0
(0)
“Pawns can be king.”
Come preannunciato dalle candide parole che inneggiavano alla vendetta proferite da Sean, Gangs Of London costruisce la propria ultima puntata sulla ricreazione di un nuovo ordine, passando, però, da un bagno di sangue verticale (ossia comprendente ogni singola sotto trama). Si possono contare sulle dita di una mano, ad episodio terminato, i personaggi sopravvissuti.
Nasir, figlio di Asif e da pochissime ore sindaco di Londra, viene brutalmente ucciso da Lale nell’indifferenza dell’intero palazzo municipale: nessuno si accorge di quanto sta avvenendo al sindaco che teoricamente, essendo l’oggetto dei festeggiamenti, si sarebbe atteso un minimo al centro dell’attenzione. Così non avviene in Gangs Of London e quindi Lale può, in maniera disturbata, strappargli la lingua e lasciarlo morire dissanguato. Una morte visivamente molto violenta, anche se perfettamente in linea sia con la tipologia di serie, sia con il clima estremamente violento che Londra sta attraversando (va infatti ricordato che Sean aveva fatto crollare la Belvedere Tower poche ore prima).
Anche Marian, durante un fugace e chiarificatore (o almeno quello era l’intento) incontro con Ed, viene mortalmente colpita allo stomaco da uno sparo. Tuttavia, il finale della puntata la rivelerà ancora in vita ed in procinto di essere aiutata da Floriana. Questo sviluppo, ma non è il solo, offusca leggermente la puntata così come la stagione: tralasciando il fattore “finale aperto” è proprio la costruzione della scena ad essere indebolita dalla rivelazione finale. Ed spara a Marian che viene creduta morta senza nessun tipo di verifica, una cosa totalmente assurda se si tiene in considerazione che Marian, a dispetto di tutto, rappresenta ancora la famiglia Wallace ed il potere criminale mantenuto per anni da Finn.
Interessante, tuttavia, la costruzione della puntata che decide di rompere le righe dal preciso ordine narrativo dei precedenti episodi presentandosi con un salto temporale in avanti: sono passati due giorni dall’attentato, Elliot è stato arrestato e viene interrogato da quello che sembra un nucleo antiterrorismo. Della famiglia Wallace e della famiglia Dumani non vengono date notizie, almeno inizialmente. Solo con il prosieguo della puntata gli avvenimenti vengono ricostruiti sotto gli occhi dello spettatore.
Variazione narrativa interessante, questa, ma che risulta depotenziata dal quantitativo forse eccessivo di colpi di scena che si cerca di riservare allo spettatore: il doppio gioco di Elliot viene scoperto da Sean grazie al cellulare di Anthony che viene recuperato e che ancora ha salvate email e foto compromettenti proprio di Elliot; Vicky viene brutalmente uccisa da Shannon; Elliot viene assoldato dagli investitori del gruppo Wallace per eliminare proprio Sean e tenere in vita Alex. In aggiunta, la storia si sofferma anche sulla liaison amorosa tra Lale e Sean, preventivabile ma a conti fatti puro e semplice ectoplasma all’interno della serie visto e considerato il momento concitato (il finale).
Non è da travisare questa recensione: l’episodio si attesta ad un livello ben più alto di una striminzita sufficienza, questo è più che sicuro. Tuttavia, molti sono i punti di svolta della storia in cui si è preferito far uso di un colpo di scena piuttosto che di una valida esposizione della sceneggiatura.
Esempio lampante potrebbe essere la scena di confronto tra Alex e Sean (con Elliot sullo sfondo): dialoghi concitati ma dosati all’interno del minutaggio; frasi taglienti; lacrime sincere e un’amicizia che lentamente torna a galla, liberandosi dal fango di menzogne e cattiveria sotto la quale era stata nascosta. Il tutto, però, viene rovinato brutalmente dall’uccisione di Sean da parte di Elliot. Non si sta facendo riferimento all’atto in sé, quanto alla modalità: il colpo di pistola verso Sean viene esploso senza che si percepisca una vera escalation sentimentale-emozionale rendendo il proiettile quasi un’appendice non necessaria.
D’altra parte, si è sempre appuntato come Gangs Of London facesse ampio uso di un sano realismo narrativo, quindi sarebbe forse apparso eccessivo un finto dialogo piagnucolante da parte di Elliot prima di uccidere Sean. Ma i dubbi sulla genuinità della scena restano.
E restano i dubbi anche sull’effettiva morte di Sean: il personaggio su cui si è lavorato così tanto in questa prima stagione viene brutalmente eliminato dal racconto? Fa un po’ storcere il naso, soprattutto per l’ampio minutaggio concesso a Joe Cole per il suo incredibile Sean Wallace.
Altri dubbi si annidano sulla modalità di conclusione dell’interrogatorio di Elliot: dopo un’ora di sevizie, l’uomo (come da suggerimento) appunta di essere sotto la protezione diplomatica di Panama e nel giro di un minuto viene lasciato andare in totale libertà come se nulla fosse accaduto.
Elemento di spicco all’interno della puntata è sicuramente il contatto tra gli investitori ed Elliot il cui dialogo (e di conseguenza le richieste con tanto di ricatto) viene mantenuto segreto sino al finale d’episodio. Un’ingerenza di sicuro interesse, soprattutto in vista di una papabile seconda stagione.
Nasir, figlio di Asif e da pochissime ore sindaco di Londra, viene brutalmente ucciso da Lale nell’indifferenza dell’intero palazzo municipale: nessuno si accorge di quanto sta avvenendo al sindaco che teoricamente, essendo l’oggetto dei festeggiamenti, si sarebbe atteso un minimo al centro dell’attenzione. Così non avviene in Gangs Of London e quindi Lale può, in maniera disturbata, strappargli la lingua e lasciarlo morire dissanguato. Una morte visivamente molto violenta, anche se perfettamente in linea sia con la tipologia di serie, sia con il clima estremamente violento che Londra sta attraversando (va infatti ricordato che Sean aveva fatto crollare la Belvedere Tower poche ore prima).
Anche Marian, durante un fugace e chiarificatore (o almeno quello era l’intento) incontro con Ed, viene mortalmente colpita allo stomaco da uno sparo. Tuttavia, il finale della puntata la rivelerà ancora in vita ed in procinto di essere aiutata da Floriana. Questo sviluppo, ma non è il solo, offusca leggermente la puntata così come la stagione: tralasciando il fattore “finale aperto” è proprio la costruzione della scena ad essere indebolita dalla rivelazione finale. Ed spara a Marian che viene creduta morta senza nessun tipo di verifica, una cosa totalmente assurda se si tiene in considerazione che Marian, a dispetto di tutto, rappresenta ancora la famiglia Wallace ed il potere criminale mantenuto per anni da Finn.
Interessante, tuttavia, la costruzione della puntata che decide di rompere le righe dal preciso ordine narrativo dei precedenti episodi presentandosi con un salto temporale in avanti: sono passati due giorni dall’attentato, Elliot è stato arrestato e viene interrogato da quello che sembra un nucleo antiterrorismo. Della famiglia Wallace e della famiglia Dumani non vengono date notizie, almeno inizialmente. Solo con il prosieguo della puntata gli avvenimenti vengono ricostruiti sotto gli occhi dello spettatore.
Variazione narrativa interessante, questa, ma che risulta depotenziata dal quantitativo forse eccessivo di colpi di scena che si cerca di riservare allo spettatore: il doppio gioco di Elliot viene scoperto da Sean grazie al cellulare di Anthony che viene recuperato e che ancora ha salvate email e foto compromettenti proprio di Elliot; Vicky viene brutalmente uccisa da Shannon; Elliot viene assoldato dagli investitori del gruppo Wallace per eliminare proprio Sean e tenere in vita Alex. In aggiunta, la storia si sofferma anche sulla liaison amorosa tra Lale e Sean, preventivabile ma a conti fatti puro e semplice ectoplasma all’interno della serie visto e considerato il momento concitato (il finale).
Non è da travisare questa recensione: l’episodio si attesta ad un livello ben più alto di una striminzita sufficienza, questo è più che sicuro. Tuttavia, molti sono i punti di svolta della storia in cui si è preferito far uso di un colpo di scena piuttosto che di una valida esposizione della sceneggiatura.
Esempio lampante potrebbe essere la scena di confronto tra Alex e Sean (con Elliot sullo sfondo): dialoghi concitati ma dosati all’interno del minutaggio; frasi taglienti; lacrime sincere e un’amicizia che lentamente torna a galla, liberandosi dal fango di menzogne e cattiveria sotto la quale era stata nascosta. Il tutto, però, viene rovinato brutalmente dall’uccisione di Sean da parte di Elliot. Non si sta facendo riferimento all’atto in sé, quanto alla modalità: il colpo di pistola verso Sean viene esploso senza che si percepisca una vera escalation sentimentale-emozionale rendendo il proiettile quasi un’appendice non necessaria.
D’altra parte, si è sempre appuntato come Gangs Of London facesse ampio uso di un sano realismo narrativo, quindi sarebbe forse apparso eccessivo un finto dialogo piagnucolante da parte di Elliot prima di uccidere Sean. Ma i dubbi sulla genuinità della scena restano.
E restano i dubbi anche sull’effettiva morte di Sean: il personaggio su cui si è lavorato così tanto in questa prima stagione viene brutalmente eliminato dal racconto? Fa un po’ storcere il naso, soprattutto per l’ampio minutaggio concesso a Joe Cole per il suo incredibile Sean Wallace.
Altri dubbi si annidano sulla modalità di conclusione dell’interrogatorio di Elliot: dopo un’ora di sevizie, l’uomo (come da suggerimento) appunta di essere sotto la protezione diplomatica di Panama e nel giro di un minuto viene lasciato andare in totale libertà come se nulla fosse accaduto.
Elemento di spicco all’interno della puntata è sicuramente il contatto tra gli investitori ed Elliot il cui dialogo (e di conseguenza le richieste con tanto di ricatto) viene mantenuto segreto sino al finale d’episodio. Un’ingerenza di sicuro interesse, soprattutto in vista di una papabile seconda stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Questa prima stagione di Gangs Of London termina con un episodio che disattende le grandi aspettative che le precedenti otto puntate avevano cementato nella mente dello spettatore. Ora resta solo da capire se esisterà mai una seconda stagione.
Episode 8 1×08 | ND milioni – ND rating |
Episode 9 1×09 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.