“Enjoy your Free Will, Legends!”
L’ultimo episodio di questa quinta stagione segue, per fortuna la scia iniziata da “I Am Legends” e ne rappresenta la degna conclusione. Aver trovato il filo conduttore di tutto nella lotta contro le due Parche Lachesis e Atropos ha senza dubbio aiutato in questo, dando finalmente una ragione a tutto il caos di personaggi che ogni volta arrivavano e uscivano all’interno della narrazione orizzontale.
Tutto trova una morale nell’eterna lotta fra il destino e il libero arbitrio, topos narrativo che da sempre è la base per qualunque tipo di narrazione, a partire dalla mitologia greca che è stata la grande protagonista di questa stagione (si veda ad esempio il mito di Prometeo). A questo proposito va evidenziata l’importanza che hanno rivestito proprio le due villainess stagionali. Non tanto Atropos, che in verità si lascia sconfiggere abbastanza facilmente, quanto Lachesis (l’ottima Sarah Strange) che qui dimostra una personalità molto più complessa e sfaccettata di quanto non avesse mostrato finora. Le sue motivazioni nel fare quello che fa sono meno banali di quanto sembra e il suo rapporto “materno” con Astra riesce nell’impresa di rendere meno piatto e più attivo proprio il personaggio della sua ex-protetta (altrimenti veramente inutile). L’escamotage del Fatewatch come parodia delle numerose app/tecnologie realmente esistenti che, di fatto, controllano l’esistenza di molte persone è una satira sociale tanto semplice quanto geniale. Non bisogna tuttavia pensare che DC’s Legends Of Tomorrow sia diventata improvvisamente una serie “seria” (si perdoni il gioco di parole) alla ricerca di significati filosofici esistenziali e reconditi. Il tono rimane come sempre leggero/demenziale, come in fondo è giusto che sia considerata la sua natura, ma per una volta dopo tanto tempo si prova anche a dare alle gag presenti un contesto coerente e più “alto”, e questo è senz’altro da apprezzare.
Così ecco un’epica scena di lotta all’interno di un bizzarro museo di storia, modellato su quello del film “Una Notte Al Museo” con Ben Stiller, fra le Leggende e i Redivivi che ormai il pubblico ha imparato a conoscere in questa stagione (si rivede anche Courtney Ford nei panni di Maria Antonietta), il tutto sulle note della famosa Thong Song di Sisqo. Il che, aggiunto ad un John Costantine che attraversa il pavimento con i suoi poteri, è senza dubbio il momento più alto mai raggiunto in questa stagione.
Unica pecca rimane la sequenza finale che vede una serie di personaggi veramente validi (Zari 1 e Charlie) dare il loro addio (forse momentaneo? forse definitivo?) al team delle Leggende. E con l’incognita di Sarah Lance che anticipa quello che sarà la linea orizzontale della prossima stagione.
Un finale che lascia più di un amaro in bocca. Sia perché non si capisce bene che fine farà Sarah – è probabile che il suo minutaggio sarà molto ridotto nella prossima stagione, a fronte di characters di ben più modesta caratura – sia perché pone fine alla storyline fantasy-mitologica lanciandone una puramente sci-fy che mal si addice ai viaggi nel tempo (che già in questa stagione sono stati lasciati molto in disparte) proseguendo quindi lo snaturamento della serie stessa.
L’episodio in sé dunque fa il suo dovere e si merita sicuramente un Thank per come è riuscito a ribaltare da solo un’intera stagione, rimasta quasi sempre al di sotto della media. Rimane da vedere se la serie riuscirà a mantenersi su questi livelli o se ormai ha già fatto il suo inevitabile salto dello squalo. Nell’attesa di scoprirlo ci si può godere il concerto di una scatenata Charlie/Clotho versione punk.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The One Where We’re Trapped On Tv 5×13 | 0.76 milioni – 0.2 rating |
Swan Thong 5×14 | 0.72 milioni – 0.2 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!