La quarta (ed ultima leakata) puntata di Game Of Thrones ci porta finalmente a Dorne, di cui, volenti o nolenti, tutti i fan dello show hanno sentito indiscrezioni su cast, famigerate serpi, grida allo scandalo per la trama della serie che prende un percorso tutto suo rispetto ai libri, ecc… In effetti sì, Jaime a Dorne è un plot twist inaspettato più per i lettori di quanto lo sia per i normali spettatori, ma non sarà questa la sede per un dibattito su quanto Benioff e Weiss si siano presi troppe libertà rispetto alla trame dei libri di Martin, tuttavia, bisogna partire da questo punto per spezzare una lancia in favore della HBO e dei suoi screenwriters.
La millantata assurdità della storyline di Jaime a Dorne di cui i lettori si lamentano su tutti i social esistenti, cade se si guarda alla serie in sé, scevra dai libri, che è poi il modo migliore per approcciarsi alla sua visione e alla sua recensione. Se si guarda al Jaime dei libri, ormai freddo e disincantato dall’amore per Cersei, anche perché rimane lontano da King’s Landing più di quanto faccia sullo schermo, si capisce come sia impensabile che possa imbarcarsi in una rischiosa avventura solo sulla di lei richiesta. Ma il Jaime della serie è descritto in modo diverso; innanzitutto è vicino alla sorella in tutta una serie di vicende, una su tutte il Purple Wedding (nei libri torna ad Approdo del Re solo dopo il matrimonio) in cui assiste, impotente, alla morte del figlio fra le braccia della madre, nonché sua amata.
Inoltre, nel finale della quarta stagione è la stessa Cersei a dichiarare prepotentemente quanto sia ancora legata a lui, almeno prima di scoprire della morte di Tywin per colpa del fratello, liberato da un Jaime che Nicolaj Coster-Waldau rende bene nella sua umiltà e colpevolezza verso la sorella. Almeno per il momento, quindi, non appare così ripugnante l’idea che Jaime vada a salvare Myrcella a Dorne, perché è vero che il compianto Oberyn aveva affermato che “We don’t hurt little girls in Dorne“, ma la Vipera Rossa non è sempre da prendere in parola visto che 5 minuti prima della sua morte aveva anche affermato “This is not the day I die.”
Ora, finite di asciugare le lacrime per il ricordo di Oberyn, che gli dèi l’abbiano in gloria, vale la pena proseguire con la storyline di Jaime a Dorne dato che gli autori tirano fuori anche un bell’asso nella manica, che sì esula dai libri, ma con piacere di tutti gli spettatori: il ritorno di Bronn. L’avevamo salutato con il commiato da Tyrion in carcere e, fosse stato per Martin, non l’avremmo rivisto per un bel po’ e di certo non da protagonista. E invece eccolo qui a dispensare perle di saggezza popolare e occhiatacce alla “really???” quando Jaime nomina Myrcella come sua nipote. Non sarà mai la bromance di livello a cui eravamo abituati con Tyrion, ma dimostra coerenza con la storia e il personaggio (un mercenario non rifiuterà un’avventura sanguinosa se ci sono in palio un castello e una moglie più bella!) oltre che una strizzata d’occhio degli autori agli spettatori, orfani di figure brillanti, intelligenti, argute e con una certa abilità con la spada.
Ma, in casa HBO, dove ci sono sangue e morti cruente, devono esserci anche un po’ di tette. Per quelle che non fornisce Emilia Clarke (che se la tira troppo ora che è famosa e vuole fare la pudica sperando di ottenere qualche parte in film importanti nel futuro post Game Of Thrones – non ti preoccupare Emilia, ci penserà l’internet a ricordare a tutti che anche tu hai iniziato con esibizionistiche uscite ignuda dalla vasca da bagno o da pire infuocate), ci pensa Carice van Houten, alias Melisandre. Melisandre che persino alla barriera c’ha caldo; e siccome Jon invece di dirle “ma fatti gli affari tuoi!” alla domanda “sei vergine?” le aveva risposto “no!”, quella già era tutta un fuoco, ora che lui è Lord Comandante ha pure il fascino della divisa (si fa per dire) quindi proprio non ce l’ha fatta a tenere le zinne nascoste.
In tutto questo, la voglia di Melisandre di copulare in tutti i luoghi e in tutti i laghi significa che ha in realtà natali dorniani? Che è solo una cougar in calore? O che ha visto in Jon Snow qualcosa di speciale e possibilmente asservibile ai suoi scopi (o a quelli del Signore della Luce)? E quando questo verrà svelato? Ma soprattutto, riuscirà questa ventata d’aria fresca (o calda) a risollevare le sorti dell’arco narrativo alla Barriera dal destino di indifferenza, monotonia e noia a cui la scorsa stagione l’aveva relegato? Sicuramente il ruolo di Lord Comandante metterà Jon Snow di fronte a scelte difficili e ci si aspetta che questo contribuisca a dare una brusca sterzata alla storyline dei Guardiani della Notte verso la giusta direzione.
I figli dell’Arpia, nonostante si guadagnino il titolo della puntata, compaiono solo nelle ultime scene ma lo fanno in modo prorompente e prepotente, regalando comunque una bella dose di combattimenti cruenti di cui le continue scene di questuanti di fronte alla Khaleesi ci avevano privati. Scene d’azione con un Verme Grigio in stato di grazia e Ser Barristan Selmy che mancava solo gli facessero arrivare un fascio di luce da dietro mentre si presenta spada alla mano a combattere, tipo Gandalf praticamente. E speriamo che come Gandalf risorga più potente e saggio di prima, anche se le brutte ferite non fanno ben sperare. Anche se, che farebbe Daenerys senza i preziosi consigli del fidato Sir Barristan? Quello che ha fatto fino ad ora: fare di testa sua che tanto non lo ascolta mai; quindi, in effetti, non cambierebbe molto la dipartita di Sir Barristan, alla luce anche del fatto che Sir Jorah Friendzone Mormont sta ritornando all’ovile con la coda fra le gambe e un nano tra le braccia. Ora che i consiglieri cadono come foglie in autunno, sarà la Khaleesi più disposta a riprenderlo tra le sue grazie?
Di certo dispiacerebbe rimanere orfani delle storie sui vecchi tempi dei Targaryen e al potere di cui Sir Barristan è custode orgoglioso ma generoso nei racconti. La storia di Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen è spesso citata nei libri per rimarcarne il ruolo di scintilla della Ribellione per mano di Robert Baratheon ma, sapendo che nulla è lasciato al caso e che, soprattutto nella trasposizione televisiva, non si fanno chiacchiere fini a sé stesse ma tutto accade per una ragione, si può immaginare che il riferimento ai loro personaggi celi qualcosa che verrà svelato solo in futuro, considerando anche lo sguardo poco convinto di Ditocorto all’affermazione di Sansa sullo stupro della zia.
Chiudiamo con l’inquietante ricordo dell’immagine di Sir Baelish che bacia la povera Sansa, ancora una volta vittima delle mosse e contromosse degli uomini che la circondano, aspettando il momento in cui faccia qualcosa per prendere in mano la situazione che superi il mero tingersi i capelli e tirar fuori nuovi outfit sensuali nemmeno fosse la prima fashion blogger di Westeros.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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High Sparrow 5×03 | 6.71 milioni – 3.5 rating |
The Sons Of The Harpy 5×04 | 6.82 milioni – 3.6 rating |
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