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Non c’è tempo per cazzeggiare e quindi veniamo subito al punto: Peter. Ci stavamo giusto chiedendo quando avremmo visto le nuove doti del giovane Bishop ed ecco che appena dopo una puntata ci focalizziamo già su di lui e sulla sua devoluzione umana e contemporanea evoluzione da Osservatore. Avevo immaginato ad uno sviluppo delle abilità simile a questo ma non che arrivasse a questo livello, questo no. La visione blu del recap, l’aumento dei riflessi, la visione del futuro, la super forza e la capacità di vedere le aperture interdimensionali sono il bagaglio di super poteri che il chip ha portato con sè ma ovviamente tutto ha un prezzo ed il prezzo in questione è la sua umanità. Se per ora sembra che non sia stata ancora intaccata credo che non passerà molto tempo prima che noi e Olivia ce ne renderemo conto. Già, Olivia.
Lei ha notato fin da subito che in Peter c’è qualcosa che non va. Lo ha percepito fin da subito che le scuse perfette, i comportamenti in parte anomali e la freddezza robotica del suo amore non erano correlati alla morte di Etta. Olivia ha sempre avuto quel sesto senso che la rendeva superiore agli altri e che la aiutava molto anche con le indagini Fringe, ora quello stesso sesto senso le ha fatto giustamente intuire che qualcosa non andava nel suo amore e ne ha avuto la conferma da lui stesso.
Il problema che i nostri affrontano in questa stagione finale è il difficile e pressochè impossibile confronto alla pari con gli Osservatori. Riprendendo una metafora fatta da uno di loro qualche puntata fa, gli umani per loro sono come delle mosche, e mai paragone fu più azzeccato. Cosa può fare una mosca per sconfiggere un uomo allora? Deve evolversi e i Bishop lo stanno facendo. Per salvare l’umanità i Bishop stanno perdendo la loro stessa umanità. Perdonatemi il gioco di parole ma è esattamente questo che sta succedendo. Walter sta a poco a poco ritornando ad essere quel egocentrico, megalomane scienziato con i deliri di onnipotenza che era un tempo, se ne rende conto lui stesso e non vuole ritornare ad esserlo. La soluzione di primo acchito è quindi quella di rimuovere di nuovo i pezzi di cervello che lo rendono così ma se accadesse questo sarebbe controproducente per la missione stessa in quanto alla Resistenza serve un Walter al massimo della condizione mentale.
Se Walter si trova in questa situazione di progressiva perdita di umanità e cerca di riacquistarla, lo stesso non si può dire di suo figlio che al contrario ha scelto di sua sponte di sacrificarla per evolversi in un Osservatore e lottare contro di loro ad armi pari. La perdita della propria umanità vale come sacrificio per ottenere la vendetta contro coloro che ti hanno portato via tua figlia? Ma soprattutto si è disposti a diventare come le persone che odi di più al mondo? A queste e ad altre domande di natura esistenziale deve rispondere Peter che ha probabilmente preso troppo frettolosamente una decisione che andava invece ponderata molto più attentamente. Il chip che si è inserito lo sta progressivamente “osservatorizzando” e se la super forza o la visione blu potevano essere un vantaggio all’inizio, con il passare dei giorni aumentano le caratteristiche da Osservatore e diminuiscono quelle di essere umano, e le ciocche di capelli che cominciano a cadere sono probabilmente l’ultimo dei problemi.
In tutto ciò due sono gli attori che si ergono imponentemente sopra gli altri: Joshua Jackson e John Noble. Pazzeschi. L’interpretazione di entrambi è da premiare e quei bruschi movimenti del capo annessi alla leggera inclinazione della testa tipici degli Osservatori sono delle finezze che solo un grande attore come Jackson può permettersi. Inutile negare che mi sono venuti i brividi, e solo poche altre volte li ho avuti. Ovviamente anche Noble non è da meno con i suo improvvisi cambi di umore e di personalità ma in queste due puntate bisogna rendere omaggio al suo collega nonchè figlio per l’interpretazione magnifica.
Fringe è e sarà sempre il telefilm più sottovalutato nell’intera storia seriale. Purtroppo.
Lei ha notato fin da subito che in Peter c’è qualcosa che non va. Lo ha percepito fin da subito che le scuse perfette, i comportamenti in parte anomali e la freddezza robotica del suo amore non erano correlati alla morte di Etta. Olivia ha sempre avuto quel sesto senso che la rendeva superiore agli altri e che la aiutava molto anche con le indagini Fringe, ora quello stesso sesto senso le ha fatto giustamente intuire che qualcosa non andava nel suo amore e ne ha avuto la conferma da lui stesso.
Il problema che i nostri affrontano in questa stagione finale è il difficile e pressochè impossibile confronto alla pari con gli Osservatori. Riprendendo una metafora fatta da uno di loro qualche puntata fa, gli umani per loro sono come delle mosche, e mai paragone fu più azzeccato. Cosa può fare una mosca per sconfiggere un uomo allora? Deve evolversi e i Bishop lo stanno facendo. Per salvare l’umanità i Bishop stanno perdendo la loro stessa umanità. Perdonatemi il gioco di parole ma è esattamente questo che sta succedendo. Walter sta a poco a poco ritornando ad essere quel egocentrico, megalomane scienziato con i deliri di onnipotenza che era un tempo, se ne rende conto lui stesso e non vuole ritornare ad esserlo. La soluzione di primo acchito è quindi quella di rimuovere di nuovo i pezzi di cervello che lo rendono così ma se accadesse questo sarebbe controproducente per la missione stessa in quanto alla Resistenza serve un Walter al massimo della condizione mentale.
Se Walter si trova in questa situazione di progressiva perdita di umanità e cerca di riacquistarla, lo stesso non si può dire di suo figlio che al contrario ha scelto di sua sponte di sacrificarla per evolversi in un Osservatore e lottare contro di loro ad armi pari. La perdita della propria umanità vale come sacrificio per ottenere la vendetta contro coloro che ti hanno portato via tua figlia? Ma soprattutto si è disposti a diventare come le persone che odi di più al mondo? A queste e ad altre domande di natura esistenziale deve rispondere Peter che ha probabilmente preso troppo frettolosamente una decisione che andava invece ponderata molto più attentamente. Il chip che si è inserito lo sta progressivamente “osservatorizzando” e se la super forza o la visione blu potevano essere un vantaggio all’inizio, con il passare dei giorni aumentano le caratteristiche da Osservatore e diminuiscono quelle di essere umano, e le ciocche di capelli che cominciano a cadere sono probabilmente l’ultimo dei problemi.
In tutto ciò due sono gli attori che si ergono imponentemente sopra gli altri: Joshua Jackson e John Noble. Pazzeschi. L’interpretazione di entrambi è da premiare e quei bruschi movimenti del capo annessi alla leggera inclinazione della testa tipici degli Osservatori sono delle finezze che solo un grande attore come Jackson può permettersi. Inutile negare che mi sono venuti i brividi, e solo poche altre volte li ho avuti. Ovviamente anche Noble non è da meno con i suo improvvisi cambi di umore e di personalità ma in queste due puntate bisogna rendere omaggio al suo collega nonchè figlio per l’interpretazione magnifica.
Fringe è e sarà sempre il telefilm più sottovalutato nell’intera storia seriale. Purtroppo.
PRO:
- Evoluzione dei personaggi sempre posta in primo piano rispetto alla storia
- Il mondo creato da Walter
- Ritorna Nina Sharp
- Brividi ogni volta che Peter inclina il capo come un Osservatore
CONTRO:
- Ancora mi chiedo a cosa serve la presenza di Astrid
- Olivia sotto tono in questo doppio appuntamento
Guardando queste puntate non si può non percepire una flebile sensazione di malinconia che ci pervade in ogni fotogramma e che si farà sempre più forte da qui all’ultima puntata. Come (quasi) sempre, episodi perfettamente confezionati nonostante il budget ridotto all’osso. Fringe è sinonimo di garanzia.
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.