“Sono sempre stato un animale notturno. Vissuto nell’ombra del Passeggero Oscuro. Ho vissuto nel buio così a lungo…che l’oscurità è diventata il mio mondo. Ma col passare del tempo, le persone a me care mi hanno portato luce. All’inizio sono rimasto accecato, era tutto troppo luminoso. Ma con gli anni, i miei occhi si sono adattati e mi hanno permesso di vedere. Ora, il mio futuro è ben messo a fuoco. E’ luminoso. Più luminoso che mai.”
Si sta avvicinando alla chiusura del proprio cerchio narrativo, Dexter. C’è il desiderio di vendicare la propria seconda figura materna; un “fratello” ancora una volta che gli si contrappone. Una costruzione a livello teorico interessante e valida, ma sono i dettagli che vanno ad affossare il racconto, come spesso accade. Specialmente in una rollercoaster di eventi come è stata questa ottava stagione.
Hannah, rispuntata giusto per creare una scusante a Dexter ed allontanarlo definitivamente da Miami, risulta più docile di un agnellino risultando anni luce distante dalla killer mostrata nella settima stagione.
Debra ha tentato un omicidio-suicidio giusto sei puntate fa, ma dopo una magica seduta psicoterapica dalla dottoressa Vogel sembra essersi totalmente ricreduta mettendo in mostra un toccante addio con il fratello. Addio sì toccante, ma che si consuma in sordina, quasi per sbaglio e di corsa mentre Saxon è incosciente e Debra deve arrestarlo per consegnarlo alla polizia.
L’ultimo saluto di Dexter ai colleghi è freddo, distaccato e apatico: un qualcosa totalmente in linea con il personaggio, in realtà, ma a convincere è la costruzione generale. Dexter non saluta semplicemente in maniera gelida i propri colleghi, bensì l’intera sequenza crea nello spettatore la sensazione di superfluo. Quasi come se tutto fosse stato preparato giusto così, per fare scena.
Altro elemento gestito decisamente male, come si diceva sia ad inizio recensione, sia in quelle precedenti, Hannah. L’agente US Marshall, dopo aver avuto chiara segnalazione dall’ospedale della presenza della donna, ottiene un mandato e perlustra la casa di Debra in cerca di prove. Ciò che sconvolge non è tanto la lentezza con cui si arriva a questo sviluppo, quanto piuttosto che al mandato non faccia seguito un arresto/interrogatorio per i fratelli Morgan. La casa viene ribaltata ad cima a fondo, ma Dexter e Debra non vengono minimamente interrogati o interdetti in qualche modo? Tutto molto semplicistico giusto per dare allo spettatore la sensazione di un pericolo senza effettivamente metterlo in pratica.
La puntata è circoscritta attorno a due elementi chiave, in definitiva: l’addio di Dexter a Miami; Oliver Saxon e la sua cattura.
Il primo viene gestito con numerosi dialoghi e faccia a faccia (tra cui anche quello tra Hannah e Debra). Minutaggio dovuto e dosato sapientemente in linea generale e che coincide con la sensazione di chiusura del cerchio che ad inizio recensione si esponeva.
Anche il secondo punto, la cattura di Saxon, aiuta a chiudere il cerchio. Peccato che avvenga in maniera molto raffazzonata: il grumo di sangue appiccicato sotto il tavolo da Zach; l’hacking del pc della Vogel per risalire a quello di Oliver in cui ci sono i video incriminanti; un improbabile collegamento con un personaggio introdotto brutalmente nel background di Dexter. Insomma, non sicuramente il miglior finale possibile.
Ma la fine di un prodotto di lunga data, che al pubblico ha saputo dare tanto nel corso delle passate stagioni, può essere giustificata dal proprio passato? La valutazione può subire influenze di questo tipo o dovrebbe risultare asettica e circoscriversi solo a quanto esposto nell’appuntamento settimanale? Il passato è importante ed aiuta a contestualizzare, molto spesso, scelte di sceneggiatura e di narrazione. E proprio per questo passato, così abilmente delineato nel corso degli anni, vedere Dexter in una fase di declino così accentuata proprio a ridosso della conclusione è una pugnalata dritta al cuore.
- I dialoghi di commiato tra i vari personaggi e Dexter-Hannah
- Flebili speranze per il finale?
CONTRO:
- Dexter che lascia Saxon in mano alla polizia: Trinity non ha insegnato nulla? Oltretutto lasciato a pochissimi centimetri da un vero e proprio armamentario
- L’ingenuità di Dexter
- Hannah
- Utilità dell’US Marshall
- Mandato di perquisizione a casa Morgan…ma Dexter e Debra non vengono minimamente interrogati o fermati
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.