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Chief Judge Nicholas Byrne: “There are two great courts in America: the Supreme Court and the one you’re sitting in right now. […] Are you worthy? You’d probably heard that some people call it the Mother Court. For as long as you work here, you will call it home. The cases are hard, the stakes are high, the lawyers on the other side are better than you and the judges… are smarter than you. Some of you won’t succeed, some of you are not worthy. But for those of you who are… your time here will be the highlight of your career.”
Il 13 marzo 2018 ha debuttato sugli schermi dell’ABC il nuovo prodotto targato Shondaland, For The People, procedural che segue le vicende di giovani avvocati alle prime armi. Già con queste deboli premesse, le prospettive di successo della creatura di Paul Williams Davis non erano delle più rosee. Dal momento però che “non è tutto oro ciò che luccica” e “l’abito non fa il monaco”, o almeno così si ripete ai bambini, si cerca di approcciare all’episodio pilota con un atteggiamento positivo, senza aspettarsi certo un capolavoro, ma almeno un piacevole prodotto di intrattenimento. Peccato che le (poche) aspettative sono state deluse. Sorprendente, non è vero?
For The People altro non è che una scoppiazzatura di bassa lega di Grey’s Anatomy. Certo, i protagonisti sono avvocati e non chirurghi, la loro casa è il tribunale e non la sala operatoria, ma dopo aver visto il primo episodio, è impossibile non trovare fin troppe somiglianze con lo show di punta dell’ABC. Non è solo perché ci si ritrova di fronte a dei novellini alle prese con il loro primo giorno di lavoro, ma gli stessi personaggi e le loro le dinamiche sono le medesime. Sono presenti una coppia di amiche (una mora e una bionda), un avvocato imbranato e un po’ ingenuo, un altro arrogante che si atteggia a grande avvocato, un’ambiziosa procuratrice senza scrupoli ma solo all’apparenza. Se a tutto ciò, si aggiungono un’impiegata del tribunale che sembra non avere una buona parola per nessuno, un Chief Judge di colore con la barba e il discorso di incoraggiamento da cui è estrapolata la citazione iniziale, diventa davvero difficile scrollarsi di dosso la fastidiosa sensazione di assistere a un AU (Alternative Universe) di Grey’s Anatomy. Senza contare che la sensazione di “già visto” non è causata soltanto dall’inevitabile accostamento al medical drama.
Tenendo da una parte i continui deja-vu e provando a dimenticarli, il giudizio su For The People non cambia molto. Cosa deve avere una serie tv procedurale per essere considerata un prodotto godibile? Nel caso di For The People, che è un legal drama, gli elementi che avrebbero dovuto essere di spicco sono certamente i casi legali. Si usa il condizionale perché nessuno dei casi raccontati nel pilot può essere considerato di rilievo, sono casi che finiscono immediatamente nel dimenticatoio per la loro banalità, ad eccezione di quello del giovane terrorista difeso da Sandra Bell (Brittany Robertson). Si potrebbe ribattere che in un pilot generalmente si dà priorità a presentare i personaggi, altro elemento fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi show. Peccato che For The People fallisca anche in questo. Sembrano personaggi stereotipati e quindi piatti. Si usa il verbo “sembrare” perché in realtà i protagonisti non sono stati presentati in modo accurato.
È difficile dare un giudizio sulla scrittura dei personaggi, se agli stessi non viene dato modo di farsi conoscere. Gli autori hanno voluto strafare, probabilmente spinti dal desiderio di iniziare col botto, ma non si sono resi conto che i canonici 40 minuti non sono sufficienti per sviluppare ben tre casi giudiziari e allo stesso tempo presentare agli spettatori i personaggi portanti della serie tv. In questo modo hanno fatto fiasco su entrambi i fronti, sia quello legale con dei casi giudiziari di poco impatto, che quello personale.
For The People altro non è che una scoppiazzatura di bassa lega di Grey’s Anatomy. Certo, i protagonisti sono avvocati e non chirurghi, la loro casa è il tribunale e non la sala operatoria, ma dopo aver visto il primo episodio, è impossibile non trovare fin troppe somiglianze con lo show di punta dell’ABC. Non è solo perché ci si ritrova di fronte a dei novellini alle prese con il loro primo giorno di lavoro, ma gli stessi personaggi e le loro le dinamiche sono le medesime. Sono presenti una coppia di amiche (una mora e una bionda), un avvocato imbranato e un po’ ingenuo, un altro arrogante che si atteggia a grande avvocato, un’ambiziosa procuratrice senza scrupoli ma solo all’apparenza. Se a tutto ciò, si aggiungono un’impiegata del tribunale che sembra non avere una buona parola per nessuno, un Chief Judge di colore con la barba e il discorso di incoraggiamento da cui è estrapolata la citazione iniziale, diventa davvero difficile scrollarsi di dosso la fastidiosa sensazione di assistere a un AU (Alternative Universe) di Grey’s Anatomy. Senza contare che la sensazione di “già visto” non è causata soltanto dall’inevitabile accostamento al medical drama.
Tenendo da una parte i continui deja-vu e provando a dimenticarli, il giudizio su For The People non cambia molto. Cosa deve avere una serie tv procedurale per essere considerata un prodotto godibile? Nel caso di For The People, che è un legal drama, gli elementi che avrebbero dovuto essere di spicco sono certamente i casi legali. Si usa il condizionale perché nessuno dei casi raccontati nel pilot può essere considerato di rilievo, sono casi che finiscono immediatamente nel dimenticatoio per la loro banalità, ad eccezione di quello del giovane terrorista difeso da Sandra Bell (Brittany Robertson). Si potrebbe ribattere che in un pilot generalmente si dà priorità a presentare i personaggi, altro elemento fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi show. Peccato che For The People fallisca anche in questo. Sembrano personaggi stereotipati e quindi piatti. Si usa il verbo “sembrare” perché in realtà i protagonisti non sono stati presentati in modo accurato.
È difficile dare un giudizio sulla scrittura dei personaggi, se agli stessi non viene dato modo di farsi conoscere. Gli autori hanno voluto strafare, probabilmente spinti dal desiderio di iniziare col botto, ma non si sono resi conto che i canonici 40 minuti non sono sufficienti per sviluppare ben tre casi giudiziari e allo stesso tempo presentare agli spettatori i personaggi portanti della serie tv. In questo modo hanno fatto fiasco su entrambi i fronti, sia quello legale con dei casi giudiziari di poco impatto, che quello personale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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For The People è uno show di cui si può fare tranquillamente a meno. E’ un prodotto mediocre, il cui unico vanto è quello di avere Shonda Rhimes tra i produttori, che di certo non basta a rendere la serie meritevole di attenzione.
Pilot 1×01 | 3.5 milioni – 0.9 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.