Equinox 1×01 – Det kommer til at ske igen – It’s Going To Happen AgainTEMPO DI LETTURA 4 min

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Equinox 1x01 Succederà un'altra voltaNon ti aiuterà. Se ti vogliono, ti prenderanno. C’è un’altra realtà. Una realtà oltre quella in cui siamo. Riesci a sentirmi? Ero lì, Astrid. Ero lì. Succederà di nuovo. Non riagganciare. Sono io, Jakob. Jakob Skipper. È come la moneta magica che ti ho dato. Nulla scompare davvero. Non ti ricordi di me? Conoscevo tua sorella, Ida. E so perché è scomparsa. Ciò che chiami superstizione è reale. È tutto nel libro. Incontriamoci. C’ero. Ho visto quando sono spariti. So cos’è successo.

LA VITA E’ UNA GRANDE DELUSIONE


Un gruppo di ragazzi, narrazione tramite linee temporali, Netflix. Un mix di elementi che farà sicuramente rizzare le antenne a tutti gli amanti delle serie tv inerenti i viaggi del tempo, nonché la grossa fetta di pubblico rimasta orfana di Dark a metà del 2020.
Equinox è un prodotto originale (il secondo danese) Netflix. Una storia che appare fin da subito intricata, complessa e con una possibile ricerca di spiegazioni in un ambito oltre al reale, esattamente come la serie di Baran bo Odar che continua ad essere utilizzata come contraltare in comparazioni dettate da ben pochi elementi comuni.
La serie si basa sul podcast danese “Equinox 1985”, divenuto ben presto fenomeno popolare nonché candidato a diversi premi (anche in Italia al Prix Italia 2017), creato da Tea Lindeburg che figura anche tra i creatori ed i produttori esecutivi (nella lista compare anche Piv Bernth, già noto per The Killing) della serie Netflix.
L’intreccio narrativo si presenta in maniera quanto mai semplice: nel 1999 un gruppo di studenti svanisce senza lasciare traccia, ma traumatizzando la giovane Astrid (sorella di una delle studentesse scomparse). Nel 2020 i fantasmi del passato tornano a tormentare Astrid, ormai adulta, che cercherà di fare luce sull’accaduto. Vero motore dell’azione è la telefonata che Astrid riceve inerente la scomparsa da parte di uno dei pochi sopravvissuti.

IL DARK DANESE?


Prima di approfondire l’elaborato (più che sufficiente, volendo essere sinceri) della puntata occorre demonizzare, come sempre, il marketing spicciolo con cui si cerca di vendere al pubblico un proprio prodotto.
Dopo l’avvento di Lost tantissime serie tv sono state letteralmente bruciate o rovinate dall’etichetta che i grandi distributori cercavano di affibbiare loro: essere rinominato “l’erede di Lost” ha sempre significato una cocente delusione per il pubblico ed una agonia senza eguali per la serie mandata in onda, FlashForward ha fatto scuola.
Prima di approcciarsi alla visione di Equinox, quindi, andrebbero messe da parte tutte le aspettative che si potrebbero creare nel leggere “il successore di Dark” o affini visto e considerato che a livello narrativo la struttura si presenta in maniera totalmente diversa.
Anche Equinox porta avanti una narrazione tra passato e presente, ma si tratta qui di un sapiente utilizzo di flashback e flashforward per completare il dipinto della storia che si sta raccontando al pubblico, costruendone prima lo sfondo e successivamente ornandolo; diversamente Dark faceva delle linee temporali un tutt’uno, passato, presente e futuro fluivano insieme intricandosi, influenzandosi e modificandosi vicendevolmente.
Altro elemento di comparazione: la presenza di diverse famiglie e di ragazzi. Tratto comune, sì, ma in Equinox affrontato in maniera decisamente approssimativa visto e considerato che i personaggi vengono presentati molto sommariamente, senza cura ed in certi casi senza interesse. Dark, diversamente, già nel primo episodio mostrava una certa bravura nell’esposizione degli “schieramenti” genealogici (per quanto poi si riveleranno essere terribilmente più complicati).

CONTINUARE LA VISIONE?


Se buona parte della recensione è stata utilizzata come strumento per presentare gli elementi discordanti tra Dark ed Equinox, ridimensionando notevolmente le aspettative attorno al prodotto danese, cosa dovrebbe spingere nel continuare la visione?
Il primo elemento che corre alla mente è sicuramente il meticoloso utilizzo dei dialoghi sia a livello contenutistico, sia a livello di strumento della narrazione. Argomenti impegnati, non banali, quindi, ma soprattutto frasi inserite in determinati frangenti che non possono far insospettire il più attento degli spettatori: il libro che viene citato durante le interviste viene vigorosamente richiesto a Falke ad inizio puntata; oppure l’isola (parola che dopo Lost ha assunto tutto un altro significato); ma anche il risentimento e la noncuranza che serpeggia tra i genitori di Astrid.
Ci sono molti elementi per i quali Equinox è stato ingiustamente (ma furbescamente) portato all’attenzione, mentre altri ben più meritevoli son rimasti taciuti ai più, se messa nella giusta prospettiva la serie danese potrebbe dare più di qualche soddisfazione, ma molto dipende anche dall’approfondimento dalla trama e dalla sua capacità di non tradire totalmente le aspettative.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dialoghi
  • Personaggi
  • Contesto della narrazione ed esposizione tra passato e presente
  • Astrid
  • Rischio di aspettative troppo alte
  • Personaggi introdotti molto sommariamente
  • Recitazione in generale
  • Danese, sicuramente una lingua non di facile ascolto o conoscenza

 

Equinox: progetto ambizioso che ripagherà le aspettative oppure ennesima serie tv specchietto per le allodole attirate dallo sterile marketing di lancio? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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