Fear The Walking Dead 2×05 – CaptiveTEMPO DI LETTURA 4 min

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Non bisogna considerare le nostre prime recensioni di questa seconda stagione come affrettate nel giudizio e prematuramente distruttive. Fear The Walking Dead non aveva lasciato grosse tracce con la prima stagione e non era certo ritornata con il botto all’inizio della seconda. Tradotto: non aveva credito di nessun tipo.
Ciò non vuol dire che non ci potessero essere speranze. La natura “inedita” dello spin-off di The Walking Dead, non avendo testi pre-esistenti cui fare riferimento, può essere completamente imprevedibile nel suo andamento. Può fare schifo, può essere – in positivo – tutto ciò che TWD non potrà mai essere.
Il precedente episodio ci aveva dato dei buoni spunti in tal senso, ponendo i protagonisti ad affrontare vicende concrete, minacce concrete e non cammini di espiazione spirituale.
L’atmosfera da soap-opera navigante ha finalmente lasciato spazio alla buona vecchia sana suspance, con situazioni relativamente al limite, a condire il tutto.
L’inizio dell’episodio, con il dettaglio della preparazione della bistecca, lo possiamo considerare come segno di speranza targato AMC. Senza voler essere eccessivamente blasfemi, si può identificare questo tratto caratteristico come ricorrente in altri show della stessa emittente, dalla serie madre The Walking Dead, fino a mostri sacri quali Better Call Saul e Breaking Bad (seppur si sta parlando in positivo di questo nuovo episodio di Fear, certi accostamenti provocano comunque brividi).
Volendo essere concisi, nell’esposizione dei punti a favore di questo “nuovo corso” di FTWD, possiamo individuare tre punti.
Il primo è interno alla caratterizzazione dei personaggi. Chris, da controfigura mal riuscita di Nick, inizia a rivelare un’oscurità di fondo, anche grazie all’ambiguità (neanche troppo, vedendo poi il destino di Reed) dello sparo off-screen. Sulla positività di Nick e Alicia (per motivi diversi) si è già parlato. La voce che Daniel sente alimenta una discreta curiosità sul personaggio interpretato da Ruben Blades.
Il secondo aspetto positivo lo troviamo nella durata di soli due episodi della minaccia di Connor e soci. In una serie apparentemente senza idee, come FTWD minacciava di essere, mantenere per gran parte della stagione una stessa tematica e gli stessi villain sarebbe stata una tentazione fin troppo golosa. Chiudere subito questa minaccia lascia speranze sulle idee degli autori, avendo iniziato ad aprire alcune porte allo sviluppo dei finora criticati personaggi.
Il terzo aspetto positivo lo troviamo nella proporzione di scene di violenza utilizzate. Per alzare l’attenzione del pubblico, sarebbe stato facile inserire mattanze zombie o stermini di nemici in stile Terminus. Il ritmo ancora ovattato dello spin-off è da considerarsi verosimile sia per l’atmosfera marina, sia per l’inevitabile entità dei villain. In un’apocalisse ancora in fieri ci sta che a “dominare” siano figure non del calibro del Governatore o di Negan. Gente come Connor e Reed sarebbe stata divorata e sputata dalla truppa di Rick.
Certo, fa anche capolino il sospetto che più che alzarsi il livello della serie, grazie ad una trama che inizia a carburare, siano state le nostre aspettative ad abbassarsi. Il personaggio di Madison sembra ancora uno stereotipo, controparte femminile di Rick, giusto perché ci doveva stare. Vederla pilotare la Abigail come se niente fosse spinge a farsi due domande sul tipo di formazione subita dai responsabili dell’orientamento scolastico negli Stati Uniti.
Anche alcuni dialoghi risultano essere ancora troppo dozzinali per degli standard qualitativi che la AMC potrebbe e dovrebbe garantire. Se volete un esempio, considerate tutto il minutaggio riservato all’improbabile love story/friendzone di Alicia e Jack. Lo sguardo da giovane Werther, nel finale fa pensare che il ragazzo necessiterebbe qualche consiglio per un approccio diverso con l’altro sesso.
Scherzi a parte, più bizzarra (ma una giustificazione la si potrebbe trovare nella descrizione sopra riportata sull’entità dei villain) è la preparazione di Connor e dei suoi due sgherri che si presentano all’appuntamento con Madison assolutamente non armati. Se il Reed-zombie poco prima faceva i classici versi da walker, arrivato al momento dell’inganno si fa silenzioso. Ma anche qui, poteva esserci qualche rumore di barche a nascondere il suono. La cosa grave è che, scoperto l’inganno, non esca fuori nessun tipo di arma. Se non da parte di Connor, completamente preso alla sprovvista, almeno da parte dei guardaspalle. Sempre passando sopra al mancato accertamento del buono stato di salute di Reed.
Comunque, a fronte di una buona ossatura di episodio, con un ritmo meno sostenuto dei precedenti episodi e un ottimista sguardo sul prossimo futuro, questi descritti risultano poco più che dettagli.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Chiusura (momentanea) della minaccia di Connor
  • Potenziale evoluzione di personaggi piatti come Chris
  • Scene di azione e suspance misurate al momento apocalittico, inferiore rispetto a quello della serie madre
  • L’idea di Salazar, facendo di necessità virtù
  • Alicia (tanto per gradire)
  • Madison ancora personaggio tappabuchi e stereotipato
  • Uno strano scambio di ostaggi
  • Love story Alicia-Jack

 

Viste le pernacchie tirate alla serie solo poche recensioni fa sembra assurdo ringraziare di già. Consci che non ci troviamo di fronte a un capolavoro televisivo, posti alcuni parametri per renderlo un buono show di intrattenimento, anche con un discreto potenziale, si inizia ad intravedere una progressiva crescita. Speriamo bene.

 

Blood In The Streets 2×04 4.80 milioni – 2.1 rating
Captive 2×05 4.41 milioni – 2.0 rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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