confermate dai flashback che vedono una Gabriela che discute con Eric, anche animatamente, per la sua assenza dalla vita della figlia; è, in fondo, anche un po’ colpa sua se la donna è morta in quanto, se fosse andato alla festa di Vila Torè, non si sarebbe addentrata nel bosco da sola oppure Luna non si sarebbe mai allontanata… forse.
Rimane, poi, la poca comunicatività di quest’attore che sembra monoespressivo anche in momenti inopportuni come la già citata rivelazione di Ciço; è anche per questo motivo che le sequenze che lo vedono coinvolto con Inês non hanno l’effetto sperato, destando invece una parziale indifferenza.
LA STORIA DI CAMILA
Unica nota positiva dell’episodio è la storia di Camila, sirena assassina di uomini. Nonostante il poco spazio dedicatole, il suo personaggio risulta dolce e tormentato. Si spera in una sua ulteriore evoluzione e, possibilmente, un maggiore spazio alla sua bellissima coda scintillante!
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Episodio che si lascia guardare e che fa sperare in meglio per i restanti.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.