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Foundation 1×06 – Death And The MaidenTEMPO DI LETTURA 4 min

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Foundation 1x06 recensioneZephyr Halima:There was a time, millenia ago, when our souls were like wax candles. They burned once, then they were snuffed out. But he Mother looked down and saw that this was insufficient. A single life, in a single body, raised in a single word, such a soul had no foothold to climb from the trenches of ignorance, to grow into holiness, and so the mother took the straight line of life and shaped it into a circle, bestowing upon us the gift of rebirth.

Con questo importante monologo, Foundation inserisce nelle sue vicende richiami ai più antichi miti dell’umanità. Vedere, ad esempio, quelli celtici e quelli sulla dea lunare Diana – Artemide, portatrice di un volto oscuro come Ecate.
Pronunciando questo discorso, la Zephyr Halima si pone apertamente contro l’imperatore, anzi contro l’istituzione imperiale. Brother Day non gradisce, ma non per nulla appoggia la sua rivale, la Zephyr Gilat. In tutto ciò, un applauso va sicuramente rivolto alla bravura degli interpreti (c’è anche la povera Demerzel, divisa tra la fedeltà al suo signore e quella alla sua religione) e alla sontuosità dell’ambientazione.

AL CENTRO


Zephyr Halyma:But what does that gift mean? Some believe the purpose of reincarnation is to ascend to the highest planes of enlightment. But we know better, don’t we? For there is no end to this journey, for our capacity for growth is infinite. Even a soul that appeared holy 400 years ago would not be holy today. This is the Mother’s lesson. As the galaxy changes, so must we. We must embrace the value of transformation, of evolution, of difference. The greatest failure of humanity, the greatest sin against the Mother, is stagnation.

Il bello è che gli eventi sembrano proprio dare ragione alla combattiva sacerdotessa. Nessuno lo sa, ma Brother Dawn è daltonico, come nessuno dei cloni imperiali prima di lui.
Il faraonico megalomane piano del primo Cleon quindi ha incontrato un inciampo imprevisto e il suo fallimento sembra inevitabile. Altra variabile impazzita è il legame tra Brother Dawn e Azura. A parte che i sentimenti fanno sempre saltare il banco, la ragazza conosce il segreto del giovane e potrebbe farne un uso devastante per la galassia intera, anche senza volerlo.
A questo si aggiunge la posizione scomodissima in cui si trova ora Eto Demerzel. Anche lei potrebbe essere chiamata a scelte cruciali per il destino di molti.

IN PERIFERIA


Zephyr Halima:This will not alway be your life, but this is your life now. Your choice now. Your change now. Make it count!

Con una sapiente mozione degli affetti, la sacerdotessa di Maiden conclude su queste note alte il suo pronunciamiento politico e comizio di propaganda elettorale. Volendo, però, si possono usare queste parole come spiegazione anche di quello che avviene non nel cuore dell’Impero galattico, ma nella sua estrema periferia.
Su Terminus, infatti, i fuoriusciti di Anacreon, sempre guidati da Phara, hanno sequestrato alcuni membri della Fondazione, obbligandoli a guidare un’astronave che li porti all’Invictus. Si tratterebbe di un mitico vascello spaziale dotato di armi e tecnologie andate perdute. Tra gli ostaggi ci sono Salvor Hardin, affranta per la morte del padre e Lewis Pirenne. Come vuole una dura legge della vita, chi più cerca di evitare ogni scelta e ogni conflitto spesso si trova al centro dei guai peggiori.

UN SOLO GRANDE E COMPLESSO INTRECCIO


I legami, comunque, non sono solo costituiti da parallelismi teorici. Si stabilisce un vero e proprio legame fra Salvor Hardin e Gaal Dornick. Le due giovani, infatti, condividono misteriose visioni, sempre incentrate su Hari Seldon e sul suo progetto.
Per chiarire il tutto occorre aspettare il ritorno in scena di Gaal Dornick ed, eventualmente, un incontro fra le due. Intanto, ci si può godere l’escamotage grazie al quale resta in gioco Jared Harris.
Casomai pensasse di prendere la missione sotto gamba, nel frattempo, il gruppo della Fondazione ha la responsabilità dei compagni rimasti su Terminus, nelle mani degli uomini di Anacreon.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Zephyr Halima e il suo monologo
  • Dettagli sontuosi
  • Il modo in cui tutto è interconnesso
  • Lewis Pirenne
  • Salvor Hardin fa un errore di troppo

 

Dal passato remoto al futuro, dal centro alla periferia. Il tutto senza perdere in compattezza, anzi mandando i pezzi del puzzle ad incastrarsi sempre più gli uni negli altri, nel rispetto del dettato di Asimov. Già questo basterebbe a lodare la qualità del prodotto. A questo, però, si aggiungono ambientazioni e dettagli meravigliosi e sorprendenti, come il bosco d’autunno in cui Brother Dawn e Brother Dusk vanno a caccia, o la statua della Dea dal triplice volto. Non è solo questione di budget a disposizione, ma di gusto e di stile.
Forse la sfida, per lo show, è proprio quella di riuscire a proseguire il suo percorso mantenendo alti i suoi standard. La durata prevista è lunga e per correre una maratona occorre una strategia sapiente.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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