Gordon Rimmer: “Jesus Christ!”
Ad un certo punto, tanta è la carica ritmica e dinamica degli eventi che non si può fare altro che abbandonarsi ad esclamazioni di stupore e sorpresa.
La narrativa incentrata sui viaggi nel tempo risulta quasi sempre tale in partenza, il tutto viene abbondantemente dichiarato dalla sinossi o dal titolo. Basti pensare agli ultra-classici “Back To The Future”, oppure a Doctor Who, che fa del viaggio nel tempo la condizione di base della sua struttura. Oppure, in altri casi, basta semplicemente accettare un contesto sovrannaturale qualsiasi per inserire il viaggio nel tempo come aggiunta tra i tanti sortilegi possibili. È il caso del terzo volume della saga di Harry Potter, dove Hermione aveva in dotazione un simpatico orologio che le permetteva di seguire tutte le lezioni possibili. Elemento narrativo de “Il Prigioniero Di Azkaban”, sparirà dal centro della narrazione nei volumi futuri. Insomma: il fantastico e il fantascientifico “dovrebbe” essere dichiarato in partenza. Poi però c’è Dirk Gently’s Holistic Detective Agency e l’eredità di Douglas Adams, dove tutto è possibile. Ci ritroviamo così, negli ultimi tre episodi della stagione, a fare i conti con questo ulteriore elemento che incasina tutto quanto e contemporaneamente razionalizza quanto di strano già apparso. Ovviamente la visione di Todd nel primo episodio non poteva non stuzzicare gli appassionati, sapendo che quello che avevamo di fronte altro non era che un’anticipazione di un evento futuro. Sta di fatto che una serie tratta da romanzi, che dovrebbero seguire i casi di un detective, difficilmente potrebbe contemplare anche il viaggio nel tempo come risoluzione di un caso. La sorpresa di ciò varia in base alla conoscenza dei due libri di Adams con protagonista il caro Dirk. Come già accennato in altre occasioni, alla fine del primo libro assistiamo a derive fantascientifiche niente male, mentre nel secondo fanno una comparsata anche gli dei nordici.
L’olismo in questo caso trova una risoluzione molto più familiare del previsto. Tutti gli eventi strani e “forzati” che avremmo dovuto accogliere di buon grado, solo perché risultato di una particolare concezione dell’universo, si piegano di fronte alla logica sferzante del time loop. Tutto assume una ragione: Dirk sapeva molte cose perché gli erano state dette da se stesso. Se per tutta la stagione abbiamo pensato e ripensato a Todd che si vede vestito in maniera bizzarra, colpo di scena è l’incontro dell’investigatore con il suo se stesso del passato, evento finora ignoto a tutti.
Se “l’olismo investigativo” viene meno quindi da spiegazioni piegate alla fantascienza, ciò non toglie che la bizzarria scenica la faccia più che mai da padrona, confermando così un ulteriore successo in questa (da noi) pluri-apprezzata stagione. Da Dirk che sciorina un enorme spiegone ad un Patrick Spring dotato di armatura, salvo poi scoprire che la sua era un’enorme deduzione, a Todd in piena trance agonistica che decide di apparire più folle che mai (e in questo Elijah Wood è un maestro indiscusso), fino alla riproposizione degli eventi che avevano creato il mistero in prima istanza, che mai uno avrebbe potuto intuire nel loro esatto svolgimento. Grazie a questi elementi, l’episodio scorre via rapidissimo, seguendo un unico tracciato e lasciando fuori per stavolta altri personaggi che ci hanno accompagnati finora, vedi Bart o Amanda.
Prima di congedarci in attesa del season finale, previsto nel prossimo episodio, proviamo a fare un po’ di ordine negli avvenimenti.
- 1886: Patrick Spring prova a costruire una macchina nel tempo e, dopo diversi tentativi, la spedisce nel futuro, ricevendone una diversa firmata da Dirk (evento cui dobbiamo ancora assistere).
- 1968: arriva la macchina del tempo di Spring in una comunità hippy, dando modo ai membri di utilizzarla nella sua forma più difettosa (il trapianto di anime).
- 1968 – 2001: Patrick si stabilisce nel futuro formando una famiglia, fino all’uccisione della moglie.
- Nel frattempo ci sono in giro 3 macchine del tempo: una seppellita dal Patrick del 2001 e ritrovata da Dirk e Todd, una in possesso della setta arrivata dal 1886 e una in possesso di Patrick Spring inviata da Dirk nel 1886 (con cui Patrick viaggerà).
- 2001: Patrick per vendicare la moglie inizia a viaggiare nel tempo e arriva nel 2016, dove assiste alla sua stessa morte, per poi ritornare nel suo tempo e badare alla figlia.
- 2016: Patrick, dopo 15 anni, assume Dirk Gently per indagare alla sua stessa morte, mandandolo in albergo con una telefonata (la stessa cui assistiamo all’inizio della 1×01), dando il via all’incontro tra Dirk e Todd, quindi alla loro bizzarra indagine fatta da eventi già predisposti dalla conoscenza di Dirk e dagli indizi di Patrick Spring.
- Patrick Spring alias Zackariah Webb è interpretato da Julian McMahon, ovvero Cole nella serie Charmed, da noi conosciuta come Streghe.
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Fix Everything 1×06 | ND milioni – ND rating |
Weaponized Soul 1×07 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.